Il Raccontavino è l’evento correggese che fa ormai parte della tradizione locale. Più che di un concorso, nonostante esitano premi e riconoscimenti, si tratta di una rassegna che ogni anno, in occasione della fiera autunnale di San Luca, viene riservata ai vini cosiddetti “fatti in casa”. Quei tipi di vino che un tempo venivano prodotti in ogni azienda agricola e che servivano a soddisfare le esigenze della famiglia per un anno intero. Il Raccontavino dal 1990 contribuisce a mantenere viva questa tradizione, ma al tempo stesso rende onore e focalizza l’attenzione nei confronti di uno dei più importanti prodotti agricoli del territorio: il Lambrusco. Mantenere viva la tradizione significa favorire il tramandarsi delle esperienze di padre in figlio ma anche lo stimolare la nascita di nuove passioni nelle generazioni più giovani. Le nuove leve, a volte professionalmente distanti dal mondo vitivinicolo correggese, possono in questo modo conoscerlo meglio e da vicino. L’idea che la Pro-Loco di Correggio ha avuto 28 anni fa, e che ha sviluppato grazie al prezioso contributo del compianto Lando Lini, è stata vincente. Tanto che il Raccontavino è fin dalle sue origini noto e seguito non solo in territorio comunale ma anche in molti comuni sia reggiani che modenesi. Seguito ed addirittura imitato, restando però l’evento in assoluto più partecipato e prestigioso, al puto che già da diversi anni si fregia del patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Il merito più grande del Raccontavino è quello di far parlare di Lambrusco nel territorio che è il cuore della sua produzione. In questo non c’è nulla di scontato, anzi. Basta guardarsi intorno per rendersi conto che noi stessi siamo i primi a non conoscere abbastanza il nostro vino nelle sue caratteristiche, tipologie e peculiarità. Ogni correggese dovrebbe sentire la responsabilità di contribuire a promuovere la conoscenza di questo straordinario prodotto delle nostre terre, che peraltro è unico, proprio nel territorio in cui nasce. Se non noi, chi?
I segreti di un concorso di successo
Dal punto di vista pratico l’evento prevede – il regolamento del concorso è molto rigido e chiaro – che i produttori che intendono partecipare al concorso si iscrivano e consegnino alla Pro Loco, nel periodo stabilito, le bottiglie campione. Queste verranno successivamente numerate in forma rigorosamente anonima e casuale, suddivise per categorie, e messe a disposizione di una commissione di assaggio. La corrispondenza fra il numero attribuito alla bottiglia ed il nome del produttore potrà essere individuata solo al momento della premiazione. Oltretutto la commissione d’assaggio non è mai la stessa ed oltre ad essere variata ogni anno è sempre molto assortita in parti uguali fra esperti ed amatori. Quest’anno per esempio la commissione d’assaggio ha raggiunto la parità di genere essendo per la prima volta composta in parti uguali fra uomini e donne. La differente estrazione dei commissari è uno degli aspetti chiave di questo concorso; se da un lato gli esperti possono avere autorevolezza nell’esprimere giudizi tecnici sulle caratteristiche del vino, gli appassionati sono i più adatti a fare emergere il gusto e le preferenze dei consumatori che peraltro, al di là della tradizione, mutano e si evolvono nel tempo. Al Raccontavino viene conferito un premio particolare ai primi tre vini classificati in ognuna delle quattro categorie in gara: Rubini, Rossi, Rosati e Bianchi dolci. È evidente che questo non significa che un vino che non va a premio non sia buono quanto piuttosto che la commissione d’assaggio ha preferito, a maggioranza, un altro vino. Questo per effetto di una media matematica dei voti espressi in fase di degustazione. Cosa non certo di poco conto perché da un lato rafforza la tesi che permette di sostenere che il vino buono è quello che piace, e non quello di moda, ed al tempo stesso può anche essere una interessante occasione di aggiornarsi sulle tendenze dei consumatori che possono sempre offrire interessanti spunti commerciali.