Una serata di successo sugli sviluppi della robotica e dell’intelligenza artificiale

Mercoledì 5 giugno si è parlato di robotica con Massimo Gaggi e Riccardo Staglianò.

Una serata di successo quella voluta e organizzata da Primo Piano sugli sviluppi della robotica e dell’intelligenza artificiale. Pubblico numeroso e attento, tra cui diversi importanti imprenditori correggesi.

I giornalisti Massimo Gaggi, inviato del Corriere della Sera negli USA, e Riccardo Staglianò, corrispondente di Repubblica, coordinati dal direttore del telegiornale di Telereggio Gabriele Franzini, non hanno deluso le aspettative, con interventi molto ampi in un’ottica decisamente internazionale.
Il dibattito ha riguardato sia le incredibili prospettive dell’innovazione robotica (in cui la Cina ha ormai superato gli USA) che i rischi di rapida estromissione dell’uomo da una serie di attività non più solo manuali ma, sempre più, anche intellettuali: UBER già elimina migliaia di taxisti, la prossima guida automatizzata delle auto cancellerà milioni di camionisti.

Altri problemi riguardano l’eliminazione della privacy e la manipolazione genetica sull’uomo. L’illusione libertaria, vissuta come l’alba di un mondo migliore, che aveva caratterizzato i primi passi dei pionieri della Silicon Valley ha ceduto il passo ad una realtà ben diversa. Le cinque “big tech” (Google, Facebook, Amazon, Apple, Microsoft) sono diventate dei grandi monopoli che dominano l’economia mondiale e condizionano le nostre vite. Muovono fatturati enormi, con bassissimi livelli di occupazione. Anche i lavoretti nati dalla economia della condivisione (sharing economy), pur avvantaggiando i consumatori, stanno comportando nuove schiavitù e il contemporaneo crollo di quel sistema fiscale e contributivo che finora ha finanziato il welfare per tutti i cittadini.

A conclusione di un quadro di luci e di ombre si è detto che il progresso tecnologico e digitale non va fermato o combattuto, ma solo governato. Occorre un nuovo sistema di regole, di fiscalità e di garanzie democratiche, con Stati che ne condizionano gli sviluppi, mantenendo il proprio ruolo di redistribuzione sociale della ricchezza e delle opportunità. E la politica, più volte richiamata in causa perché ancora silente in materia, deve entrare in gioco senza soggezione.
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