Rigenerare, per l’economia del futuro

NIAL Nizzoli, leader nel recupero e nella bonifica ambientale

Si fa prima a demolire che a costruire, recita l’antico adagio. Ma qui in via Fosdondo, nel quartier generale della NIAL Nizzoli, i due soci titolari dell’azienda, i fratelli Auro e Luca Nizzoli, ci fanno capire che la demolizione richiede, se fatta come si deve, ricerca, investimenti, professionalità. Tempi adeguati, insomma.

«Quando demolire significa recuperare, riciclare, rigenerare, garantendo la sicurezza, attraverso innovazioni continue, con le certificazioni di qualità più avanzate, con la cura scrupolosa dell’ambiente -dice Auro, l’amministratore unico della società- parliamo di un mestiere che non s’improvvisa. Sono più di dieci anni che noi investiamo sul recupero e sulla bonifica ambientale. E oggi la NIAL è un’azienda leader in questo campo». NIAL (acronimo di Nizzoli, Auro e Luca) è figlia della società creata già negli anni Settanta da William Nizzoli, il padre dei due soci. La passione atavica del genitore per le macchine operatrici si fece spazio progressivamente sul mercato della demolizione delle case, con il recupero di coppi e mattoni buoni, come nel campo dei trasporti specializzati in agricoltura (le barbabietole furono suo appannaggio per un bel pezzo). «A cavallo degli anni Ottanta e Novanta -ci spiega Auro- entrano in scena nuove normative per i rifiuti. I materiali edili da demolizione diventano rifiuti speciali e il loro smaltimento non trova più le comode vie sotterranee di un tempo. Sulla scena entra anche un ospite inquietante: l’amianto. La demolizione assume così anche i connotati della bonifica ambientale, da gestire con tecniche e metodiche del tutto nuove. Di qui la necessità di un cambio di passo». Il reset aziendale tocca alla seconda generazione dei Nizzoli. Così nel 1998 nasce la NIAL s.r.l.: Auro al timone, insieme al fratello Luca.

«Fummo la prima ditta tra le province dell’Emilia Ovest a lavorare sistematicamente sull’amianto, seguendo le prescrizioni dell’Arpa reggiana, una delle prime in Italia per competenza in materia». Dopo qualche anno la NIAL si dota di un grande impianto di stoccaggio e di trattamento dei rifiuti, in via Dinazzano a Prato di Correggio. Lo visitiamo accompagnati dallo stesso Auro. Visibili dall’autostrada, che corre lì a fianco, su un’area di ben 40.000 metri quadrati, stanno rifiuti di ogni tipo, tutti catalogati: batterie, televisori, vetro, elettrodomestici, contenitori ermetici per lastre d’amianto, fanghi di ceramica e poi tutte le varietà di materiali edili derivanti da demolizioni. Macchine operatrici gigantesche vagliano, macinano. Autoarticolati telonati vanno e vengono. Una parte trova la via dell’estero (Germania in particolare), mentre il grosso torna in fornace o direttamente nei cantieri come materiale edile da riutilizzare o nelle ceramiche come sabbia silicea per piastrelle. «Evoluzione incessante, ricerca, sviluppo affidate a tecnici di grande valore che lavorano qui. Non stiamo fermi un minuto. È la curiosità innata di mio padre, irrequieto e mai pago di sé, che ha contagiato noi due fratelli fin dai primi passi in azienda con lui» dice Auro.

Tre erre reggono la filosofia aziendale: ricerca, recupero, riuso. NIAL è la prova vivente di quel concetto di “economia circolare” basata sul principio della rigenerazione che dovrebbe guidare l’economia del futuro, garantendone la sostenibilità sociale e ambientale, con buona pace di quello spreco consumistico cui ci siamo adagiati con troppa comodità. Entriamo nella logica della responsabilità sociale dell’impresa, che porta vantaggio a tutta la collettività. «Meno materiali in discarica, meno cave per estrarre sabbia e ghiaia, meno danni all’ambiente -dice Auro- e un’azienda che è strutturata organicamente, che c’è, che non fugge, che sulla bontà del processo ci mette la faccia, in un settore, quello dell’edilizia e degli inerti, fortemente destrutturato e scomposto». L’azienda correggese di cui parliamo ha oggi 90 dipendenti e un fatturato di 15 milioni di euro. Un parco macchine da cantiere e da interventi di emergenza che conta un centinaio di mezzi. Poi trenta autocarri per trasporti specializzati (ancora legati anche a sottoprodotti dell’agricoltura come le vinacce).

Le aree di attività NIAL sono tre: ambiente, (con le demolizioni, i rifiuti e il recupero), trasporti ed edilizia. «Su quest’ultima da qualche anno ci stiamo sviluppando con investimenti consistenti» ci spiega Auro Nizzoli. Al suo fianco c’è Luigi Guidetti, già responsabile per tanti anni dell’area Emilia in Unieco. Qui in NIAL dirige il settore edile.  Dalle distruzioni alle costruzioni: più che un passaggio una sinergia virtuosa. L’edile rappresenta ormai metà fatturato della NIAL. Una decina di tecnici arrivati in azienda dopo la crisi dell’Unieco hanno iniettato competenze già sperimentate. Recupero anche qui, viene da dire, secondo quel concetto shumpeteriano di “distruzione creatrice” che tante volte nella storia dell’economia reale fa capolino. La NIAL, con le sue feconde sinergie, sta impegnandosi adesso su lavori di alto profilo a Reggio città: demolizione, recupero e riconversione di parte delle Officine Reggiane, il rifacimento di tutto il piazzale Europa con un nuovo tipo di pavimentazione prodotta con materiali di recupero a cui è stato attribuito il nome “listone Reggio” e, dulcis in fundo, la grande Arena del Campovolo, dove NIAL detiene una quota nel raggruppamento di imprese che ha vinto il bando e sarà poi l’esecutrice dei lavori. Ad Auro brillano gli occhi, perché l’arena sarà una grande e bella vetrina internazionale della musica. Musica anche per la NIAL, che ha davanti a sé una grande occasione per far valere le sue note di qualità.

Parlare con Auro è piacevole. Senti l’anima dell’imprenditore legato alla nostra terra, alle sue tradizioni di ingegno, di dedizione al lavoro. Senti la soddisfazione della sintonia con le scelte di risparmio del territorio che finalmente vengono predicate e praticate dalle nostre amministrazioni pubbliche. Percepisci l’importanza del presidio di un’impresa organica e solida in settori sempre suscettibili, si sa purtroppo, di incursioni pericolose dell’illegalità organizzata. «Il nome Auro evoca il metallo più prezioso: dunque come Re Mida tutto ciò che tocchi diventa oro, perché ogni rifiuto lo trasformi in una ricchezza» gli diciamo scherzando. «Magari fosse così semplice. È una bella fatica stare sul mercato e competere. La filosofia cui ci ispiriamo è vincente, lo credo fortemente. Ma i costi non danno tregua. Però, anche per via della mia passione per lo sport a pedali, che ho praticato fin da ragazzino, ho voluto la bicicletta e pedalo» conclude con un sorriso. E gli occhi di Auro tornano a brillare perché ci segnalano i trofei ciclistici che adornano la sala riunioni NIAL in cui ci troviamo. Per merito di uno sponsor come NIAL, il Giro d’Italia femminile passò due volte per Correggio.  Ciclo e riciclo si fanno buona compagnia qui dentro. Come il fare e il disfare, che poi è sempre lavorare: il motto che, in dialetto, amava ripetere l’infaticabile genitore, William Nizzoli.

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Scroll to Top