Pulizia urbana, una questione di civiltà

L’allarme sporcizia per Correggio vien camminando

“Allegri ma non troppo”: titolava Primo Piano di febbraio, riferendosi alla qualità dell’aria che si respira qui da noi. Ma non c’è da stare troppo allegri anche per altre cose.
Per esempio, camminando per Correggio e dintorni e badando a dove si mettono i piedi, balza agli occhi il notevole peggioramento della sensibilità e dell’attenzione proprio per l’ambiente. Spesso si sente dire «ma perché gli operatori ecologici non puliscono bene?», oppure «tanto poi ci puliscono loro» o altre giustificazioni poco credibili, solo per darsi un alibi.
In realtà il Comune non c’entra più di tanto, perché la cosa più preoccupante è il dilagare di un’inciviltà e maleducazione crescenti tra cittadini e passanti. Pedonali, ciclabili e fossati adiacenti alle vie di comunicazione sono puntualmente usati come depositi “open air” di immondizia.
Per non parlare poi dei parcheggi, soprattutto quelli più in ombra, dove si trova di tutto: fazzolettini di carta, bicchieri e bottiglie di plastica, lattine, bottiglie di vetro (birra, vino, spumante), cartoni per pizza, pacchetti vuoti e mozziconi di sigarette, vetri, risultanze edili e perfino escrementi umani e animali.

Non male vero?
A lato delle strade e delle ciclabili la situazione non è delle migliori: chi preferisce pedalare spesso si trova con una gomma a terra perché si è beccato dei vetri. In centro va un po’ meglio: lì la fanno da padrona gli scontrini fiscali dei negozianti e le cicche che ormai sono un ornamento stabile tra i sampietrini e il ciottolato delle nostre belle piazze.
Qua e là sbocciano i soliti pacchetti di sigarette accartocciati.
Sotto i portici sono quasi scomparse le cacche dei cani, ma sono aumentate negli spazi verdi e negli adiacenti passaggi pedonali, anche in presenza del classico cartello che invita i loro possessori a raccoglierle.

I cani non sanno leggere (forse) perché se così fosse penserebbero che il loro padrone è di razza… maleducata.
Su una panchina di Viale Vittorio Veneto, poi, incredibile a dirsi, un escremento umano ha fatto la sua vistosa comparsata: roba da matti!

Che dire? Non si può fare di ogni erba un fascio, ma purtroppo le erbe cominciano ad aumentare. Bisognerebbe intervenire prima che la situazione diventi irrecuperabile.

Che fare? Dobbiamo aspettare le prossima conferenza di Parigi? No.
Basterebbe solamente un minimo di responsabilità e buona volontà.
Noi non siamo degli esperti, ma una buona campagna di sensibilizzazione partendo dalla famiglia, dalle scuole (fin dall’asilo), dalle Associazioni (sportive e culturali), dai Circoli, Bar, Cinema potrebbe aiutare.
E poi, visto che esiste già una legge, provvedere a dare multe salate.
Non risolvono completamente il problema ma servono molto.
Bisogna avere il coraggio di far notare al negligente di turno che sta commettendo un’infrazione e alla classica risposta «fatti i c… tuoi» o «non mi rompere», fargli capire che è un maleducato perché non è nel cortile di casa sua.
A quelli che rispondono più educatamente ma con il classico alibi «con tutti i problemi che ci sono…», non esitare a rispondere che è bene cominciare anche da questi, perché in mezzo a questi rifiuti ci sono dei rifiuti tossici, inquinanti e insalubri.

Insomma, non si può stare a guardare.
Anche il Comune potrebbe migliorare la situazione, per esempio vuotando con più frequenza alcuni cestini su pedonali e piste ciclabili, mettendo dei contenitori di sabbia in centro per la raccolta delle cicche, chiedendo alle attività commerciali del centro di dare il loro contributo ma soprattutto invitando tassativamente i Vigili Urbani a una presenza più… vigile e a non esitare con le multe.
Pulizia urbana: una questione di civiltà.

Graziella Bedogni e Paride Lugli

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