Tutelare ogni sensibilità

Marco Moscardini, nuovo segretario PD, guarda ai giovani

«Sono nato in via Marzabotto il 22 dicembre del 1963, da una famiglia di operai che credeva nei valori positivi della partecipazione. Per questo ho sempre seguito la politica, fino ad arrivare ad occuparmene attivamente». Si presenta così Marco Moscardini, il nuovo segretario del PD di Correggio, eletto martedì 17 ottobre dal Congresso di Circolo.

Capogruppo del partito in consiglio comunale e responsabile delle feste PD, Moscardini succede a Fabrizio Pelosi. Marco è laureato in giurisprudenza e lavora come funzionario all’INAIL di Reggio Emilia. Impegnato nel sociale, è volontario CRI, iscritto all’ANPI e alla Podistica Correggio.

Come è andata la successione con Pelosi?
«Fabrizio ha scelto di non ricandidarsi; da persona leale e modesta quale è, si è impegnato a prendere in mano il partito in un momento difficile, di transizione, e l’ha fatto molto bene. Lo ringrazio perché ha fatto cose importanti con passione, come collaborare a farci vincere le amministrative e gestire il partito nel momento peggiore, secondo me, del dopoguerra, con un totale rinnovamento di persone e la nota vicenda Encor».

Lascerai la carica di capogruppo PD?
«No, la terrò un altro anno e mezzo, fino alla fine del mandato; dopo però non penso di ricandidarmi e anche le responsabilità della Festa dovranno essere ripartite. Continuerò comunque ad occuparmene; anzi, abbiamo già iniziato le riunioni per trovare almeno due nuovi responsabili».

Parlaci delle tue numerose passioni extra politiche: riesci a conciliare tutto?
«Devo dire purtroppo di no e me ne dispiace; l’ho fatto per trent’anni, ma ora gli impegni me lo impediscono. Tuttavia, corro regolarmente tre volte la settimana; è indispensabile per stare allenati e faccio qualche garetta con la Podistica Correggio, ma a livello superamatoriale. All’ANPI mi lega la storia della mia famiglia: mio zio, fratello di mio padre, era un partigiano. Da bambino non vedevo l’ora di finire la cena per andare a casa sua (abitava sopra di noi) a giocare a dama e ascoltare tutte le sue storie partigiane. Mi emoziono ancora al pensiero; la passione politica nasce anche da questo».

Anche a Correggio si sentono le diverse anime del Partito?
«Sì, si sentono e anzi ho già parlato con diverse persone rappresentative di queste varie anime e ho detto loro che vorrei rappresentare una figura di garanzia, perché è giusto tutelare ogni sensibilità. Bene o male il PD ha messo insieme due partiti eredi della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista, che si sono fronteggiati per trent’anni. Ora le volontà più positive si sono unite, ma certe differenze restano ovviamente. Vorrei che nei prossimi quattro anni queste differenze si assottigliassero sempre più. Sono stato attento al rispetto di queste diversità anche nella composizione della Segreteria (il cui numero è a discrezione del segretario).  Anche nel direttivo, formato da quaranta persone (venti donne e venti uomini), abbiamo rispettato queste parità. I componenti sono stati votati nel congresso del 17 ottobre e hanno votato un terzo degli iscritti; un buon numero anche rispetto ai congressi precedenti. Sono quaranta persone che provengono dalle varie aree, non solo renziani».

Cosa pensi di poter fare nella nostra Correggio?
«Vorrei cambiare radicalmente tante cose: primo attribuire delle deleghe a diversi componenti della segreteria, in maniera che non sia un uomo solo al comando. Ci sarà una vicesegretaria, Chiara Anceschi. I responsabili della comunicazione saranno Erik Sassi e Mariachiara Oleari. Manuela Bertolini si occuperà delle feste; il tesseramento sarà gestito da Martina Catellani, autentica colonna del partito. Poi ci sarà chi avrà l’onere di portare i temi politici all’attenzione e in discussione del direttivo e della segreteria e sarà soprattutto Francesco Cottafavi, che studia a Firenze ed è nel direttivo del PD a Roma ed ha quindi un collegamento diretto. Al tempo del Partito Comunista Correggio aveva circa 4500 tessere, ora siamo a 300; vuol dire che c’è molto da lavorare! Vorrei creare un gruppo di giovani che partecipi attivamente, incontrandoli dove loro si trovano; ho intenzione di iniziare un percorso con le parrocchie e di incontrare le forze politiche più affini a noi per non arrivare ad incontrarle due giorni prima delle elezioni. Ci metterò tanta carica per ottenere dei risultati. Quattro anni fa è stata quasi azzerata una classe politica e adesso occorre ricrearla».

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