La ricorrenza di San Giovanni è una festa religiosa che è stata sovrapposta all’antico rito pagano del solstizio d’estate.
Il 24 giugno si celebra il “lungo viaggio del giorno nella notte”, il giorno con la massima estensione di luce.
San Svan / al de più lungh ed l’an.
La festa, in origine, aveva alla base due grandi temi: il fuoco e l’acqua.
In tutta Europa e anche in diversi paesi del nord Africa nella notte di San Giovanni venivano accesi dei grandi falò intorno ai quali si ritrovava la comunità per danzare e celebrare rituali propiziatori.
I giovani saltavano il fuoco e l’altezza del loro salto era considerato come segnale premonitore per definire l’altezza che avrebbero avuto le piante nei raccolti (canapa, lino…).
Al termine della cerimonia si raccoglieva la cenere che veniva serbata per tutto l’anno come amuleto contro le intemperie e le malattie della terra.
Queste tradizioni sono andate in gran parte perdute.
Sono rimaste invece vive le tradizioni legate all’acqua.
La guasa ed San Svan / la fa boun per tut l’an.
Si ritiene, ancora oggi, che esporsi alla rugiada nella notte di San Giovanni preservi dalle malattie per tutto l’anno.
Per questo motivo, la notte del 23, vengono organizzate grandi cene all’aperto.
Nella nostra zona il piatto principale della cena sono solitamente i tortelli di bietole.
Le erbe erano anche al centro di tutta la ritualità legata ai filtri curativi.
Durante la notte veniva raccolta la rugiada e poi mescolata con: iperico (scacciadiavoli) ritenuto potente contro i malefici e il malocchio, artemisia (cintura del diavolo) erba dal prezioso potere di rendere fertili ed altre erbe.
Per raccogliere la rugiada si usavano due metodi.
Si stendevano dei teli sul terreno per tutta la notte e poi al mattino strizzati su di una bacinella oppure si forava un buco nel terreno nel quale veniva posto un bicchiere e poi sopra collocato un telo impermeabile con al centro un foro in corrispondenza del bicchiere.
Nella notte di San Giovanni si riteneva avvenissero importanti magie per i contadini.
Per San Svan / al vein al va in dal gran.
Per San Giovanni si forma il vino negli acini di uva.
Per San Svan / a s’tira so al nosi per al nusein.
Per San Giovanni le noci sono adatte per fare il nocino.
Per San Svan / tut i cul i fan.
Per San Giovanni tutte le galline… fanno le uova.
Con questi auspici di prosperità vi saluto.
Che la vostra presenza porti sempre tanta luce.
E poi vino, noci, galline e tortelli a volontà!