Agli inizi del Novecento, Correggio avvertiva l’urgenza di dotarsi di un ospedale adeguato ai tempi moderni. Il vecchio “Ospedale degli infermi”, edificato ad opera della Congregazione di san Sebastiano il 13 aprile 1683, e ubicato nell’antica contrada della Ca’ Nova, tra l’attuale via Marconi e via del Carmine, non poteva più sopportare l’avanzare demografico e le innovazioni nel campo medicale.
Si studiarono varie soluzioni tra cui la ristrutturazione dell’esistente, ma poi si preferì un’architettura nuova e funzionale. Attivo propulsore della realizzazione fu Vittorio Cottafavi, Deputato in Parlamento dal 1895 al 1919, che, grazie alla sua privilegiata posizione, attivò le idonee procedure. Il 22 luglio 1911 fu commissionato l’incarico di redarre un Progetto all’ingegner Giulio Marcovigi di Bologna.
Il Progetto, discusso in Consiglio comunale, sotto la guida del sindaco Enrico Taparelli, venne adottato. Il costo previsto di lire 287.462,99 prevedeva per il Comune un gravoso impegno finanziario che si risolse con la vendita di appezzamenti e, pure, con l’attivazione di una Tombola Telegrafica nazionale. Per l’edificio fu destinato l’appezzamento comunale di San Rocco, a settentrione della strada di circonvallazione e a est della via di Mandriolo. Il sindaco Taparelli diede inizio ai lavori nel mese di aprile 1912, ma in luglio morì e fu sostituito da Luca Bartoli, il quale contattò la Congregazione di san Sebastiano, che al momento gestiva l’ospedale esistente, per chiedere un concorso nelle spese, considerando l’aumento dei costi dovuti a contingenze diverse.
Nel 1914 si firmò la Convenzione fra i due Enti (religioso e laico), e il Comune concesse alla Congregazione l’uso perpetuo dei fabbricati nosocomiali con l’onere di pagare le imposte, la tassa di assicurazione incendi e le spese di manutenzione.
Purtroppo a un anno dall’inizio della Grande guerra, i campi di battaglia al fronte si affollarono, oltre che di morti, di un gran numero di feriti che abbisognavano di ospedali per le cure. Così il Deputato Cottafavi si sentì in dovere di offrire il nuovo nosocomio correggese, ormai alla conclusione dei lavori, all’Autorità Militare. E nell’ottobre 1915, circa 200 feriti di guerra vi trovarono accoglienza.
Mancava ancora l’inaugurazione che avvenne, in forma solenne, il 14 novembre 1915. Fu una giornata campale, avvalorata dalla partecipazione dei rappresentati del Parlamento, delle Autorità religiose e militari e di una considerevole quantità di folla.
Scemata la necessità bellica, l’ospedale nuovo che ancora non portava una precisa denominazione (tanto da esser contraddistinto come Ospedale Nuovo o di Mandriolo o di san Rocco o di Correggio), aprì finalmente le porte ai pazienti del distretto correggese. Era il primo gennaio 1920. Il Comune ne cedette la proprietà alla Congregazione di San Sebastiano, che passò dalla gestione del vecchio ospedale a quella del nuovo, e fu anche definita l’intitolazione di “Ospedale civile di san Sebastiano”
La gestione religiosa si mantenne fino all’inizio degli anni Ottanta, quando il nosocomio correggese venne inglobato nel sistema sanitario nazionale e si trasformò in ‘Unità Sanitaria Locale n° 11’.
Per saperne di più si può visionare il libro ‘Solenne Inaugurazione del nuovo Ospedale di Correggio’, di Fabrizia Amaini, Iames Amaini, Giulio Bursi, completo di inedite immagini e, soprattutto, del primo documento filmato (trasformato in DVD), girato a Correggio (1915), dell’Inaugurazione, ritrovato per caso in un baule giacente nella soffitta di villa Cottafavi in ristrutturazione.