La conoscono tutti e non potrebbe essere altrimenti, visto che è la prima cantina cooperativa ad essersi costituita sul territorio della nostra provincia, oltre che una delle realtà produttive più importanti e prestigiose del comparto. La Cantina Sociale di San Martino in Rio, anno di fondazione 1907, non solo è la più longeva del territorio ma anche quella che ancora oggi conserva la sua identità storica originale, pur essendosi nel tempo accresciuta di dimensioni e costantemente aggiornata dal punto di vista tecnologico.
Potrebbe essere definita un pezzo di storia al passo coi tempi visto che, anche dal punto di vista produttivo, non rinnega assolutamente il passato e la vocazione del suo territorio, pur essendo da sempre proiettata all’innovazione ed alla modernizzazione. Fattori, questi ultimi, che hanno visto questa realtà sempre in prima linea, a partire dall’introduzione della vendemmia meccanica e delle modalità di conferimento delle uve raccolte con questo sistema per arrivare alle scelte tecnico-enologiche più attuali, compiute sia a favore della produzione di vino sfuso che di vino in bottiglia nella sua invidiabile gamma oggi disponibile.
L’azienda, ormai fagocitata dal paese di San Martino in Rio del quale è uno straordinario fiore all’occhiello (potrebbe quasi essere definito “monumento”), è costituita oggi da 320 soci che coltivano 1.400 ettari di vigneto specializzato con una capacità produttiva di 300 mila quintali di uva. Una realtà che da sola rappresenta il 21% della produzione viticola di tutta la provincia e che ha un bacino d’utenza che va oltre i confini comunali e si espande anche nei comuni limitrofi, sia reggiani che modenesi.
Fra questi, da sempre, con il 28% dei soci che conferiscono poco meno del 40% del prodotto, il comune di Correggio è sicuramente il più rappresentato. Le uve complessivamente lavorate sono costituite per un 55% da Ancellotta e per un 45% da Lambruschi: un aspetto che inevitabilmente indirizza anche le scelte e le strategie sia enologiche che commerciali. L’Ancellotta in effetti è notoriamente una varietà tipica ed esclusiva del nostro territorio, che solo nella nostra pianura riesce ad esprimersi a livelli di eccellenza e di colore così pregiati, tanto da distinguerci e caratterizzarci proprio per quanto riguarda il panorama varietale coltivato nel reggiano.
«Dall’Ancellotta – spiega Roberto Baccarani, presidente della Cantina di San Martino in Rio – si ricava un vino da colore che da sempre è destinato unicamente alla produzione di vini sfusi. Per le sue caratteristiche di rosso intenso e brillante, oltre che di profumi non invasivi, è univocamente riconosciuta nel settore enologico come ingrediente, talvolta irrinunciabile, per la correzione dei vini di altre aree viticole sia nazionali che internazionali». Stiamo parlando di quello che sicuramente oggi è il più importante colorante naturale per utilizzo alimentare, il 75% del quale viene oggi utilizzato dall’industria enologica ma che sta sempre più frequentemente riscontrando importanti sbocchi di impiego anche in altri settori, prevalentemente alimentari ma non solo.
Ovviamente il prodotto deve essere di qualità elevata. Su questo fronte però è risaputo che l’Ancellotta della Cantina di San Martino è sicuramente una delle più rinomate del territorio: peraltro, già da alcuni anni, ha anche una linea di produzione biologica. Il gruppo può contare anche sulla piena operatività di importanti investimenti tecnologici compiuti con una certa lungimiranza già da alcuni anni: questi, peraltro, hanno permesso di individuare nuovi interessanti filoni di mercato. Da questo punto di vista la lavorazione del prodotto fresco senza anidride solforosa, la concentrazione e a termovinificazione sono sicuramente fiori all’occhiello della cooperativa.
Ovviamente però la produzione della Cantina di San Martino in Rio vanta anche un ampio repertorio di Lambruschi: come ci spiega il vicepresidente e responsabile del progetto bottiglia, il correggese Maurizio Messori, le etichette non si limitano alla sola gamma di uve reggiane, ma è impreziosita anche da quelle modenesi, provenienti dai soci della provincia limitrofa. Questo permette la migliore valorizzazione del prodotto, attraverso una ampio catalogo di bottiglie, con alcuni nuovi prodotti di eccellenza che si vanno ad aggiungere alle produzioni storiche.
Oltre alla ormai affermata linea Rio’, riconoscibile per le etichette dai colori vivaci, il carattere accattivante e una gamma molto completa, non vanno dimenticati i prodotti top di gamma come il “Lirico” od il “Nero di Corte”. Il Lirico, con la particolare bottiglia che lo rende inconfondibile, è uno spumante oggi prodotto nelle versioni Rosso e Rosè. Il Nero di Corte, un Doc Reggiano, è la bottiglia di referenza della cantina, «mentre il Pignoletto Bianco – sottolinea Messori – è una novità abbastanza recente che ci sta regalando grandi soddisfazioni».
Un rossissimo che vale oro
Nello scorso mese di Novembre la Cantina di San Martino in Rio ha conquistato la medaglia d’oro al Concorso Internazionale dei Vini sfusi 2021, International Bulk Wine Competition 2021, con il suo vino Rossissimo di Ancellotta. Si tratta di un prestigioso riconoscimento internazionale assegnato nel corso del World Bulk Wine Exhibition, una delle più importanti manifestazione di settore che si svolge ogni anno ad Amsterdam.
Si tratta di un fondamentale momento di incontro fra le aziende del settore, visto che il mercato del vino sfuso è ancora oggi un comparto molto interessante per il nostro territorio, soprattutto in funzione della tipologia delle produzioni che caratterizzano la nostra viticoltura. La Cantina di San Martino, a dire il vero, non è nuova a questi traguardi, tanto che l’attestato appena ricevuto è il terzo di una serie destinata sicuramente ad arricchirsi negli anni a venire.