Réspondere

Ciao Alfonso, generoso provocatore

Alfonso Chiessi è scomparso improvvisamente il 14 marzo scorso.
Ecco come lo ricordiamo.

 

«Ho bisogno di parlarti, devo chiederti una cosa»

Questa breve frase, espressa in dialetto reggiano, con tono imperativo ma anche molto invitante, è senza dubbio all’origine del mio impegno politico-amministrativo.

A pronunciarla fu Alfonso Chiessi, per me, fino ad allora, un parrocchiano, un amico, uno che si occupava di politica, uno generoso, un “collega” dell’impegno sociale… a volte un appassionato provocatore!

A quella frase fece seguito una lunga chiacchierata, alcuni incontri e la mia candidatura al Consiglio Comunale di Correggio nelle elezioni del 2004. E se oggi mi ritrovo in questo ruolo di grande responsabilità a servizio del Comune di Correggio, lo devo sicuramente anche a quella frase, a quell’invito, ad Alfonso.

Lo voglio ricordare, in queste poche righe, affettuosamente, come uno “scocciatore”, come uno che non si stancava di chiedere.
Non aveva paura ad osare, non sopprimeva nessuna idea, non si tirava indietro dal confronto e non si fermava di fronte a tentennamenti o addirittura dinieghi o difficoltà.
Lui chiedeva!

Ringrazio Alfonso fondamentalmente per questo suo atteggiamento, perché ti poneva di fronte alla necessità di rispondere.
E respòndere è proprio la radice latina dalla quale deriva il termine responsabilità, cioè impegnarsi a rispondere, a qualcuno o a sé stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano, proprio quanto viene chiesto al ruolo amministrativo e di governo che oggi mi trovo a ricoprire.

L’egoismo imperante nella società di oggi, il badare ognuno ai propri interessi in maniera quasi morbosa, rischia di renderci indifferenti nei confronti dell’altro e in modo particolare nei confronti delle persone più sole e bisognose.
Rispondere a ciò che mi chiede l’altro, la sollecitudine e la premura nei confronti di una persona che mi pone una domanda sono atteggiamenti di responsabilità.

Il cittadino (tutti i cittadini) ci sfida a considerarlo per ciò che è: una persona, soggetto di responsabilità da condividere, di risorse da mettere in comune; nonostante la sua condizione, voluta o subita, e nonostante la sua capacità o indisponibilità a interagire con la società ospitante.

Tutto questo, richiama ad un’altra grande qualità che di Alfonso mi rimane ben impressa: la gratuità condita di spirito di abnegazione e servizio che hanno connotato una vita spesa, per la moglie, per i figli, per la comunità e per i più deboli, difendendone i diritti, sempre alla ricerca della giustizia.

Credo che questo insegnamento dell’importanza di chiedere, e di chiedere per suscitare responsabilità, sia quanto di più importante ci abbia lasciato la vita e l’esempio di Alfonso… almeno per me!

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