Eccola una vita da tifoso: ogni pre-partita si frigge.
Si sa, la palla è rotonda e l’ansia da prestazione della squadra del cuore provoca quell’effetto lì.
Quelli della “Correggese” però sono un caso a sé.
Da una trentina d’anni, ogni venerdì e ogni sabato, tempo di campionato, sul far della sera, sono lì al Borelli armati a tutto punto di padelle, impastatrici, schiumarole: si frigge sì, ma il gnocco.
E, fin che ci siamo, anche un po’ di polenta e baccalà. Che bontà!
Se a RAI sport c’è Gene Gnocchi, qui al Borelli c’è il gene del gnocco.
Numerosi sono i suoi fan, abituati a farne incetta. Squadre di amatori vengono anche da fuori Correggio.
Il tifo per la friggitoria locale non conosce confini.
Il tutto è opera sapiente di una ventina di aficionados della squadra di calcio, con presenza domenicale fissa sugli spalti, in casa e in trasferta.
Anche le mogli, che nelle dispute sulla formazione della domenica in genere non mettono il naso, nella formazione delle losanghe rigonfie mettono la mano, allenata tra mura domestiche, come tradizione comanda.
La squadra così assortita, miete successi. Tra i tanti vantaggi del volontariato locale c’è, dunque, quello di un gnocco fritto che, a detta d’intenditor, ha pochi rivali in area.
Gnocco doc, da serie A.
Giusto si sappia che quel gnocco arriva spesso alle scuole correggesi.
Nelle loro feste porta buongusto, allegria e qualche provento per necessità didattiche.
Ma soprattutto, quel gnocco consente alla allegra compagnia della friggitoria borelliana di trarre degli utili che vanno a finanziare le attività della Scuola calcio della Correggese e che regala a ragazzi dai 10 anni in su una opportunità di crescita sportiva e civile.
E, ancora, consente alla stessa premiata friggitoria di partecipare con offerte alla raccolta di fondi per strutture scolastiche o sanitarie della nostra città. Tanti gli esempi. Pure il “Palio città di Correggio” ne ha beneficiato.
In ogni pezzo di gnocco c’è un pezzo di solidarietà, insomma.
Non a caso quei bravi gnocchisti li trovi anche in altri luoghi dove il volontariato sociale lievita: feste locali, organizzazioni, partiti, sindacati, assistenza e così via.
Tifosi della città, prima che del calcio, dunque.
Tra loro si sa che l’armonia regna… contrastata: basta parlare di calcio, basta parlare di politica e la distonia è totale.
Discussioni animate, scottanti come l’olio bollente: li vedi spesso anche ai giardini, in panchina.
Ma poi entrano in campo tutti, con la voglia di stare insieme e di fare qualcosa di utile per la comunità in cui vivono. Sarà perché son quasi tutti pensionati, che vien da dire: forza ragazzi, bravi, continuate così.