“Puntare in alto”, pensare sempre di essere in grado di fare la differenza nella propria vita e in quella degli altri e coltivare i propri sogni, che, se non altro, «servono comunque a tenere compagnia».
Sono solo alcuni degli spunti che Mario Calabresi, direttore de “La Stampa”, ha offerto ai 200 presenti che hanno affollato Palazzo Principi, giovedì 18 giugno, per la presentazione del suo ultimo libro “Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa”, nell’incontro promosso da Primo Piano.
Prendendo spunto da una vicenda famigliare -i suoi zii, Gigi Rho e Mirella Capra, hanno utilizzato la lista di nozze del loro matrimonio, sul finire degli anni Sessanta, per raccogliere tutto l’occorrente per aprire un ospedale a Matany, in una regione sperduta dell’Uganda– negli ultimi due anni Calabresi si è interrogato in realtà su un intervento che un ragazzo di una scuola superiore gli fece al termine di un incontro: «Io, ma come me tutti i miei compagni, credo che le condizioni esterne siano molto più forti di qualunque sogno e di qualunque volontà, e che l’unica strada sia la fuga da questa Italia. Siamo nati nel tempo sbagliato».
Ecco, dunque, il contributo di fiducia che il libro porta con sé e che si disvela già dal sottotitolo, “Storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi”.
Calabresi lo chiarisce raccontando, per esempio, una delle storie raccolte nel volume, quella di Aldo Bongiovanni e del suo mulino di famiglia, a Mondovì, destinato alla chiusura e che lui ha invece saputo trasformare, rimontando vecchie macine a pietra e sfruttando le possibilità offerte dal web per la distribuzione di ogni tipo di farina bio (oggi, a distanza di sei anni, al Mulino Bongiovanni lavorano in 15, tutti a tempo indeterminato).