Anche il terzo incontro promosso dal Circolo Culturale di Primo Piano ha avuto un notevole successo di pubblico. Ospite il prof. Massimo Livi Bacci, docente universitario, uno dei maggiori esperti a livello mondiale di demografia, invitato a parlare del suo ultimo libro Il pianeta stretto (Il Mulino). A condurre la serata Barbara Berretti del consiglio direttivo del Circolo.
Il pianeta è diventato stretto, in diecimila anni è come se si fosse ristretto mille volte: siamo mille volte più numerosi e mille volte più poveri di spazio.
Per un lungo periodo della storia nascite e morti sono rimaste in equilibrio, ma dal 1800 l’equilibrio salta: ai primi del Novecento la popolazione raddoppia per toccare alla fine del 1900 i 6 miliardi; oggi supera i 7.
E con una certa sicurezza possiamo prevedere che la popolazione nel 2050, fra 35 anni, aumenterà ancora di 2 o 2,5 miliardi.
Ma l’andamento demografico non sarà uguale in tutte le parti del mondo: ulteriore forte contrazione nei paesi più ricchi, non solo occidentali e incremento, anche se minore, in alcuni paesi in via di sviluppo, nell’Africa subsahariana in particolare, dove la popolazione passerà da uno a due miliardi.
Calano le nascite e cresce l’aspettativa di vita: avremo, come qualcuno ha detto, repubbliche di vecchi.
Quanto può essere sostenibile tale andamento diseguale? -chiede Barbara al professore.
I sistemi per la diminuzione delle nascite stanno già funzionando in molti continenti, Asia e America meridionale compresi.
Con l’istruzione -la via maestra-, con sistemi socio-sanitari efficienti (non necessariamente coercitivi come in Cina) si possono ottenere grandi risultati.
Ma in realtà è più facile ridurre le nascite, che incrementarle. Altro fattore demografico importante è la migrazione.
Affrontare il problema con razionalità favorirebbe le soluzioni e attenuerebbe le tensioni.
Basti pensare che, se la tendenza demografica naturale (rapporto tra nascite e morti) in atto si confermerà, l’Italia nel 2050 vedrà passare la propria popolazione dagli attuali 60 milioni ai 45; la Germania dagli attuali 80 milioni al 70-65 milioni.
Ma la cosa negativa è che la migrazione ora non è governata da nessuno.
Un ente sovranazionale potrebbe fare tante cose positive nel governo della migrazione: l’identificazione dei migranti, della loro professionalità e istruzione, dell’eventuale fedina penale, ecc. Un ente del genere, neutro, cioè non condizionato dal “consenso elettorale”, da pregiudizi, potrebbe costituire la base funzionale per un’istituzione internazionale volta a sviluppare la cooperazione tra gli Stati, facendo loro cedere parte di sovranità su una questione così delicata.
Ne riparleremo, conclude Giulio Fantuzzi, presidente del Circolo, con il prof. Romano Prodi e Lucio Caracciolo, ospiti di Correggio e di Primo Piano presso il Teatro Asioli il 27 aprile. Se il prof. Livi Bacci ha delineato con chiarezza il quadro, spetta ad altri provare a individuare possibili soluzioni …
Un’anticipazione sulle creazioni di Pasqua: «Quest’anno proporremo l’uovo vibrato e galline di cioccolato ai gusti fondente, latte, biondo e bianco.
Tutti rigorosamente temperati da noi, a partire dalle miscele della “Valrona”».