Tante sono le realtà aziendali di Correggio che sono riuscite a sfidare il tempo ed a consolidarsi nel corso di diversi decenni. Nella loro storia si condensa la soddisfazione dei fondatori ma anche di tutti noi, che da bravi emiliani sappiamo apprezzare il valore del lavoro e dare il giusto peso alla parola “operosità”.
Con questo spirito andiamo a scoprire cosa si nasconde dietro all’insegna di colore blu della Poker s.r.l., ben visibile lungo Viale dei Mille e che sappiamo far capo ad un personaggio tra i più noti della vita sociale della nostra città, Aimone Spaggiari.
Tutto ebbe inizio a metà degli anni Sessanta, mi racconta Aimone, quando da giovane studente dell’Istituto Tecnico per periti lavorava nei mesi estivi presso la cartolibreria Scaltriti: fu proprio lì che, rimasto talmente affascinato dal profumo della carta, decise di farne a sua volta una professione.
«Quello della carta, della cellulosa, è un odore particolare, un vero profumo, che si riconosce ad occhi chiusi; anche al tatto la carta, con tutte le sue grammature, è sempre stata per me fonte di un piacere che col tempo non si è mai affievolito». Preso da questo piacere, Aimone, appena ventunenne, iniziò la professione di venditore per aziende leader del settore del forniturismo di articoli di cancelleria per ufficio, acquisendo un bagaglio di esperienza che, nel giro di breve tempo, gli consentì di fare il grande passo e mettersi in proprio.
L’avventura di Poker iniziò 50 anni fa, per mano di tre amici, tra cui lo stesso Aimone. Partendo da una piccola esposizione, dove «tutto l’assortimento era sul tavolo», riuscirono ad acquisire clienti importanti come le Camere del Lavoro, la Cooperativa Muratori, diverse ceramiche ed aziende metalmeccaniche, tutte grandi utilizzatrici di carta in un periodo di sviluppo economico in cui gli uffici non lesinavano le stampe e facevano uso di molte e diverse tipologie di carta. «Il percorso sembrava spianato, ma c’era un ostacolo. La normativa vigente all’epoca imponeva il contingentamento delle licenze e non consentiva di aprire una sede fissa di vendita di articoli di cancelleria oltre a quelle già presenti sul territorio. Ma la difficoltà aguzza l’ingegno e, grazie al suggerimento dell’allora giovane Sindaco Giulio Fantuzzi, che volle incoraggiare questo nostro terzetto, iniziammo con una licenza per commercio ambulante, per poi trasferire in sede fissa per qualche tempo l’attività a Bagnolo in Piano».
«È stato un periodo di espansione, di tanto lavoro e di belle soddisfazioni, perché nel frattempo si era aggiunto a questa avventura un nuovo socio, il compianto Pierino Montanari. Il passaggio da un terzetto ad un quartetto di soci, tutti con un po’ di passione per il gioco delle carte, spiega l’origine del nome Poker. La creatività e l’entusiasmo di Pierino, già falegname, contribuì ad inserire nell’azienda il settore dell’arredamento per ufficio, mentre io potevo dedicarmi alla parte commerciale».
Quando il raggio di attività di Poker è arrivato a ricomprendere le province di Reggio Emilia, Modena, Mantova e Parma, si sono aggiunti all’organico societario nuovi membri: prima Claudio Manicardi, poi suo fratello Fabio, poi Massimiliano Bedocchi e per ultimo Marcello Rossi, che da cinque anni si occupa stabilmente della nostra nuova sede di Carpi. «Tengo a precisare che oggi noi cinque siamo soci alla pari, non ci sono quote di maggioranza: tra noi vige un’assoluta democrazia», sottolinea Aimone. In effetti questa atmosfera familiare la si coglie in tutti i reparti dell’azienda, dalle due impiegate amministrative ai venditori e al magazzino. Alla Poker trovi 20 addetti che si dimostrano operosi ma con il sorriso.
Ma come si colloca un’azienda come Poker nell’attuale panorama dell’e-commerce? È cambiata la concorrenza?
«Purtroppo con l’avvento dell’e-commerce la concorrenza è cambiata moltissimo ed in modo molto rapido. Oggi dobbiamo confrontarci con molta concorrenza sleale, che sfrutta prezzi civetta per attirare nuovi clienti a discapito della qualità della merce. Passato il primo impatto iniziale, abbiamo reagito e ci siamo messi sul mercato dell’e-commerce anche noi. Lì la competizione è sicuramente più aggressiva perché non c’è modo di studiare più di tanto la concorrenza, si deve elaborare una buona strategia e non demordere. Finché ci saranno studenti ed aziende, il settore della cancelleria non passerà mai di moda e lo stesso dicasi per la Pubblica Amministrazione, che si è evoluta verso le piattaforme telematiche per gli acquisti ma resta sempre una cliente sicura».
Il lockdown ha influito sul vostro fatturato?
«Assolutamente sì. I primi tempi è stata dura perché nella primavera del 2020 siamo arrivati a perdere il 40% del fatturato in pochi mesi, tra la Pubblica Amministrazione e molte aziende nostri clienti fissi in smart working e tutti gli studenti in DAD. Anche qui però siamo riusciti a reagire. Abbiamo dovuto ricorrere per un breve periodo alla cassa integrazione, ma abbiamo mantenuto l’obiettivo di non licenziare nessuno. Questo ci sarebbe dispiaciuto davvero molto, perché buona parte dei nostri dipendenti è con noi da parecchi anni e ci consideriamo una grande famiglia. Poi, dato il periodo, abbiamo iniziato a commercializzare gel igienizzante e mascherine: questo ha dato nuova linfa al nostro fatturato, che resta stabile tra i 3 e i 4 milioni di euro all’anno».
Quali sono i vostri punti di forza?
«Senza dubbio l’attenzione per il cliente; quello del “cartolaio” è un lavoro semplice e allo stesso tempo complicato. Dietro un oggetto che può sembrare banale ci sono tanto lavoro, tanta preparazione e soprattutto tanta varietà nei materiali. Bisogna conoscere le caratteristiche tecniche di ogni prodotto del catalogo per saper consigliare il cliente in modo mirato. Poi ci teniamo ad effettuare le consegne con il nostro personale: abbiamo in organico due autisti che sono sempre in movimento; non ricorriamo mai a corrieri terzi, per assicurare la dovuta puntualità, con soddisfazione della clientela. Inoltre, la chiusura in poco tempo delle due cartolibrerie storiche del paese ci ha inaspettatamente trasferito una nuova fetta di mercato, perché ora si rivolgono a noi ancor più gli studenti delle scuole dell’obbligo per gli articoli tipici e soprattutto per i libri di testo. Poi c’è tutto il settore dell’arredo ufficio, nel quale siamo in grado di fornire soluzioni chiavi in mano».
Tra le migliaia di articoli per ufficio che ha visto passare sotto ai suoi occhi nel corso dei decenni, ce n’è uno che non passa mai di moda?
«Il fotocopiatore. Questo senza dubbio è l’unico bene che è rimasto nel tempo! Certo, si è evoluto: inizialmente c’era il “ciclostile”, poi, da quando la tecnologia ha prodotto il fotocopiatore, questo non ha più avuto rivali».
A conclusione della nostra chiacchierata, Aimone mi ha accompagnato in visita per tutta la sede. Occupa ben 1.700 metri quadri di superficie, incluso il magazzino ordinatissimo con articoli di cancelleria di ogni tipo. Un incanto di forme e colori, da sentirsi come Alice nel Paese delle Meraviglie! E nell’aria quel profumo di carta, lo confesso, ha stregato anche me.