Quando la tecnologia fidelizza la clientela

Sabe srl, eccellenza nel settore delle plastiche

“Quien sabe?“ (chi lo sa?) era il titolo di uno spaghetti-western con Gian Maria Volontè che forse pochi conoscono. Invece molti correggesi conoscono benissimo la realtà imprenditoriale di SABE srl, l’azienda che ha i suoi stabilimenti in via Piersanti Mattarella e Via Pio La Torre ed è una delle punte di diamante del distretto della plastica reggiano (vanto manifatturiero del nostro territorio). Il presidente Andrea Bertani e uno dei soci, Sergio Panciroli (che è anche il responsabile dell’area tecnica), mi ricevono in un pomeriggio del postCoVid (si spera).

SABE nasce nel 1978, quando Gianni Sassi e lo stesso Bertani decidono di avviare una propria attività imprenditoriale uscendo dalla SPAL in cui lavoravano da tempo. «Come per gran parte delle aziende correggesi, l’impresa originaria è stata una scuola che ha formato generazioni di operai specializzati e che non ha osteggiato ma accompagnato i primi passi dei nuovi imprenditori che sono usciti dai suoi ranghi. Potemmo permetterci i primi investimenti grazie alle commesse che Spaggiari ci assicurava». L’attuale ricchezza di piccole e medie imprese dei distretti industriali si spiega con questo originale modello di diffusione e collaborazione imprenditoriale che crea un’efficienza e una flessibilità aggiuntive non delocalizzabili altrove.

SABE naturalmente ha studiato per diventare grande, cioè per non rimanere legata a pochi clienti. La sua attività originaria, assecondando le competenze dei soci, è la progettazione e costruzione di stampi in acciaio per la produzione di componenti in plastica. Il mercato veniva affrontato puntando sull’immagine tecnica: non in modo generalizzato, ma attraverso il rapporto con studi professionali, designer, e il passa-parola dei clienti. E già dopo pochi anni, proprio l’incontro con nuovi clienti innovativi ha spinto SABE ad aggiungere il settore dello stampaggio di materie plastiche per garantire un risultato completo che va dalla progettazione agli stampi al prodotto finale. Attualmente SABE utilizza 24 presse ad iniezione, dove la materia prima, deumidificata e fusa, viene iniettata in stampi di acciaio per ottenere particolari sempre più complessi, adattando il processo di stampaggio ad ogni tipologia di polimeri, anche i più difficili da trattare.

I più importanti settori nei quali opera sono l’elettrico, il medicale, l’automotive, le pompe, la sicurezza. La scelta di SABE di proporre alle imprese di quei settori prodotti chiavi-in-mano ha esaltato progressivamente l’aspetto del servizio al cliente: diventare partner unico del cliente comporta la condivisione fin dall’inizio del risultato finale, ottimizzando nella progettazione le proprie competenze ed esperienze e garantendo il rispetto economico e qualitativo dell’esecuzione. Questa collaborazione porta ad una continua interazione che negli anni si è progressivamente avvalsa delle più moderne tecnologie informatiche. Ed è stata una formidabile arma di fidelizzazione dei clienti, che oggi sono oltre un centinaio.

Nel suo percorso di sviluppo la società ha visto alcuni importanti passaggi societari. Nel 2000 Sergio Panciroli diventa parte della compagine sociale che apporta una significativa esperienza tecnica; dieci anni dopo nasce il ramo operativo con il nome di SABE ENGINEERING FOR PLASTICS srl.

Con questa operazione è stato possibile allargare la compagine sociale includendo due nuovi soci: Luca Bertacchini e Dario Tasselli, due persone strategiche per la crescita dell’azienda. Purtroppo si è avuta recentemente la perdita di Gianni Sassi, prematuramente scomparso, e il figlio Gabriele, che operava in azienda da anni, ha assunto la gestione delle quote del padre. Un rischio di questo modello d’impresa è il passaggio generazionale, per cui l’affiancamento della seconda generazione a quella dei “fondatori” è decisivo. SABE ha scelto di pianificare consapevolmente questo cambiamento, di dare un’impronta manageriale all’azienda del futuro, costituendo un Comitato Esecutivo composto dai figli dei soci fondatori e dai nuovi soci. Si tratta di cinque persone che amano l’azienda, che hanno maturato un’esperienza operativa significativa al suo interno e che, con le loro competenze, coprono tutte le aree strategiche della gestione.  «Ciascun membro del Comitato Esecutivo vede il proprio futuro legato al futuro dell’azienda» commenta il Presidente, «e devo dire che sono loro a trascinare con entusiasmo SABE verso lo sviluppo tecnologico e industriale, a garantire un futuro autonomo all’impresa, che vuole restare reggiana con una visione europea».

Oggi l’azienda ha una ottantina di dipendenti per un fatturato che ha superato i 10 milioni di euro.

 

Ma voi come la vedete questa situazione di faticoso ritorno alla normalità? «Lavorando per il bio-medicale abbiamo potuto tenere in funzione lo stabilimento, ma dei nostri clienti solo 4 erano in attività, perciò abbiamo dovuto utilizzare ferie e cassa integrazione. Per noi il completo recupero dei volumi pre-CoVid non avverrà prima del 2022. Anche tra i nostri clienti, e nella stessa realtà correggese, si presenta una segmentazione settoriale: c’è chi ha continuato a svilupparsi (ad esempio i produttori del fai-da-te o del medicale), c’è chi teme un nuovo rallentamento in autunno e tiene nel cassetto i progetti di sviluppo (perché il passaggio all’investimento vero e proprio ha bisogno di prospettive chiare), e purtroppo ci sono imprese che, a causa di una domanda piatta o per l’esposizione finanziaria, rischiano la chiusura. Abbiamo clienti che ci mettono fretta su una pluralità di progetti e altri che non si sono ancora ripresi».

La SABE che si appresta ad affrontare le sfide del futuro con entusiasmo ed energia è un’azienda solida e forte dell’esperienza maturata nei 40 anni di attività passata, che si è strutturata per crescere, ha investito su due filoni differenti: da un lato la tecnologia (macchinari sempre all’avanguardia, processi produttivi con  tecnopolimeri innovativi, sistemi informativi di ultima generazione); dall’altro lato le risorse umane (formazione, attività di ricerca e selezione per attirare talenti, senso di appartenenza). L’azienda è convinta che solo mettendo le persone al centro del cambiamento sia possibile trovare soluzioni veramente innovative.

«Siamo convinti di avere tutti i requisiti per realizzare i nostri progetti di crescita per il prossimo quinquennio, abbiamo appena realizzato un importante investimento immobiliare che ci consentirà di raddoppiare la superficie produttiva e di inserire progressivamente nuove tecnologie, più robotica e un layout ottimale. Stiamo valutando anche di crescere per linee esterne, tanto che dopo il CoVid sono ripresi i contatti con un’impresa del distretto per la sua acquisizione.» ci anticipa Bertani.

Il futuro, “quien sabe?” Ecco: la SABE il futuro se lo sta costruendo giorno per giorno.

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