All’interno delle iniziative della Fiera di Primavera (San Giuseppe) l’Amministrazione Comunale di Correggio ha presentato il progetto del nuovo Parco della Musica che verrà realizzato a nord-ovest del centro della città, nella zona intorno a Villa Taparelli, all’interno di quello che doveva essere il nuovo quartiere PP9. Abbiamo chiesto alla Sindaca Ilenia Malavasi di parlarci di questo nuovo polmone verde, a due passi dal centro storico.
Quando sono previsti l’inizio e la fine dei lavori? E che spesa complessiva è prevista?
«Il progetto presentato prevede un investimento complessivo di un milione di euro, che abbiamo già inserito negli strumenti di programmazione del nostro Ente, con uno sviluppo realizzativo triennale. Stiamo lavorando al progetto definitivo del primo stralcio, che auspichiamo possa iniziare entro la fine dell’anno».
Nella presentazione del progetto si faceva riferimento a due concetti chiave: identità e storia.
«È esattamente così. Nel PRG del 2000, all’interno del cosiddetto quartiere PP9 era già previsto un parco, anche se di dimensioni certamente molto più contenute. Partendo da quella previsione urbanistica è nata questa idea, confrontandosi anche con alcune persone molto attente alle tematiche della sostenibilità, per caratterizzare il nuovo parco. L’obiettivo, infatti, non era solo dotare Correggio di una nuova area verde nella zona nord, che ne è attualmente sprovvista, ma affiancare alla cura dell’ambiente, la custodia delle nostre radici. Già il nome del parco richiama direttamente una delle grandi tradizioni artistiche e culturali che caratterizzano la nostra città. Inoltre, la scelta delle essenze e degli alberi, la loro disposizione, il percorso proposto all’interno del parco si rifanno direttamente allo studio della nostra storia e delle nostre tradizioni, dalla centuriazione romana, alla particolarità delle coltivazioni e dei sistemi agricoli locali. Recuperare in questo modo trame caratteristiche del nostro paesaggio significa fare quindi “cultura visiva” rispetto ad alcuni elementi della nostra identità, vissuta non come elemento immutabile, ma capace di ricrearsi e rigenerarsi attraverso il tempo e le situazioni».
Per l’elaborazione del progetto vi siete affidati ad una paesaggista di alto livello e di grande esperienza.
«Considerate le premesse, per la progettazione ci siamo affidati a Silvia Ghirelli, che si occupa da oltre vent’anni di parchi, giardini, verde urbano e di architettura del paesaggio in Italia e all’estero, ricevendo prestigiosi riconoscimenti per il proprio lavoro. Nel predisporre il progetto, ha dimostrato una grande sensibilità sui temi caratterizzanti del parco. La vocazione di questa nuova area verde guarda direttamente alla nostra cultura popolare, ma la sua realizzazione è invece proiettata nel futuro, perché lavora sui temi della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente».
A Correggio vi è un’altissima dotazione di verde pubblico: disponiamo di una ricerca sul rapporto mq. verde/abitante molto rilevante.
«Abbiamo molti parchi e molte aree verdi pubbliche, che realtà a noi vicine spesso ci invidiano, ma il patrimonio verde a Correggio non si esaurisce con i parchi, perché deve tenere in considerazione anche una molteplicità di altri luoghi. Pensiamo, per esempio, alle oasi naturalistiche, come quella di Budrio, e tutta l’area tra Fosdondo e San Prospero, che costeggia il tracciato della Vecchia Ferrovia, un’“oasi” ecologica che non è classificata come “parco”, ma che come tale è certamente vissuta dai tanti correggesi che ogni giorno la percorrono a piedi o in bicicletta, apprezzandone la quiete, a pochi passi dalla città, e la bellezza. Inoltre, su questo tema si inseriscono anche le tante aree agricole: la nostra realtà è ancora caratterizzata, fortunatamente, da una vocazione agricola che nella stragrande maggioranza dei casi significa anche cura di un territorio, equilibrato e armonioso, di cui dobbiamo essere orgogliosi e di cui dobbiamo prenderci cura. Correggio ha attualmente una dotazione di aree verdi, al netto dei giardini privati, pari a 163,36 ettari (1.633.600 metri quadri). Significa che ogni cittadino correggese ha una dotazione pro capite di circa sessantacinque mq: con la completa realizzazione del nuovo parco raggiungeremmo i settanta. Un dato davvero significativo».
Negli ultimi tempi state dando concretezza alla volontà di piantare nuove piante per il riequilibrio ecologico del territorio.
«All’inizio di questo mandato amministrativo ci siamo dati come obiettivo la piantumazione di un albero per ogni abitante correggese. Un progetto ambizioso che stiamo perseguendo in tutti i modi, cogliendo le opportunità che ci vengono offerte anche dalla Regione Emilia-Romagna e coinvolgendo in questo percorso anche le associazioni o le realtà produttive locali, che scelgono di investire sul nostro territorio e sulla sua salvaguardia. Com’è stato il caso, per esempio, della collaborazione con Sicam in occasione delle piantumazioni al Parco Articolo 21 dello scorso novembre. Solo nel 2021 abbiamo messo a dimora più diduemila alberi».
Il progetto si estende tutto intorno a villa Taparelli, luogo di grande fascino. Scrigno del “Fantastico Mondo di Giulio Taparelli”, originalissimo artista correggese che ha spaziato in molti ambiti e su vari argomenti…
«Per la sua storia, per la sua conformazione, per il valore artistico di chi l’ha abitata, che si intreccia indissolubilmente con quello della nostra città è nostro intento valorizzare ulteriormente Villa Taparelli. La sinergia tra la Villa e la sua area verde con il “Parco della musica” svilupperebbe una nuova progettualità che porterebbe ad arricchire la nostra città di un luogo di arte e di cultura, un nuovo polo attrattivo di Correggio, immerso nel verde».
La natura ci salverà, se…
La natura può salvarci! Gli alberi, i boschi, i giardini sono per la maggior parte di noi delle presenze silenti, dei semplici accessori, delle belle decorazioni. Ma non è così! Noi uomini siamo una piccola briciola in confronto alla natura. Il regno vegetale rappresenta da solo il 99,5 per cento della biomassa del pianeta. E noi, così piccola cosa, con il nostro egoismo, con la nostra cecità, siamo riusciti a fare un male tanto grande da condizionare i cambiamenti climatici. Dovremmo ricordarci ogni istante della nostra vita che l’uomo e la totalità degli organismi eterotrofi della biosfera dipendono dalle piante. Le piante ci forniscono l’ossigeno che respiriamo.
Dovremmo guardare alla natura come grande e generosa amica che ci accoglie e ci abbraccia, dandoci benessere fisico e psicologico. Dobbiamo riconnetterci con le nostre vere radici, che non crescono dal cemento. Vuol dire aprirci a nuove esperienze nella natura, guardarci attorno ed apprezzare ogni giorno di più i giardini, i parchi ed il paesaggio che ci circonda e gioire profondamente del potere di guarigione degli alberi e delle piante. La capacità della natura di migliorare il nostro stato di salute è confermato da incredibili risultati scientifici: vivere a contatto con la natura aiuta a diminuire lo stress, a migliorare l’attenzione e soprattutto guarire dalle malattie più velocemente. Le nostre città devono accoglier nuovi alberi…
Silvia Ghirelli