Qui le connessioni sono davvero famigliari

Il negozio TIM, regno del Davoli team

Tutto cominciò con Leonardo. Le origini del negozio TIM qui in Viale della Repubblica numero 12 risalgono a lui, Leonardo Davoli, storico elettrauto di Correggio da sempre conosciuto con lo scutmai che più onomatopeico non si può: Sintéla (Scintilla).

Giusto sessant’anni fa, nell’aprile 1963, il signor Leonardo, con l’aiuto dell’energica moglie Pierina, apre la sua officina per metter le mani sotto il cofano delle auto di allora: fanali, batteria, candele, motorino d’avviamento, spinterogeno (la domanda più difficile agli orali di scuola guida). Finché arriva l’autoradio, la scintilla che dà luce alla telefonia mobile.
I figli di Leonardo, Pietro e Claudio, mi ripercorrono le tappe della loro “tele avventura” famigliare. I primi telefonini si installano nelle auto, ma aprono un mondo nuovo. La SIP (Società italiana per l’esercizio telefonico), progenitrice della TIM, fiuta il mercato e propone ai Davoli l’apertura a Correggio di un negozio “In-Sip”. Alla chiamata i Davoli rispondono. Siamo nel 1993. Il punto vendita è, per data di nascita, il ventinovesimo in Italia. Claudio ci crede e mette in campo le tante relazioni amicali dei Davoli. Un cognome, una garanzia: onorabilità e serietà nel lavoro. Pietro continua a lavorare con il padre nel negozio attiguo di ricambi e, dopo una decina d’anni, con la cessione dell’officina, affianca il fratello Claudio. Entrambi si raccontano volentieri, soddisfatti e consapevoli della storia di successo che li vede protagonisti. La TIM Correggio è tra i primi negozi in Emilia-Romagna per numeri in rapporto alla popolazione. Tanti, sempre tanti i clienti che entrano, sostano in attesa, comprano, chiedono. E piange il telefono, per lo stress. «Qui da noi abbiamo un indice altissimo di penetrazione del gestore TIM, credo con pochi eguali a livello nazionale» mi dice Claudio. E aggiunge: «La TIM ci riconosce questo vantaggio, frutto della nostra scelta di fedeltà nei suoi confronti, perché siamo da sempre un negozio monomarca». «Sulla vendita dei cellulari il margine del venditore è oggi molto ridotto. Non ti consente di fare bilancio», dice Pietro. Si spiega così la vita breve di tanti piccoli negozi, anche in zona, che hanno puntato solo su quello. Ciò che fa la differenza, nel loro monomarca TIM, è l’assistenza al cliente: la contrattualistica, i servizi di internet, la gestione della rete fissa, la connessione alla fibra. Cose fatte in partnership con la TIM stessa, con la sua struttura e infrastruttura, entrambe ben solide. Un plus di servizio a tutto campo: smartphone, smart tv, domotica, video playing.
Il tutto grazie alla progressiva potenza delle reti, alla fibra, al Wi-Fi, alle app sempre più performanti. «Durante il periodo del Covid, le applicazioni per lo smartworking nel lavoro o per la didattica a distanza nella scuola ci hanno riversato un sacco di lavoro che, d’altronde, ci ha gratificato molto» mi dice Claudio. Dopo anni di crescita vorticosa, c’è un po’ di calma adesso? Chiedo. «La curva delle vendite è fatta di ondate progressive» mi spiegano entrambi. «Fino a dieci o quindici anni fa lo smartphone era un acquisto saltuario, da occasioni speciali: feste di Natale, compleanni, promozioni. Poi è diventato un bene di assoluta quotidianità. Adesso c’è un certo rallentamento. Il mercato dei cellulari è ormai saturo, vista la vastissima diffusione: poi c’è stata la crisi internazionale dei semiconduttori che ha rarefatto l’offerta; infine, la crisi economica avvertita nel portafoglio delle famiglie» mi dice Claudio. «Oggi ci sono smartphone con gigapotenze impressionanti e caratteristiche di durata molto superiori a prima: pensiamo alle batterie, dove l’obsolescenza tecnologica correva veloce. Le sostituzioni, dunque, rallentano» mi fa notare Pietro. Le marche più in voga? «Samsung con Galaxy e Apple con IPhone si spartiscono la gran parte dell’offerta» dice Claudio tornando sul fenomeno delle grandi ondate, che investono anche le big company. Ricorda le parabole in discesa dell’americana Motorola, della svedese Ericsson, della finlandese Nokia che sembrava dominare il mondo e per poi cadere su un bug del proprio sistema operativo. E quelle in ascesa di Xiaomi e Oppo, che hanno approfittato del veto su Android comminato da Trump al colosso cinese Huawei. Siamo ormai nel nuovo mondo del 5G e l’innovazione galoppa.
Ma le ondate non spaventano il team dei Davoli. Piedi per terra e passi in avanti, con misura. Dieci anni fa hanno aperto un loro negozio in centro a Carpi, in Corso Alberto Pio. Edoardo e Federico, i due figli di Pietro, ne sono i gestori, affiancati da un dipendente. «A Carpi c’è più concorrenza, ma siamo contenti dell’andamento del negozio», dice Pietro: «con i nostri giovani cerchiamo di intercettare i millenials, la “generazione digitale” meno avvezza a rivolgersi al negozio perché abituata a far tutto da sé, via web».
Nel negozio qui a Correggio, accanto a Pietro, c’è la moglie Gianna e da qualche tempo è arrivato Luca, il figlio di Claudio. Dunque già connessi al futuro, con la terza generazione dei Davoli. Prima di salutare, butto lì una domanda sul delicato rapporto del cliente con l’oggettino inseparabile che porta con sé. Vista dal vostro front office, la cellularmania sta rovinando le menti? «Qualche eccesso lo vediamo, non possiamo negarlo. Quando ci fu la rottura dei cavi della fibra per i lavori stradali al Ponte Vettigano e per un giorno internet si fermò, puoi immaginare la fila qui in negozio. Naturale. Poi c’è il caso estremo di chi chiama in preda alla disperazione perché qualche intoppo lo priva di Facebook già da un’ora. Che fai? Dispensi ragionevolezza.
E per fortuna ne vediamo ancora tanta qui in giro a Correggio. No, umanità e senno non sono estinti», conclude Claudio con l’assenso di Pietro. Penso all’oste coscienzioso, che non approfitta dell’alcolista petulante per mescere di più, ma lo invita alla riflessione e alla moderazione. La stessa morale vale, immagino, per gli inguaribili assetati di gigabytes: connessi sì, è un piacere, ma con giudizio. Claudio e Pietro concordano.

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Torna in alto