Ritrovano sempre la strada di casa

William Zanasi e i suoi colombi viaggiatori

I colombi (o piccioni) sono un elemento caratteristico, quasi folkloristico, delle nostre piazze e dei nostri cieli. L’ uomo li ha spesso allevati per la carne, lo sport e da tempi lontanissimi come viaggiatori porta messaggi per lo spiccato senso di orientamento, la fedeltà al proprio nido e la resistenza al volo. Possono essere trasportati anche molto distanti dalla loro colombaia, ma essi ritornano infallibilmente a casa. Ne parliamo con William Zanasi, correggese DOC di anni settantadue, presidente di gruppo della locale associazione “Dorando Pietri”: «La passione mi deriva dal papà; quando sono nato avevamo già i colombi. Ho anche un fratello con la stessa passione, ma ha novant’anni e ha smesso per raggiunti limiti di età.

É un mondo meraviglioso, ma a volte se ne abusa. Questi colombi hanno il dono dalla natura dell’orientamento, come tanti animali che migrano per vivere e compiono tragitti di enormi. Noi facciamo le gare, che partono da distanze di cento chilometri per arrivare anche a mille. Arriviamo ad esempio fino a Lecce, ma c’è chi si spinge a lanciare diverse migliaia di colombi su delle zattere in mare.

Non le dico quanti muoiono. In nazioni come l’India, il Pakistan, Cina e America. Voglio denunciare questo fatto, perché noi vogliamo un gran bene ai colombi, ma poi in pratica i limiti a volte saltano. Questo sport, fino al dopoguerra era “da poveri”, che nel fine settimana avevano questa passione. Non è più così: medicine, integratori e allenamenti oggi sono diventati una spesa rilevante. In effetti, a volte, è più impegnativo che tenere una mucca nella stalla.

Il numero degli appassionati è certamente in calo, ma molti nordafricani, albanesi e rumeni venuti da noi si sono portati con sè i colombi. La nostra storia inizia forse in Belgio, ma l’Emilia, (in particolare Reggio, Modena e Bologna) è sempre stata la culla del fenomeno. Le faccio un esempio: l’anno scorso a Modena c’è stata la consueta asta di colombi per di beneficenza e il signor Zanni Gino, veterinario di Rubiera, è andato in giro per l’Europa per realizzarla; lo fa dal 1979!».

 

Come si distinguono i colombi da gara dagli altri?
«All’inizio sono tutti colombi, che si incrociano tra di loro, hanno diversi colori, hanno un loro portamento, ma poi se ne distinguono alcune proprietà. I nostri sono tenuti selezionati, vivono nella loro colombaia. Forse sarebbe troppo lungo tornare agli anni cinquanta e ai personaggi illustri che tenevano i colombi: i Vezzani della Cemental, i Nelli di viale Saltini, gli Ognibene, i Corradini».

Scorgo in bella vista coppe, medaglie e trofei vinti coi suoi campioni.
«Nel 2019 è avvenuto un fatto eccezionale: abbiamo vinto un campionato mondiale in Cina e un campionato europeo in Portogallo, nella città di Mira. Ho iscritto, attraverso la federazione nazionale, i due nipoti ai due campionati ed abbiamo vinto: incredibile!

Ci sono due categorie: giovani allevatori fino a venticinque anni e tutti gli altri, senza distinzione d’età. Due mesi fa, e questa è un’altra novità, è stato anche vinto un primo premio nazionale. In Italia esiste la cosiddetta “Colombaia Unica Nazionale”, un modo nuovo di unire gli appassionati del settore. Infatti sarebbe impossibile partecipare alle gare a gente distante come Sicilia e Piemonte.

Alla colombaia unica si mandano i colombi novelli (cioè di meno di un anno d’età); tra l’altro è a Praticello, e a Reggio Emilia abbiamo anche la Federazione Nazionale. Alla gara si potevano iscrivere cinque novelli ed io ho iscritto due novelli per ognuno dei miei nipoti, Klaus Guerrieri e Alessio Donnarumma, con grande successo.

Infatti un novello di Klaus ha vinto una gara: primo mondiale nei giovani e secondo generale; quello di Alessio ha vinto addirittura la finale, che aveva un montepremi di diecimila euro. I giovani colombi sono stati liberati a Marina di Lesina, cioè a 485 Km. di distanza. Dico sempre che ci vuole anche fortuna, ma tutti questi premi indicano, in una parola,  “qualità”».

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