Sono entrati in carcere insieme nel 1960 e ne sono usciti insieme nel 1981. 21 anni di galera senza aver commesso alcun reato. Vi state chiedendo il perché? Perché loro sono Enzo Tesauri e Francesca Ficarelli, i due coniugi correggesi ultimi custodi delle carceri mandamentali di Corso Cavour a Correggio.
La struttura. L’attuale configurazione della Rocchetta, ridotta per dar spazio al viale fino alla stazione, risale al 1887. Inizialmente ha ospitato la sede della caserma dei Reali Carabinieri e solo successivamente è stata adibita a Carcere Mandamentale. Con le sue 5 celle (4 per gli uomini e 1 sola per le donne), poteva contenere al massimo 16 carcerati contemporaneamente. In poco più di vent’anni hanno quindi fatto tappa a Correggio circa 720 detenuti, venuti nell’ex Principato a scontare gli ultimi mesi della pena o in attesa di essere messi a giudizio per reati lievi.
I ritmi “serrati”. Le giornate dei carcerati erano ovviamente scandite da tempi ben precisi, dove trovavano spazio anche momenti lavorativi. I carcerati avevano infatti la possibilità di fare qualche piccolo lavoro manuale che permetteva loro di mettere da parte qualche lira. Uno dei lavori nel quale si cimentavano più di frequente era quello della divisione per colore, dimensione e forma di sacchi e sacchi di bottoni che Enzo andava puntualmente a ritirare e poi riconsegnare allo storico Bottonificio F.lli Bellelli di Correggio, fondato nel 1962 e attuale Stile Universal. Altra attività era l’assemblaggio dei cosiddetti “becchi” per capelli; o, ancora, la divisione per colore di matasse e stracci che venivano scartati dalle grandi maglierie di Carpi. Questi venivano poi portati in Toscana e lì riutilizzati perché ritenuti comunque materiali di grande qualità.
Il grande rispetto reciproco. Ciò che sicuramente non mancava tra i due custodi e i carcerati era il rispetto reciproco, tutto quello che potevano fare Enzo e Francesca per i loro carcerati lo facevano. Si davano da fare per trovargli da lavorare, durante la loro permanenza nelle carceri ma soprattutto dopo, una volta usciti, quando avevano da esibire poca esperienza in campo lavorativo e un passato sicuramente non del tutto immacolato.
La grande fuga. Quello che senza dubbio ognuno di noi si starà chiedendo è se qualche carcerato sia mai riuscito a scappare, o perlomeno abbia mai tentato la fuga. A dire il vero sì, la fuga c’è stata e nessuno dei due custodi era presente. Ma come?! Loro vivevano lì insieme ai loro due figli! Non potevano allontanarsi! E, appunto, poiché sempre di rispetto si parla, il galeotto in questione ha scelto di tentare la fuga verso la libertà proprio nell’unico periodo di ferie concesso ai due coniugi dopo anni e anni di attesa. Tranquilli, la grande fuga è durata solo un paio di giorni (per il carcerato) e una settimana invece la vacanza per i nostri custodi.
Francesca ed Enzo conservano così bellissimi ricordi di quegli anni e di quei luoghi, tra fotografie, storie da rievocare e qualche racconto di un lasciapassare che gli fa spuntare ogni volta il sorriso.