Spinti dalla curiosità di approfondire la conoscenza di quanto l’economia locale possa fare per la tutela
dell’ambiente, abbiamo incontrato gli Amministratori della CRI-MAN, l’azienda correggese del settore
metalmeccanico leader nella produzione di attrezzature per trattamenti di liquami zootecnici, biogas e reflui civili/industriali.
Come si pone e che prospettive può avere, nell’attuale congiuntura economica così incerta a causa della pandemia, un’azienda dedita alla meccanica che si pone a servizio dell’allevamento e dell’agricoltura?
Come sono e che risultati possono avere gli sbocchi professionali e del mercato?
Ne abbiamo parlato con il Direttore Generale della CRI-MAN, l’ingegner Michele Corbo, che ci ha aperto le porte del suo ufficio e dell’azienda intera per una chiacchierata all’insegna della professionalità e della passione per il suo lavoro. Avevamo già conosciuto la CRI-MAN nel numero di Primo Piano dell’ottobre 2016. Ci è sorta dunque spontanea la curiosità di informarci sull’andamento dell’azienda nell’arco di questi ultimi quattro anni. Con piacere abbiamo appreso che l’azienda, sempre sotto la supervisione del fondatore, il correggese doc Oreste Massari, e dei suoi figli Emanuele e Cristian, responsabili commerciali rispettivamente per l’Italia e per l’estero, non solo non ha risentito di quel calo del fatturato che purtroppo ha colpito buona parte delle imprese del settore, ma ha fatto passi da gigante.
L’azienda, infatti, ha continuato a sviluppare con successo quelle attrezzature che il signor Massari aveva iniziato a produrre nel lontano 1978 con la sua Tecnofer in Via Geminiola, di cui nel luglio 2019 CRI-MAN ha acquisito il ramo d’azienda relativo alla carpenteria; sempre nel luglio 2019 ha inaugurato la nuova sede in Via del Lavoro 9/A con un investimento di circa 10 milioni di euro tra fabbricati e attrezzature; poi ha brevettato un proprio sistema per la gestione ed il trattamento dei reflui che strizza l’occhio all’economia circolare… insomma, un bel successo di cui essere orgogliosi.
Oggi dunque la CRI-MAN è costituita da due stabilimenti, quello originario in Via Costituzione, divenuto polo produttivo per la carpenteria e la componentistica meccanica (ora CRI-MAN 2), e quello nuovo di Via del Lavoro (CRI-MAN 1), che ospita la sede legale ed amministrativa e dove si svolgono le fasi di assemblaggio, verniciatura e spedizione con tanto di magazzino dei componenti necessari. Per trasferire la parte dell’attività nel nuovo stabilimento sono stati necessari ben 28 viaggi di due Tir noleggiati per l’occasione! Un gran lavoro se si pensa che il trasloco è stato fatto nel mese di luglio. L’inclemenza della stagione estiva non ha abbattuto il morale, tant’è che tutto il personale si è speso per il comune obiettivo di “crimanizzare” (azzeccato neologismo coniato dall’ingegner Corbo) la nuova sede, elegante, in un edificio di stile contemporaneo e assolutamente funzionale, che colpisce il visitatore per i suoi grandi open space e dove la vita d’ufficio scorre accompagnata dalla più moderna domotica. Ma parliamo di politiche aziendali e tutela del lavoro.
Si sente parlare in ogni sede competente di ricadute sociali dovute al calo delle assunzioni, di eccessivo turnover dei dipendenti, di ridotta occupazione giovanile, il tutto abbinato all’incertezza dei mercati causata dall’epidemia di Covid-19: ingegner Corbo, come si colloca la CRI-MAN in questo contesto?
«La nostra azienda nel periodo del lockdown non ha mai interrotto la propria attività: lo stesso è valso per la produzione, anche se limitata ad un presidio, poiché rientrava tra i codici Ateco legati al settore alimentare e la cui prosecuzione era consentita dal DPCM dell’8 marzo 2020. Questo per noi è stato indubbiamente un toccasana, ma tengo a precisare che il nostro personale non ha mai subito riduzioni, anzi, piuttosto si è verificato il contrario. Nel 2007 i dipendenti erano poco più di 20 e oggi siamo in tutto in 80 persone, metà addetti alla produzione e l’altra metà con mansioni impiegatizie. Inoltre, la retention (attaccamento all’azienda) è molto alta, perché abbiamo un buon numero di dipendenti che lavorano per noi da 15 anni e oltre».
E i giovani? Si sente spesso parlare di aziende metalmeccaniche che offrono posti di lavoro ma faticano a reperire candidati freschi di diploma.
«Sarà, ma in CRI-MAN abbiamo recentemente assunto alcuni giovani che stanno affrontando con impegno un percorso di crescita professionale di tutto rispetto; abbiamo dato loro fiducia e questo viene ripagato».
Parlando con il Direttore abbiamo avuto chiara la percezione che quelle radici emiliane, che un po’ tutti sentiamo come nostre, quelle operose legate alla terra, all’agricoltura, agli animali e alla fatica che essi comportano per chi li deve gestire, abbiano generato qui un grande ingegno imprenditoriale, che con capacità e tenacia è riuscito a progettare ed esportare i propri prodotti anche in mercati esteri a forte concorrenza. L’ultimo fatturato utile della CRI-MAN lo dimostra: 20 milioni di euro di cui 2/3 dall’estero e 1/3 dall’Italia. Certo, tanto fa l’aver stretto partnership con capaci distributori esteri che riescono a collocare i prodotti italiani anche in quei colossi del mondo agricolo che hanno sede in Russia e in Cina (oltre a Germania, Francia, Inghilterra e Svezia, per citare i Paesi principali); ma per CRI-MAN la vita è una sfida continua. Un recente traguardo nel campo della Ricerca e Sviluppo è stato il deposito del brevetto di una macchina, denominata Biocella, che nel 2016 era agli inizi e che oggi ha già all’attivo la vendita di 40 unità.
Per sintetizzare il processo della gestione dei liquami da allevamento, possiamo dire che vi è una prima fase di raccolta e separazione della parte liquida dalla frazione solida; dopodiché la prima può essere utilizzata per il lavaggio della stalla o per l’irrigazione come fertilizzante, mentre la seconda subisce un trattamento di
igienizzazione ed essicazione, tramite la Biocella, che ne consente il riutilizzo come lettiera per gli animali nella stalla. Proprio un bell’esempio di economia circolare.
Pur mantenendo il proprio core business nel mondo della zootecnia, negli ultimi anni il potenziamento della ricerca e sviluppo ha dato buoni frutti, portando i prodotti CRI-MAN anche nel settore del trattamento del FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani).
Ancora il Direttore Corbo: «Gli agricoltori 2.0 dimostrano di apprezzare l’impiego della Biocella. L’accresciuta sensibilità ambientale fa sì che sia maturata anche negli stessi operatori la consapevolezza che ridurre l’inquinamento ambientale causato dalle emissioni inquinanti prodotte dagli animali sia possibile e paghi. Cert,o il costo di una Biocella non è trascurabile, ma i risparmi in termine di gestione dei reflui da allevamento e di minori spese per l’allestimento delle lettiere consentono all’allevatore di recuperare completamente il costo in quattro/cinque anni». Una bella prospettiva, e tutta made in Correggio!
Il successo della CRI-MAN è dovuto certamente a chi ci lavora con passione tutti i giorni, ma anche, e soprattutto, alla lungimiranza della proprietà, la quale ha investito in questo business quando il settore era agli albori, ha continuato e continua a investire in materiali e risorse umane, creando una realtà industriale strutturata e capace di raccogliere le sfide future.
Ringraziamo l’ingegner Corbo e conveniamo con lui sulla conclusione della nostra visita: Oreste Massari può esser orgoglioso della sua CRI-MAN. Con lungimiranza e tenacia ha portato una piccola azienda “di campagna” al vertice del mercato internazionale. Siamo certi che la proprietà saprà raccogliere i frutti di questa preziosa eredità, sempre con un occhio allo sviluppo tecnologico e uno all’ambiente.