Il 31 dicembre 1920, i due socialisti correggesi Mario Gasparini e Agostino Zaccarelli, rispettivamente di 29 e 21 anni, furono uccisi in Corso Mazzini da una squadraccia fascista, “invitata” a Correggio dagli agrari locali, cui la crescente presa delle idee socialiste sul popolo aveva fatto ritenere necessario un intervento per far capire a tutti chi comandava.
Il 31 dicembre 2016, a 96 anni da quell’episodio, un’ottantina di correggesi e non si sono ritrovati per ricordare questi due giovani caduti per difendere i propri ideali. La commemorazione è stata organizzata da Rete Spartaco e A.N.P.I. Correggio e si è svolta nello stesso luogo dell’assassinio, ossia presso Palazzo Contarelli, che allora era la Casa del Popolo.
Nelle intenzioni degli organizzatori, oltre alla volontà di rendere omaggio a queste due vite spezzate dal fascismo, vi era quella di offrire uno spunto di riflessione sull’oggi, dove gli stessi mostri che cent’anni fa vennero chiamati fascismo si esprimono attraverso il crescente razzismo che minaccia la nostra società.
Il razzismo viene utilizzato come arma per dividere, come spinta ad odiare i propri simili, con l’inganno di fare comunità attorno a provenienza geografica, lingua, tradizioni condivise, mentre tale concetto di comunità non impedisce sfruttamento, volontà di sopraffazione, avidità. La fratellanza, infatti, non è data dal colore della pelle, ma dagli ideali di amore per il prossimo che si portano nel cuore, con la capacità di guardare più al benessere delle persone e meno a ciò che si possiede.
Questo desideravano Mario Gasparini e Agostino Zaccarelli. Per questo sono stati uccisi. A noi sta il compito di non dimenticarli e di portare avanti le loro lotte. Contro tutti i fascismi, sempre.
Ecco un piccolo estratto del testo letto il 31 dicembre 2016
VEGLIONE ROSSO
Il 31 dicembre 1920 a Correggio è un giorno di festa. Davanti al teatro Asioli, molte persone stanno portando da mangiare e da bere: mezzadri, braccianti, operai, che in tutta la loro vita a teatro non erano mai stati. Sulla facciata, uno sventolio di bandiere rosse. Alle ultime elezioni amministrative anche Correggio è diventata socialista, e questa sera il veglione di capodanno sarà rosso.
Ma nel tardo pomeriggio, davanti alla Casa del Popolo, una squadra di picchiatori, assoldati da agrari correggesi e venuti da fuori, sfidano alcuni giovani socialisti lì riuniti.
I due schieramenti si fronteggiano per un po’. Il nervosismo sale. Zaccarelli a un certo momento non ce la fa più e comincia a intonare Bandiera Rossa.
I fascisti è come se non aspettassero altro. Uno di loro grida: “mano alle pistole!” e già si sentono esplodere i primi spari, seguiti da grida di allarme e da una gran confusione.
Quando la bolgia si dissolve, e gli squadristi hanno ormai compiuto la missione per la quale sono stati pagati, nel silenzio spettrale della notte che ormai è calata su Correggio, a terra, in una pozza di sangue, restano i corpi senza vita di Mario Gasparini e di Agostino Zaccarelli, colpiti dalla mano armata dagli agrari.
Andrea Mainardi