Tigrotti miagolanti?

Tante domande per una stagione calcistica non al Top

Ad oggi, 11 novembre 2017, siamo retrocessi. Di cosa stiamo parlando? Della Correggese calcio, squadra militante in Lega nazionale dilettanti, girone D. I dieci punti in classifica dopo 14 giornate di campionato certificano la situazione e parlano, purtroppo, da soli.
In questo inizio di anno calcistico che pensavamo foriero di soddisfazioni per la squadra della nostra città e per i tifosi, viste le dichiarazioni di mezza estate, ci tocca invece annotare, da tifosi quali dichiaratamente siamo, un brusco risveglio da un sogno e l’inizio di un incubo. È la cruda realtà: stiamo retrocedendo, siamo quasi a metà novembre e siamo ultimi in classifica, abbastanza distanti dal terz’ultimo posto, quello che consente di accedere ai playout per la salvezza e di non retrocedere direttamente in Eccellenza.
Come è potuto accadere questo “disastro sportivo”, quando le aspettative erano tutt’altre?
Abbiamo assistito ad una serie di prestazione che dire imbarazzanti, per pochezza tecnica, scarsa tenuta atletica e confusione tattica, è usare delicatezza. Allo stadio, alle prime esibizioni sconfortanti, ci veniva voglia di chiudere gli occhi, pensando ad un brutto sogno, invece era ed è la triste realtà; gli occhi ora sono spalancati. Siamo ultimi.
Questo ci impone, e a maggior ragione impone agli addetti ai lavori, di tenere gli occhi ben aperti per cercare  di eliminare al più presto i difetti lampanti della squadra e trovare i correttivi da apportare (per questo esiste il mercato di riparazione invernale).  È ancora possibile salvare una stagione nata male e che sta proseguendo anche peggio, se riusciamo a scoprire da che parte può arrivare il cambiamento che permetta a questa barca (la squadra) che sta imbarcando acqua a più non posso (sconfitte), di trovare la forza tecnica, morale, fisico-agonistica per gonfiare le sue immaginarie vele e raggiungere anche in extremis (play-out) un porto sicuro (salvezza) che varrebbe come una promozione.
Ma come siamo arrivati a questa situazione? Bella domanda. Per cercare di rispondere non andremo come solito a intervistare un qualche responsabile della società, che potrebbe propinarci delle frasi fatte, delle scuse, dei tecnicismi per non dirci in pratica nulla. Eserciteremo il nostro diritto di esprimere liberamente la nostra opinione, la nostra visione della situazione, che potrà essere condivisa oppure no, ma espressa sempre in modo da contribuire ad un dibattito costruttivo sullo stato attuale della squadra.
Premessa: pensiamo, e siamo pronti a metterci la mano sul fuoco, che nessuno degli addetti alla composizione della rosa della prima squadra abbia deciso deliberatamente di sprofondare in una situazione così critica. È però evidente che, stante la situazione tecnico-tattica e fisico-agonistica della rosa attuale, un qualche errore di valutazione è stato commesso. Da chi? Perché? Interessa relativamente, perché tutto si innesta su un modus operandi che la società pratica in modo analogo da alcuni anni a questa parte. I sintomi, le avvisaglie del malessere vengono da lontano.

Qual è questo modus operandi? Quello di “terremotare” ogni fine campionato l’organico in essere, con innesti quantitativi notevoli, come se la squadra fosse una stazione di transito per tanti atleti in attesa di altra destinazione. Il parco giocatori viene poi sfoltito in corso d’opera e corretto per provare a migliorarlo. Tale politica che fino al campionato scorso, ha prodotto risultati apprezzabili. Anche se non vincenti, ma si sa che vincere è difficile.
Per vincere, che vuol dire arrivare primi, occorrono tutte le componenti oggettive, tecniche, fisiche, caratteriali, ecc. Quest’anno tutto ciò invece scarseggia, per il momento. Anche la fortuna, altra componente essenziale per primeggiare, non ha finora aiutato. E il già avvenuto (e ormai di routine) cambio di guida tecnica, nemmeno.
Perché questo modo di interpretare la gestione tecnica della squadra?  A noi non è dato saperlo, ma una cosa pensiamo: che di sicuro era obiettivo della dirigenza, a costi relativamente accettabili, di permettere alla squadra della nostra città di continuare a competere, in un campionato molto impegnativo sotto tutti i punti di vista tecnici e economici, possibilmente nella parte alta della classifica. Di questo dobbiamo sempre ringraziare il presidente Lazzaretti, che togliendoci dalle sabbie mobili di campionati minori, ci ha portato e speriamo che ci mantenga alla categoria che ritengo sia il limite massimo delle potenzialità della nostra città.

Oggi il giochino non ha funzionato, e dobbiamo porci alcune domande sul come e con quali criteri sia stata fatta la campagna tesseramento di giocatori e staff tecnico. I giocatori erano stati visionati e giudicati per le loro caratteristiche e qualità? Erano organici al tipo di gioco che il Mister iniziale, Marra, voleva metter in pratica? Quale era il tempo massimo stimato entro il quale un così cospicuo numero di giocatori nuovi (praticamente tutti) di provenienza molto variegata sia geografica che di categoria sarebbero riusciti a fare gruppo e diventare squadra per puntare ai primi posti come dichiarato in fase di programmazione?

Signor Presidente, le rivolgo un appello spero condiviso da gran parte dei tifosi: ci dia la possibilità di affezionarsi ad una qualche componente tecnica di lunga e proficua militanza nelle nostre fila, sia esso allenatore o giocatore, che abbia dimostrato attaccamento alla maglia, ai nostri colori, al nostro attualmente un po’scarso pubblico e che in campo giochi col cuore, non solo coi piedi. Cerchi di non falcidiare la rosa della squadra che ha ben figurato nel campionato precedente (non è il caso di quest’anno) ma di procedere per aggiustamenti, per innesti mirati. Si prepari serenamente al prossimo anno gettando le basi, ove possibile, dalle quali ripartire per la costruzione di una squadra che sia a sua immagine: ambiziosa, piacevole, possibilmente vincente, con un cuore grande che faccia sentire orgogliosi i propri tifosi. Questo è ciò che ci sentiamo di esternare. È uno sfogo?   Sì.  Siamo delusi da questo momento che non ci aspettavamo? Sì. Abbiamo perso la fiducia nella società e nel presidente? No. Siamo fiduciosi per il futuro?  Sì, un sì grande come una casa.

 

Ultimi aggiornamenti: per dare una scossa alla squadra, i dirigenti della società hanno richiamato in servizio l’allenatore Salvatore Marra, allontanato a settembre perché la squadra non decollava. Allontanato, dunque, l’allenatore Graziani, che la scossa in due mesi non è riuscito a trasmetterla. Si prevede per dicembre un via vai notevole dalle parti di via Fazzano 4.

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