Trent’anni di spettacolo e amicizia

Il torneo di calcetto delle compagnie di San Quirino li festeggia con un libro dedicato

Chi l’avrebbe mai detto! Sono passati trent’anni e il campetto della canonica di San Quirino è ancora strapieno di gente, nonostante il caldo torrido, intenta a seguire il “calcetto” (calcio a cinque), appuntamento oramai classico delle estati correggesi giunto ad un nuovo capitolo in questo luglio più africano che padano. La prima edizione fu indetta nel lontano 1989 come “torneo delle compagnie” e tale denominazione è rimasta invariata nel corso degli anni.

Felice intuizione quella del nome, che ha fatto subito lievitare l’interesse nei correggesi e non solo.

Le compagnie più variegate, eterogenee, a volte improbabili, presero forma e vigore nelle serate estive sfidandosi all’ultimo stinco, polpaccio, bicipite e respiro, ispirandosi e scimiottando i nomi di grandi compagini calcistiche mondiali: sugli spalti, tra una birra e uno sfottò, si tifava accanitamente per i componenti del proprio team; cittadini di solito impeccabili di giorno, che durante le partite si scatenavano in cori da ultras.

Potete prenderne visione più ampia cercando il libro “Trenta, il torneo delle compagnie di Correggio”. Trent’anni in trenta racconti a cura giornalista Damiano Reverberi, dal quale ho attinto a piene mani e che ringrazio. Chi fosse interessato lo può richiedere a torneo@sanquirino.net con offerta libera.

Dai primi anni molto naïf si passa velocemente al 1995, dove oltre alla squadra vincente cominciano a essere premiati il capocannoniere ed il miglior giocatore in assoluto: qui scopriamo i nomi di fior di giocatori che militavano nelle migliori squadre dilettantistiche della zona; non potevano mancare personaggi dello spettacolo (leggi Trixi) con il suo compagno Little Taver, che faceva da supporter o viceversa? Mah, non ricordo bene, colpa del caldo?!

Dai Ghizzoni, famiglia dedita al calcio in tutti i suoi componenti, vecchi e giovani, ai Gazzini di Mandrio che portarono la frazione al potere; da chi entrava in campo con pullman ed annessi lanci di fumogeni, facendo ritardare l’inizio della partita, agli arbitri, atleticamente statici come i vigili urbani ad un incrocio ma con occhi indipendenti che vedevano di tutto e di più, falli anche solo pensati tipo miraggi estivi. In tanti potranno ritrovarsi, ricordarsi e sorridere rivedendo foto di certi episodi forse dimenticati mentre sfogliano le pagine del libro.

Per ultimi lasciamo gli organizzatori, non per sminuirne l’importanza ma solamente perché loro la soddisfazione l’hanno già assaporata (moltiplicata per mille) vedendo che la loro intuizione, nata ad cena, è cresciuta ogni anno e dura nel tempo: non potevano sperare di più. Chapeau!

Buon proseguimento a questa istituzione dello sport correggese.

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