Non capita tutti i giorni a degli studenti di sedici anni di partecipare a una prestigiosa sfida mondiale a squadre di scienza e robotica, la First Lego League, e conseguire un risultato sopra ogni aspettativa con una doppia qualificazione: l’accesso alla finale nazionale della gara, con possibile partecipazione alle fasi mondiali, e la selezione per il premio Oltre la Robotica, in collaborazione con la direzione generale del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Protagonisti di questa speciale avventura e immensa soddisfazione sono gli alunni di 3°A dell’indirizzo meccano-plastico dell’istituto tecnico statale Luigi Einaudi di Correggio, diretto dalla preside prof.ssa Maria Cristina Santini. Ventiquattro ragazzi provenienti da Correggio, ma anche da zone limitrofe della provincia, hanno accolto con curiosità ed entusiasmo la proposta del loro docente di automazione industriale, il prof. Alessandro Vasirani, di cimentarsi in un progetto le cui linee guida erano la risoluzione di problemi reali in campo ecologico, economico e sociale attraverso il lavoro di gruppo e l’interdisciplinarità scolastica. Primo Piano ha contattato il prof. Vasirani per approfondire l’argomento e avere dettagli su quanto preparato dai suoi alunni per la competizione.
Prof Vasirani, com’è nata l’idea di prendere parte alla First Lego League?
«Ho valutato il progetto insieme ai colleghi del consiglio di classe e abbiamo proposto la gara agli studenti di 3°A, perché è un gruppo classe con molta voglia di fare e di sperimentare. Sono alunni curiosi, motivati davanti alle novità e con buone competenze digitali personali. Inoltre, il tema di questa edizione è particolarmente interessante, in quanto richiede ai ragazzi di trovare il punto di partenza per costruire un mondo migliore».
Dunque, da dove sono partiti gli alunni?
«La manifestazione richiede ai suoi partecipanti di effettuare una ricerca, con tutti i criteri del protocollo scientifico, su una problematica attuale: abbiamo scelto il riciclaggio della plastica. L’argomento ci è parso interessante per il collegamento che ha con altre discipline del loro indirizzo e anche perché questo materiale è ora posto sotto accusa come se fosse l’unico male del mondo: al contrario, i ragazzi di 3°A hanno dimostrato che la plastica di per sé non è dannosa se la si ricicla in modo corretto».
Qual è stato lo step successivo?
«Una volta scelta la tematica, gli studenti si sono confrontati con gli industriali di materie plastiche della provincia e hanno redatto un documento digitale che è stato portato a Rovereto di Trento, sede della fase regionale, il 7 febbraio scorso. Inoltre, hanno dovuto anche preparare un robot con l’uso esclusivo dei materiali Lego Mindstorms».
Come si è svolta la sfida a Rovereto?
«La gara si è articolata in quattro parti: la presentazione del robot e il suo funzionamento; l’illustrazione dei criteri di costruzione del robot, la presentazione e discussione della ricerca scientifica sulle materie plastiche e una prova di affiatamento del gruppo. Gli studenti dell’Einaudi si sono qualificati per le finali nazionali che avrebbero dovuto svolgersi a Reggio Emilia i primi di marzo alla Kohler Industries e sono stati selezionati dal Miur che individuerà i tre progetti scientifici migliori a livello italiano. Considerando l’attuale interruzione delle lezioni, nonché di molte attività produttive, causata dalla pandemia di COVID-19, non ci saranno le finali nazionali di Reggio Emilia ma siamo in attesa di un riscontro dal Miur».
Possiamo concludere con un bilancio di questa esperienza, sia dal suo punto di vista sia da quello dei suoi alunni?
«Avevo già proposto questo progetto a degli studenti dell’Einaudi quattro anni fa, ma all’epoca non si trattava di un gruppo classe ma di un gruppo scuola. La differenza è notevole: la 3°A ha dimostrato uno spirito di coesione, collaborazione e di dedizione che ha permesso l’incredibile risultato finale. Gli studenti si sono aiutati tantissimo tra di loro, hanno veramente fatto squadra e hanno lavorato con serietà anche in orario extra scolastico. A mio parere hanno superato ogni aspettativa che io e i colleghi delle varie discipline potessimo avere. Dal loro punto di vista, speravano di aver fatto un progetto valido ma hanno avuto la percezione dell’esito eccezionale solo quando a Rovereto, a fine gara, sono stati chiamati sul palco per le premiazioni».