Milano, per la prima volta, rende omaggio al grande genio fiammingo (1453 – 1516) ed alla sua fortuna nell’Europa meridionale con un progetto espositivo inedito, che presenta una tesi affascinante: Bosch, secondo i curatori, rappresenta l’emblema di un Rinascimento alternativo, lontano da quello governato dal mito della classicità, e di conseguenza la prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa.
Noto in tutto il mondo per il suo linguaggio fatto di visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche, Bosch è autore di pochissime opere a lui universalmente attribuite, conservate nei musei di tutto il mondo. Proprio perché così rari e preziosi, difficilmente i capolavori di questo artista lasciano i musei cui appartengono, e ancora più raramente si ha la possibilità di vederli riuniti in un’unica esposizione.
La fama di Bosch non iniziò nelle Fiandre, dove l’artista nacque, ma in Europa meridionale. Il “fenomeno” ebbe origine precisamente nella Spagna e nell’Italia del Cinquecento. Sarà proprio in Italia, infatti, che il linguaggio fantastico dell’artista e dei suoi seguaci, protagonisti di un altro Rinascimento, troveranno il terreno più fertile e maturo per crescere e diventare modello figurativo e culturale per quel tempo e per molte delle generazioni di artisti successive, anche a distanza di secoli.
L’esposizione di Palazzo Reale, pertanto, non è una monografica convenzionale, ma mette in dialogo capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con importanti opere di altri pittori fiamminghi, italiani e spagnoli, in un confronto che ha l’intento di spiegare al visitatore quanto l’altro Rinascimento – non solo italiano e non solo boschiano – negli anni coevi o immediatamente successivi influenzerà grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti altri.
Alla fine del percorso un’opera audiovisiva “Tríptiko. A vision inspired by Hieronymus Bosch” mette in scena un viaggio attraverso il mondo onirico del pittore fiammingo. Il titolo richiama il formato dell’opera principale da cui trae origine lo spettacolo, il Trittico del Giardino delle Delizie. Imperdibile.