Siamo tutti leoni… da tastiera

Come Parliamo

Un personaggio molto ben riuscito interpretato dal comico Maurizio Crozza è, a mio parere, Napalm51. Se non lo conoscete rimedio subito: si tratta di un uomo di mezza età che vive con la madre maltrattatissima e odiata e che passa la sua giornata insultando le persone su siti e social network.
Ha un’opinione su tutto e soprattutto vuole che tutte le persone la conoscano.

Naturalmente si tratta di una macchietta, ma rappresenta benissimo lo spirito dei nostri tempi.
Mi riferisco alla frenesia di dire la propria opinione che impazza, più che fra gli adolescenti, fra i quarantenni e i cinquantenni che utilizzano i social network.
La tendenza è quella di sentirsi paladini di ogni causa, di riflettere come specchi tutto ciò che accade nel mondo, commentando in diretta e sputando sentenze senza fermarsi un momento a riflettere. Credo, ma non l’ho certo teorizzato io, che la ragione di questo fatto risieda proprio nell’età di questi “leoni da tastiera”: si tratta di non nativi digitali, ovvero di persone che hanno “subìto” la rivoluzione digitale in età già matura. Proprio per questo, a volte non si rendono conto che scrivere sul web non è come fare quattro chiacchiere al bar: tutto ciò che si dice rimane, può essere ripreso all’infinito e dare vita a veri e propri circoli viziosi in cui le notizie si ingigantiscono o vengono distorte.

Non a caso, uno dei temi scottanti della nostra epoca sui quali la politica mondiale si interroga è quello delle fake news, ovvero delle (volgarmente dette) bufale.
Fatti totalmente inventati, che al bar morirebbero fra quattro mura e al massimo ci farebbero fare quattro risate, ma che su internet riverberano fino ad essere citati come fatti accertati da accreditate testate giornalistiche.

Vi propongo dunque alcune semplici regole nello scrivere e nel comunicare in rete, che possono salvarci da brutte figure e da litigi con amici e sconosciuti.
Non mi sto riferendo al momento in cui pubblichiamo una foto, ma a quando ci accingiamo a commentare una notizia di attualità. Prendo spunto dal blog di Zerocalcare, fumettista che ha pubblicato un test proprio su questo tema.

Prima di pubblicare un commento o una reazione ad una notizia, domandati…

Ciò che sto scrivendo aggiunge informazioni utili alla lettura del fenomeno?

Ciò che sto scrivendo esprime un punto di vista diverso rispetto a una marea di commenti tutti uguali? Ovvero: è davvero utile pubblicare l’ennesima reazione ad un fatto di sangue, proclamando che si tratti di un fatto inaccettabile, quando questa cosa potrebbe anche dirla la signora Maria commentando la tv?

Ciò che sto scrivendo è espresso in italiano comprensibile? Un pensiero profondissimo è inficiato da un erroraccio grammaticale

Ciò che sto scrivendo offende o attacca in modo insensato una categoria di persone che nulla ha a che fare con gli eventi occorsi?

Quattro semplici passaggi, e la nostra reputazione sul web è salva.

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