Tanto tuonò che… piovve. Potrebbe essere il proverbio adatto sia all’attuale stagione metereologica primaverile sia alla stagione agonistica 2017/18 della Correggese Calcio. La tribolata avventura della Correggese ha avuto il suo epilogo nefasto domenica 6 maggio alle 5 “de la tarde” (della sera), con la sconfitta casalinga contro il San Sepolcro che ne ha sancito la retrocessione diretta dalla serie D all’Eccellenza.
Queste le nude e crude cifre di un’annata disgraziata: 38 partite giocate, di cui 6 vinte, 14 pareggiate, 18 perse, con 37 gol fatti e 55 gol subiti. Niente play out ma retrocessione diretta.
Ogni retrocessione non è altro che la somma di una serie di fattori negativi, di errori, di incompetenze: chiamatela come volete, il risultato non cambia. La Correggese, da squadra di vertice di un paio d’anni fa, e come si sperava che fosse anche in questo campionato, ben presto si è rivelata un’armata male assortita, poco qualitativa nei singoli, mancante di “attributi”. E il nervosismo, spesso sfociato in espulsioni, nulla aveva a che fare con la carica agonistica e l’attaccamento alla maglia.
Aggiungiamoci poi una conduzione tecnica e societaria che definire “ballerina” è offendere le ballerine, anche quelle di seconda fila. Una gestione caotica e autolesionista, per l’alternarsi delle scelte e poi delle sconfessioni. Allenatori reperiti tramite chissà quale casting, più adatto a un reality come “La Corrida”, che invece scelti con competenza. Così attraverso avvicendamenti, new entry, rinomine e riesoneri le porte girevoli della sede societaria hanno superato un collaudo di resistenza di rara intensità. E poi, naturalmente, giocatori reperiti in ogni anfratto del campionato e probabilmente spacciati come adatti alla categoria senza che nessuno li avesse seriamente visionati (immagino), soprattutto da coloro che erano preposti alle scelte tecniche. Giocatori transitati come meteore; che abbiamo visti lo spazio di poche, pochissime partite e poi spariti; presi ai margini in altri team, riserve si diceva una volta, spacciati come toccasana per una rosa dimostratasi fin dall’inizio deficitaria sia tecnicamente, che fisicamente, che mentalmente. Così facendo, è naufragato nel marasma generale anche quello che di buono c’era.
Bisogna riconoscere che la dirigenza della Correggese Calcio è stata più che eccellente dal punto di vista dell’organizzazione societaria. Ma deve assumersi le responsabilità tecniche del fallimento dell’annata sportiva. Senza scadere in basse polemiche: chi opera può sbagliare. Allora ci si rimbocchi le maniche, si faccia di questo momento la base per una nuova ripartenza con premesse diverse, senza proclami e con un radicamento se possibile ancor più profondo con il territorio. Rispetto al passato ci vogliono meno mercenari, più cura del settore giovanile, più clima di appartenenza. Bisogna trovare tecnici e giocatori emergenti che abbiano “fame”, che siano in rampa di lancio e non in fase di disarmo.
Ripartiamo tutti assieme: Presidente, sponsor e tifosi. Se ci verranno chiesti impegni non voltiamoci dall’altra parte, tiriamo tutti nella stessa direzione e torniamo al più presto dove il nome, l’organizzazione, gli impianti, la città hanno il diritto e il dovere di stare: in Serie D.