Sprecare è un po’ morire

Anche Correggio impegnata nella lotta allo spreco alimentare

Lo spreco è figlio del consumismo. Lo spiegava bene Zygmunt Bauman, il grande sociologo scomparso il 9 gennaio scorso. Lo spreco degli alimenti è da solo un fenomeno mostruoso: oggi nel mondo un terzo del cibo viene buttato, mentre ottocento milioni di persone soffrono la fame. Molto si perde nel momento della raccolta, della trasformazione e della conservazione, ma il 12% viene sprecato proprio dai consumatori dei paesi ricchi. In Italia sono quasi 9 milioni le tonnellate di alimenti sprecati ogni anno.
Solo un esempio: finisce nella spazzatura il 19% del pane che acquistiamo. Dal settembre scorso nel nostro Paese è in vigore una legge che detta nuove regole su un aspetto particolare della lotta allo spreco alimentare: “la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale”. In sostanza la nuova legge semplifica le pratiche burocratiche, rende più facile la donazione e offre benefici fiscali. Chi cede a titolo gratuito prodotti alimentari a indigenti e ad organizzazioni no-profit che aiutano persone bisognose potrà ottenere una riduzione della tassa comunale sui rifiuti. Soprattutto, queste regole semplificano l’impegno di chi già opera su questo fronte. Nel comune di Correggio, due esempi: i supermercati Coop e Conad. Queste due strutture della grande distribuzione soltanto lo scorso anno, donando prodotti alle Onlus del territorio, hanno evitato di buttare nei cassonetti alimenti per un valore di circa 120.000 euro (70.000 la Coop, 50.000 il Conad).
sprecare2«La nostra convenzione con la cooperativa di solidarietà sociale L’Ovile – spiega Davide Pivetta, direttore della Coop di Via Finzi – è attiva già da alcuni anni. I soci e i volontari della cooperativa vengono da noi quotidianamente. A fine giornata ritirano soprattutto prodotti da forno freschi che noi non venderemmo il giorno successivo e frutta e verdura ancora consumabile, ma che non può più essere esposta. Se loro non la ritirassero tutti questi prodotti finirebbero nei cassonetti».
La stessa cosa accade ogni sera al Conad di Via Don Minzoni. «Noi – precisa il direttore Andrea Paolini – la convenzione l’abbiamo sottoscritta con Caritas. Da tre anni i volontari si presentano verso le 20: raccolgono pane, dolci e altri prodotti da forno della giornata, poi ortofrutta, carne e latticini confezionati con data di scadenza entro i due o tre giorni». «Oltre ad evitare lo spreco di tanti prodotti – aggiunge Paolini- la convenzione con Caritas ha quasi annullato l’impegno dei nostri addetti nella raccolta serale dei rifiuti».
Alla Caritas arrivano anche prodotti alimentari della Coop di Via Finzi «Noi – ricorda Pivetta – siamo convenzionati con AUSER che a sua volta fa arrivare a Caritas generi vari con problemi alle confezioni, ma tutti ancora adatti al consumo».
Dunque nella lotta allo spreco alimentare sul nostro territorio c’è l’impegno di due importanti catene della distribuzione. Anche le mense aziendali, scolastiche, ospedaliere sono realtà che possono contribuire e la nuova legge prevede che il Ministero della Salute possa dettare linee guida a chi le gestisce per ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti. Ma il contributo più importante deve arrivare, come in molti casi, dal singolo cittadino. Con un’educazione alimentare corretta, con un modo consapevole di fare la spesa e anche riprendendo la buona vecchia abitudine di riciclare gli avanzi, ognuno di noi può fare la sua parte.

IN EMILIA-ROMAGNA ANCHE I PICCOLI NEGOZI POSSONO CONTRIBUIRE

Un patto tra Last Minute Market, Confesercenti e Federconsumatori ha come obiettivo quello di recuperare dai negozi tradizionali e pubblici esercizi oltre 1,2 miliardi di euro di prodotti alimentari invenduti, destinati a diventare spreco e che invece possono ancora avere uso.
Il progetto ha preso il via sperimentalmente nel mese di gennaio e prevede un piano di recupero delle eccedenze in tre fasi:
una piattaforma web (web app) gratuita e aperta a tutti che permetta ai negozi, gratuitamente, in alcune giornate e in determinate fasce orarie, di offrire con sconti i prodotti deperibili ai consumatori, che potranno approfittarne con facilità, diminuendo così la quota totale di invenduto;
un accordo con Last Minute Market per la redistribuzione delle eccedenze tra le associazioni di solidarietà del territorio;
l’elaborazione di un doppio piano informativo: “buone pratiche” per gli imprenditori e un decalogo per i consumatori per evitare lo spreco a casa e fuori.

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