Vivian Maier. Inedita

La conosciamo tutti per quei suoi negativi e rullini ancora da sviluppare ritrovati nel 2007 in una cassa comprata da un rigattiere a Chicago. Vivian Maier (1926-2009) non aveva famiglia ed aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia; durante le giornate libere ed i periodi di vacanza, era solita scattare foto della vita quotidiana di città come New York, Chicago e Los Angeles. Un patrimonio di memorie incredibile. Questa mostra su una delle massime esponenti della cosiddetta street photography presenta oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, come la serie di scatti realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova, nell’estate del 1959, o come quelle a colori, scattate lungo tutto il corso della sua vita. A queste si aggiungono dieci filmati in formato Super 8, due audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come le sue macchine fotografiche Rolleiflex e Leica, oltre che uno dei suoi cappelli.

Il percorso espositivo tocca i temi più caratteristici dell’artista e si apre con la serie dei suoi autoritratti, in cui il suo sguardo severo si riflette negli specchi e nelle vetrine; la sua lunga ombra invade l’obiettivo quasi come se volesse finalmente presentarsi al pubblico che non ha mai potuto o voluto incontrare. Le scene di strada, il suo set preferito, e i quartieri popolari, rappresentano il tema principale della sua opera. Attraverso numerosi ritratti di sconosciuti e di persone con cui si identificava, Vivian Maier catturava un gesto, un’espressione, una situazione o la grazia che si trova nelle piccole cose accessibili. La mostra permette di cogliere tutta la portata del lavoro di questa grande artista e di collocare la sua opera nella storia della fotografia.

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