Riaprire con cautela, ma anche con ottimismo

Andrea malucelli sulla ripartenza del grande schermo

Ormai è chiaro a tutti: le varie propaggini del settore culturale, oltre ad essere state le prime a chiudere, saranno anche le ultime ad aprire. Per certi versi è comprensibile, visto che spettacoli teatrali, concerti, mostre e film sono forse la rappresentazione più evidente degli assembramenti, il più grande spauracchio dei nostri tempi. Una cosa è certa: la quarantena ci ha fatto apprezzare nuovamente il valore profondo dell’arte in tutte le sue forme; un’amica fidata che ci dà tanto, senza chiedere niente in cambio. Dopo esserci occupati della situazione dei teatri nella scorsa uscita, è giunto il momento di evidenziare quella dei cinema: per farlo ho contattato Andrea Malucelli, presidente regionale dell’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) e proprietario del cinema Victoria di Modena, del Cinedream di Faenza e ovviamente del Cinepiù di Correggio.

Qual era la tendenza del settore prima della pandemia?
«Dopo alcuni anni di andamento negativo, il mercato cinematografico è cresciuto in modo significativo nel 2019, segnando un +11% rispetto all’anno precedente. Siamo riusciti a lavorare per tutti i dodici mesi, anche grazie al progetto Moviement, che ha creato una rete di collaborazione fra le sale, i produttori e i distributori: abbiamo implementato le novità estive alleggerendo la programmazione invernale, il che ha garantito una continuità di esercizio prima impossibile. Lo stesso 2020 era partito benissimo, con un incremento del 14% rispetto al primo bimestre del 2019, grazie al grande successo di Tolo Tolo di Checco Zalone e di altre pellicole interessanti: poi è arrivato il 24 Febbraio, quando siamo stati costretti a chiudere tutto».

 

Quali sono state le misure di supporto al settore garantite dal governo durante il lockdown?
«La più importante è stata certamente la cassa integrazione, che ci ha permesso di mantenere inalterato il livello di occupazione. É stato poi creato un fondo di emergenza per la cultura e lo spettacolo, perciò ci aspettiamo che una parte di esso venga riservato alle sale per recuperare parte degli incassi persi. Non siamo il tipo di impresa che può riempire i magazzini e poi rivendere la merce una volta finita l’emergenza. Considerando poi che le produzioni stesse si sono fermate, quando riapriremo faticheremo a proporre novità al pubblico, perciò sarà probabilmente necessaria una proroga della cassa integrazione e uno stanziamento di fondi per il rilancio: su questo tema stiamo cercando di trovare soluzioni, dialogando anche con la Regione».

 

Quali saranno le restrizioni a cui sarete soggetti una volta riaperte le porte?
«Rispetto all’allegato 9 del DPCM di inizio giugno sono stati fatti passi avanti grazie all’intervento delle regioni, Emilia Romagna in primis, proprio per creare protocolli che fossero quantomeno gestibili: gli interventi hanno riguardato la somministrazione di cibi e bevande, oltre che la rimozione della mascherina una volta preso posto in sala. Stiamo comunque parlando di spazi sicuri già prima della pandemia, con 20 metri cubi d’aria garantiti per spettatore ed obblighi molto ferrei: i nuovi protocolli ci chiedono di aumentare il ricambio rispetto al ricircolo, ma non si tratta di modifiche radicali. La regione ha tolto anche il limite dei 200 posti, facendo prevalere il metro di distanza per ogni utente o gruppo (i conviventi e gli “affetti stabili” potranno sedersi affiancati): la riduzione stimata della capienza è fra il trenta e il quaranta per cento. Pochissime sale riapriranno oggi (15 Giugno), proprio per la mancanza di nuovi film: molte grandi produzioni come 007 e Top Gun sono state posticipate all’autunno. La prima ad arrivare dovrebbe essere Tenet di Christopher Nolan, che approderà nelle sale americane il 31 luglio e in quelle italiane il 3 agosto. Credo che molte attività, fra cui il Cinepiù di Correggio, riapriranno verso metà agosto: in questo momento conviene lasciare spazio alle rappresentazioni all’aperto di film di catalogo, supportate dalle amministrazioni pubbliche».

 

In questi mesi è stato rievocato il mito romantico del Drive-In: crede che si tratti di un’idea realizzabile?
«Ne abbiamo vagliato la possibilità, ma presto i limiti ci sono sembrati maggiori delle possibilità: stare in macchina a motore spento per due ore, in piena estate, sarebbe una vera impresa. I costi di allestimento sono importanti e gli assembramenti sarebbero difficilmente evitabili, soprattutto per i servizi igienici. Essendoci molte arene all’aperto già attrezzate, è sacrosanto dare a queste la priorità».

In questi mesi ci siamo dovuti “accontentare” dei cataloghi digitali come Netflix: li vede come concorrenti o pensa che la quarantena abbia rafforzato il desiderio di sedersi in poltrona davanti al grande schermo?
«Io sono convinto che durante il lockdown molte persone si siano avvicinate o riavvicinate al cinema, alle storie, all’emozionarsi davanti alle immagini delle pellicole. Penso che grazie alle nuove uscite, americane ma anche italiane, riusciremo a catalizzare l’attenzione del pubblico, forse anche di una porzione di esso che avevamo un po’ perso. Credo che si debba guardare al futuro con ottimismo: forse è solo una speranza, comunque condivisa da altri colleghi, ma credo che questa clausura forzata abbia riacceso il fuoco della passione per il cinema degli italiani».

 

Concludiamo parlando di Correggio: quale sono le specificità del “nostro” cinema?
«Il Cinepiù è una sala a 360 gradi: rispetto ad altre, più orientate ad un utilizzo meramente commerciale, a Correggio riusciamo a rivolgerci anche a fasce di pubblico diverse e più ampie. La collaborazione con Cinecomio, che va avanti con grande profitto da molti anni, garantisce una programmazione variegata, che comprende anche film di nicchia o d’essai: nelle grandi città ci sono sale dedicate, ma in una realtà di queste dimensioni rappresenta un vero lusso. Gli ambienti vengono utilizzati anche per conferenze, fra cui quelle di Primo Piano, che dimostrano ulteriormente il fermento culturale della popolazione correggese».

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