Sotto questo sole, bello pedalare ma…?

La convivenza difficile tra auto e bici

Quante volte rientrando a casa dopo aver usato la bicicletta, tutti contenti per aver svolto un po’ di movimento salutare e per aver aiutato a non inquinare ulteriormente l’ambiente, non ci siamo accorti che per pochi metri, per pochi istanti, abbiamo rischiato seriamente la nostra incolumità fisica?

Nel bombardamento quotidiano di notizie, a volte inutili, spesso false, non ci accorgiamo che intorno a noi tutti i giorni sulle strade si combatte una battaglia a volte con vittime, spesso con feriti, involontaria, inconsapevole e sottovalutata tra ciclisti e mezzi motorizzati. Una battaglia impari, numericamente, come proporzioni, peso, e capacità di far male.

Certamente i ciclisti non sono statisticamente i fruitori più disciplinati della strada, ma difficilmente possono causare direttamente gravi danni ad altri utenti di mezzi meccanici, dal potenziale nocivo nettamente superiore.

Si sta insinuando nel sentire comune il pensiero che i guidatori di mezzi motorizzati odiano visceralmente i ciclisti. Giornalmente ci troviamo a commentare notizie di incidenti che vedono coinvolti bici ed automobili: non vogliamo addossare responsabilità ma proporre alcune riflessioni, a costo zero e ad impegno minimo, sulla possibilità di una più serena convivenza tra le parti, sulle strade che a volte sono malandate, strette, piene di buche, ma comunque di tutti.

Un maggior rispetto, una maggiore comprensione dei possibili errori altrui (spesso involontari), un maggiore fair play anziché l’inveire reciproco potrebbero essere gli ingredienti per cominciare a diminuire la conflittualità conclamata sulle strade.

Fare del male agli altri istintivamente, per uno scatto di rabbia, per futile rivalsa, si può rivelare un atto di grave autolesionismo; può voler dire fare del male anche a se stessi, infilarsi in un tunnel di rimorsi morali, di pratiche legali che un semplice atto di tolleranza potrebbe sicuramente evitare.

Percorsi educativi mirati non sarebbero certamente inutili: società sportive del settore ed associazioni di categoria potrebbero attivarsi per implementare le loro attività con manifestazioni rivolte al rispetto civile ed alla tolleranza.

Per chi non avesse abbastanza presente l’entità del problema, forniamo alcuni dati significativi nella tabella allegata: a stagione appena cominciata sono già accaduti alcuni sinistri fra cittadini Correggesi e nei paesi limitrofi, in alcuni casi con conseguenze traumatiche serie.

L’errore che non si deve commettere è di pensare che ciò riguardi solo i cosiddetti “Corridori”, con biciclette da corsa, gasati, pastigliati, sempre col numero sulla maglia. No! Anzi, il maggior numero di incidenti gravi avviene sulle strade urbane, negli attraversamenti, nelle rotonde, andando a fare la spesa al mercato settimanale. Bisogna stare attenti: bambini, anziani, uomini, donne, rispettate il codice stradale, vigilate sul buono stato di funzionamento della vostra bici, informatevi presso le forze dell’ordine; non rischiate, nel dubbio fermatevi, cinque secondi di attesa possono evitare giorni, mesi, se non anni di prognosi e tribolazioni.

Cicloturisti in allenamento o in escursione, salutate, sorridete, fate un cenno di scuse se abusate della carreggiata; Automobilisti, provate con un colpo leggero di clacson, un attimo di pazienza, non inalberatevi per niente, ne va del benessere fisico e mentale di tutti.

Per chi lo desidera, le righe del giornale possono ospitare proposte ed esperienze, per agevolare un serio, educato e costruttivo dibattito. Il rispetto deve essere il nuovo imperativo per tutti i protagonisti delle strade: non mettiamoci anche del nostro, altrimenti diventa un inferno!

 

BUON VIAGGIO a tutti: la parola d’ordine d’ora in poi (spero), 
RISPETTO!

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