Un’impresa storica con solide radici nel futuro

Riccò Vernici da oltre sessanta anni compete nella chimica

In quel piccolo miracolo correggese, che contribuendo alla riuscita del boom economico nazionale fece la fortuna del nostro territorio e della sua gente, brillano storie di imprenditori appassionati che seppero creare imprese familiari di successo. Tra queste, figura certamente la Carlo Riccò & F.lli spa, nota a Correggio come la “Riccò Vernici”, il complesso produttivo che sorge nel curvone della vecchia ferrovia, all’innesto con via Modena. Per conoscerla da vicino, incontriamo la Dr.ssa Marta Riccò, presidente della società.

Nel 1955 il padre di Marta, Carlo Riccò, senza approfondite conoscenze chimiche, scommise su un nuovo materiale, la resina poliestere insatura, e su un’applicazione rivoluzionaria, l’utilizzo della stessa come vernice sui mobili. Carlo convinse i fratelli maggiori, Guido e Ugo, della potenzialità dell’intuizione. Firmarono un pacco di cambiali e via: iniziò l’attività e nacque l’azienda. Partita da un “basso comodo” attiguo all’abitazione, dopo varie localizzazioni, nel 1963 venne inaugurata la sede attuale, ampliata negli anni. Nel 1961 la svolta fu l’esposizione alla fiera di Milano di una camera da letto verniciata con il “poliestere Riccò”, che per giorni venne innaffiata in continuo da getti di acqua. Ci racconta Marta: «La camera restò intatta, nemmeno una goccia fu assorbita. Le vernici poliesteri dimostravano elevate qualità elastiche, erano idrorepellenti e risultavano inattaccabili da muffe, batteri e umidità. Fu un successo. L’avventura voluta da papà, dopo la sua prematura scomparsa nel 1974, fu portata avanti da mia madre Tina e dai miei zii Guido e Ugo, cofondatori».

Dopo la Presidenza di Ugo, che ha sempre unito all’impegno in azienda anche la passione per il sociale, dirigendo varie associazioni sportive correggesi, le redini passano, negli anni ottanta, alla seconda generazione dei Riccò: il figlio di Guido, Oscar, diventa presidente e vi resta fino al 2014. Oscar presiede oggi il Gruppo chimico di Unindustria Reggio Emilia. Già vicepresidente della Fondazione “Il Correggio”, guida l’Associazione “Amici del Correggio” che affianca la Fondazione. Ai giorni nostri la seconda generazione dei Riccò conta su Marta, presidente dal 2014, Paolo, vice presidente – figlio di Ugo – e Nicoletta, figlia di Guido. I tre cugini formano interamente il CdA dell’azienda ricoprendo anche ruoli di direzione operativa: a Marta l’amministrazione, la finanza e le risorse umane, a Paolo il commerciale e il settore tecnico, a Nicoletta gli acquisti e la logistica, con l’aggiunta di un responsabile di stabilimento esterno alla famiglia. «Tra noi cugini impegnati in azienda si discute certamente, ma alla fine ci si intende sempre e si governa insieme» dice Marta. È un punto di forza della loro società.

Nel complesso produttivo lavorano 36 dipendenti, tra cui diversi laureati e periti. Il fatturato aziendale è di 20 milioni di euro. Da tempo la produzione non è più rivolta alle vernici per mobili, ma alle applicazioni tecnologiche delle resine poliestere nei settori più disparati: edilizia, arredamento, wellness, nautica, trasporti, energie rinnovabili, lavorazione del marmo. Semplificando si può dire che la “Riccò” trasformi le materie prime tramite “cottura” dei materiali in appositi impianti, producendo svariati tipi di resine che verranno utilizzate da altre imprese per la produzione dei loro specifici manufatti.
«La sintesi della resina, la cui durata può variare dalle 14 alle 24 ore, è cosa altamente specializzata. Al termine del singolo batch di produzione (la cosiddetta “cotta”), solo se ogni fase sarà stata condotta secondo le procedure codificate si potrà ottenere il prodotto della reazione, ossia la resina poliestere, pienamente in specifica qualitativa.

Negli anni l’azienda è sempre stata attenta alle innovazioni di mercato e ha investito molto in ricerca. Nel laboratorio, dove sono formulate le resine con attrezzature scientifiche all’avanguardia, operano 7 tecnici. Poi ci avvaliamo della collaborazione dell’Università di Modena e Reggio per specifici progetti. La ricerca sui materiali, la personalizzazione dei prodotti e del rapporto con il cliente hanno consentito all’impresa di mantenere un apprezzato profilo competitivo. La nostra azienda opera sul mercato interno sia direttamente sia tramite agenti sparsi in tutta Italia. Anche se non possiamo definirci export oriented, vendiamo all’estero circa il 10% della produzione. Il nostro approccio all’export avviene cogliendo l’individualità del cliente: non andiamo alla conquista di mercati ma selezioniamo e coltiviamo clienti di determinati settori applicativi, ovunque essi siano. Ad oggi ne abbiamo in Egitto, Francia, Spagna, Olanda, Grecia, Turchia, Bulgaria, Polonia».
La società, proprio per i materiali che tratta, è molto attenta alla salute e sicurezza sul lavoro ed al rispetto per l’ambiente. Possiede da anni la certificazione ambientale, i cui parametri vanno ben oltre il rispetto rigoroso delle norme, ed abbina periodici controlli sanitari alla formazione continua sulla sicurezza rivolta ai dipendenti, anche con prove pratiche di spegnimento incendio ed evacuazione. Marta: «Abbiamo imparato dai problemi, facendo tesoro delle lezioni che ci hanno dato nel tempo, investendo in sicurezza del lavoro, nei processi ed in tutela ambientale, di pari passo con l’evolversi delle tecnologie. Siamo soddisfatti di questo percorso». Alla domanda di rito sulla crisi, la presidente risponde così: «La nostra azienda iniziò a sentire la crisi nel 2009, quando andarono in sofferenza molti dei settori di sbocco dei nostri prodotti. La diversificazione dei mercati di vendita, che era sempre stata un punto di forza, in quella fase non contava più tanto. Oggi non abbiamo ancora recuperato i livelli di produzione e di fatturato pre-crisi, tuttavia, vediamo segnali confortanti di risveglio dell’economia che ci danno fiducia. Il problema sarà, piuttosto, la tenuta e la durata della ripresa. Fattore importante per la nostra solidità in questi anni difficili è stato senz’altro l’aver sempre investito in azienda, sia come attrezzature, sia come risorse. Cosa che continuiamo a fare».

L’impressione che si ha è di un’azienda che pensa ad ogni dettaglio con cura e razionalità. Sul tavolo della sala riunioni, c’è un calendario con il logo aziendale, illustrato con foto scattate dai dipendenti. Da tre anni, le migliori danno vita al calendario, un gadget offerto a clienti, fornitori, amici. Segno di un clima interno disteso e collaborativo.
Tornando al miracolo economico di cui si parlava all’inizio, c’è da chiedersi per via di quale alchimia, questa azienda correggese riesca a prosperare dovendo competere con i colossi della chimica dei polimeri che hanno spesso dimensioni multinazionali. Oltretutto, qui a Correggio non c’è alcun “distretto” della chimica, con le sue classiche economie esterne. È la passione per l’impresa. Fa miracoli qui a Correggio.

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