Al palazzetto dello sport Dorando Pietri di rotelle ne girano tante e per il verso giusto. Ogni giorno c’è chi lo dimostra: dai bimbi che cominciano a fare i primi tentativi per non cadere, a chi impara i primi rudimenti per poter guidare i pattini, seguiti dai ragazzini che già con stecca e pallina disegnano traiettorie ardite e imparano a giocare assieme seguendo regole impartite sapientemente dagli istruttori, per arrivare a giovani e adulti che si allenano per affrontare una nuova stagione agonistica. I nostri campioni saranno impegnati non solo in Italia, nel campionato di serie A, ma anche in Europa, nella coppa CERS, seconda per importanza solo alla coppa dei campioni.
Di questo e altro parliamo con il Presidente della ASD Correggio Hockey Rolando Vezzani.
È un grosso impegno, Presidente, una coppa europea. Non solo tecnicamente, ma anche economicamente. È un obbligo derivante dai risultati e dalla classifica o una scelta societaria?
«Tutte e due le cose. Dopo una serie di ripescaggi la Federazione ha detto che toccava a noi. Potevamo rinunciare, ma abbiamo accettato per gratificare ad alto livello giocatori e dirigenti e anche sperando di aumentare la nostra visibilità e risultare più appetibili per gli eventuali sponsor».
Il pubblico correggese vi segue? Quante presenze avete durante le partite interne?
«Siamo appena ad inizio stagione, ma qualche fermento positivo l’abbiamo già intravvisto. Dipenderà molto anche da noi, dal livello delle prestazioni che offriremo e da che posizione in classifica occuperemo. Attualmente ci attestiamo sulle 400 presenze sugli spalti per ogni partita».
Parlando di hockey, a Correggio il pensiero non può non andare alla gloriosa e vincente Duna Corradini. Sperate di rinverdire quei fasti oppure questi tempi storici non permettono più di sognare in grande per una realtà come la vostra? Cosa manca? Come vi finanziate?
«Chiaramente quella squadra rimane l’esempio da perseguire, ma i tempi e la situazione economica generale, e nostra in particolare, ci impongono di essere realisti e di lavorare per avvicinarci a quel sogno. Attualmente, a parte alcuni sponsor, ci finanziamo con i biglietti d’ingresso, con la partecipando alla gestione dello stand del “gnocco fritto” durante le iniziative del Comune e altre forme di autofinanziamento da parte di genitori e tifosi appassionati. Procediamo passo dopo passo, curando particolarmente il nostro settore giovanile e sperando che anche i tempi economici cambino in meglio. Per il momento contiamo su 50 bambini nel mini hockey e nell’under 11 e su 45 giocatori agonisti tra under 13, under 15 e under 20. Fra loro, speriamo di poter individuare i futuri campioni che potranno militare nelle nostre squadre».