Tra i temi di cui ci siamo occupati nello scorso numero di Primo Piano vi era il recente report di Fiom che mostrava come, di fronte ad uno straordinario aumento dei profitti nelle aziende metalmeccaniche reggiane, i salari dei lavoratori fossero rimasti quasi immutati negli ultimi anni. Nel parlare di quel tema, avevamo fatto riferimento a quello che stava accadendo proprio qui, a Correggio, con la vertenza che vedeva i lavoratori di Nexion in sciopero per il rinnovo del contratto. Oggi possiamo finalmente raccontarvi un lieto fine: nelle scorse settimane è stato trovato l’accordo tra le parti, dopo ben nove mesi di trattativa, oltre cento ore di sciopero e due cortei nel centro di Correggio. L’intesa raggiunta è stata accolta con grande soddisfazione da parte dei lavoratori: il suo contenuto è stato messo a referendum nei tre stabilimenti correggesi del gruppo Nexion, ricevendo il 97% dei voti favorevoli.
I dettagli dell’accordo sono stati estesamente raccontati nelle scorse settimane: il modello economico che si è scelto di adottare è quello della “Indennità di miglioramento tempi vita-lavoro”, che si basa su due aspetti fondamentali. Da un lato, un salario di qualità che matura anche sulle ore retribuite ed anticipate, come per maternità, ferie, permessi; dall’altro, la libertà per il lavoratore di trasformare l’aumento salariale maturato in tempo libero retribuito. L’accordo contiene poi anche altri elementi di grande importanza, come il monitoraggio dei “mancati infortuni” per elaborare migliori strategie di prevenzione ed un’analisi approfondita dello smart working.
Ma cosa ha permesso alla situazione di sbloccarsi? Secondo Davide Mariotti, componente della segreteria Cgil di Reggio Emilia che si è occupato della vicenda, le forze in gioco sono state tre: la lotta sindacale, la responsabilità delle parti e le sensibilità provenienti dall’esterno. Alla compattezza dei lavoratori di Nexion si è dunque affiancata una disponibilità a perseguire l’intesa , come spiega Mariotti: «La responsabilità della parte sindacale e di quella aziendale hanno permesso che si trovassero le giuste mediazioni. C’erano tanti altri nodi, ma entrambe le parti hanno fatto delle rinunce per arrivare a un accordo». Se questo capitolo è stato chiuso, non è da escludere che nel prossimo periodo potranno nascere altre vertenze simili. «Situazioni come questa possono esplodere anche in un futuro ravvicinato», spiega Mariotti, «ma tutto dipende dalla qualità sindacale delle richieste: quando le richieste sindacali sono pesanti, non tutte le aziende sono disposte ad accettarle. Questa vertenza sarà sicuramente d’aiuto a tutte quelle che seguiranno per la qualità delle conquiste dei lavoratori, riuscendo al tempo stesso a garantire l’occupazione e la difesa del posto di lavoro».