Pibiplast: dove si cura il Welfare aziendale

La famiglia Bosi leader del packaging

Esco in giardino e mi accorgo che è quasi buio. La campagna che circonda il parcheggio dove ho lasciato la mia automobile, durante queste oltre due ore di intervista, è pronta per dormire. Io invece sono galvanizzata ed entusiasta delle parole che ho appena trascritto sul mio taccuino, il cadeaux che Stefania e Giorgio Bosi mi hanno gentilmente donato al termine dell’intervista.

Ho appena conosciuto Giorgio Bosi, Amministratore Delegato di Pibiplast, e sua figlia Stefania, Direttore marketing e vendite. Prima di incontrarli, come ogni aspirante giornalista o sedicente tale, avevo fatto i compiti a casa: mi sono documentata sulla storia dell’azienda, ho scovato qualche dato rilevante sul fatturato e sul numero di dipendenti.
Eppure, raccontata da loro, è tutta un’altra storia.
«È la storia di un’azienda – mi dice Giorgio Bosi, con il coinvolgimento di un uomo che sta parlando della propria vita – fatta di persone.  Conosco per nome tutti i miei dipendenti, voglio che si sentano il motore di Pibiplast e che facciano parte di un unico grande progetto. Sai qual è la soddisfazione più grande per me, Mariachiara?» Io sorrido con un’espressione curiosa, ma i suoi occhi lo hanno già anticipato: «Vedere che lavorano col sorriso. C’è qualcosa di meglio?»

No, credo che per un imprenditore lungimirante e saggio sia una delle maggiori soddisfazioni, ma non mi illudo: non stiamo raccontando il sequel del libro di De Amicis, ed è per questo che ho bisogno di dati oggettivi, utili per capire di che azienda stiamo parlando e per confermare l’atmosfera positiva di cui parla Giorgio Bosi.

Stefania Bosi mi aiuta: «Pibiplast fu fondata nel 1954 grazie a mio nonno, lo splendido novantaquattrenne dottor Paolo Bosi (le sue iniziali danno il nome al marchio aziendale) e nacque come azienda specializzata nello stampaggio a iniezione di packaging in plastica per l’industria farmaceutica. A quel tempo le farmacie erano il cuore pulsante del paese e i farmaci andavano ben più del make-up.  Negli anni ‘70, a causa della grande crisi petrolifera, Pibiplast entra in recessione e i dipendenti scendono da una cinquantina a quindici. Da lì l’intuizione dei figli del fondatore, Giovanni, Alberto e Giorgio, che entrando in Pibiplast virano il timone, orientando la specializzazione dell’azienda prima sull’imballaggio in plastica di cosmetica da banco e poi nel settore della cura del corpo e della pelle».

Superare la crisi orientandosi su un’altra gamma di prodotti non è stato rischioso?
Giorgio Bosi: «È stato vincente! E vincenti sono state le acquisizioni negli anni successivi: Bomal, azienda specializzata nella realizzazione di componenti per il make-up, seguita nel 2013 da un’azienda produttrice di tubetti e capsule in plastica per l’industria cosmetica e nel 2014 da Plastline, specializzata in flaconi destinati alla grande distribuzione, con alte capacità produttive in tecnologia di estrusione e soffiaggio. In 5 anni Pibiplast ha incrementato il fatturato di 120 punti percentuali!».

Come è possibile allineare le strutture industriali di così tante aziende con storie diverse e ubicazioni geografiche diverse (Tortona, Lecco, Calenzano, Correggio) e darvi la fisionomia e la funzionalità di un gruppo unico?
Stefania Bosi: «Non è stato facile ma crediamo moltissimo nella specializzazione dei siti produttivi. Ogni azienda deve fare quello che sa fare meglio».
Giorgio Bosi: «La nostra famiglia, comunque, è storicamente e tenacemente legata al territorio correggese in cui Pibiplast è nata e cresciuta. I lavoratori più entusiasti li abbiamo trovati qui ma non possiamo pensare che tutti sappiano fare tutto: bisogna rispettare e valorizzare le competenze specialistiche. Per raggiungere numeri di fatturato come i nostri è necessario diversificare il prodotto e per farlo è fondamentale affidarsi a strategie di specializzazione».

Oggi Pibiplast è uno dei leader di livello internazionale nel settore del packaging primario in plastica per la cosmetica e il make up. Vanta circa 300 dipendenti, quattro sedi produttive, una sede logistica e un fatturato di circa 60 mln di Euro, con una quota di export superiore al 60%.

A confermare il legame saldo che unisce l’azienda al territorio correggese, nonostante i prezzi altissimi del terreno edificabile rispetto ad altre aree geografiche italiane dove è presente con propri siti produttivi, è la nuova realtà produttiva che sta prendendo forma accanto al sito già presente di Via della Costituzione. Un investimento enorme attraverso il quale Pibiplast potenzia la presenza nel nostro territorio con tecnologie d’ avanguardia, strategiche per il proprio mercato, mantenendo proprietà e managerialità nello storico contesto correggese.

Oltre ai numeri, c’è di più?
Giorgio Bosi lascia la parola a Stefania, con il garbo di chi lascia parlare un partner di fiducia, un ideale compagno di viaggio (NdR).
«Qui in Pibiplast cerchiamo di valorizzare il più possibile l’atmosfera e il benessere dei dipendenti. Fortunatamente non parliamo più di sicurezza e di condizioni di lavoro, poiché diamo per scontato che quelle siano garantite ormai ovunque (o quasi). Nel 2016 abbiamo costruito una piscina nella sede amministrativa di Correggio, qui in via Gilocchi, un luogo dove i dipendenti potessero portare le famiglie e svagarsi durante il weekend e nel periodo di chiusura feriale. Durante l’anno organizziamo i “Pibitour” con la nostra rete commerciale, tour su vetture d’epoca con un pizzico di competizione; abbiamo realizzato l’area wellness e il gazebo vicino alla piscina, che in estate allestiamo per il pranzo. Il Natale vogliamo festeggiarlo con le famiglie dei dipendenti: per questo organizziamo un family day al quale partecipano la stragrande maggioranza dei dipendenti, provenienti dai vari siti con pullman noleggiati per l’occasione».

Mi sembra che le iniziative siano numerosissime, ma come fate a quantificare i risultati di questa politica del benessere aziendale?
«I dipendenti sono entusiasti, partecipano alle iniziative aziendali con perseveranza e in cambio rispondono manifestando non solo professionalità, ma anche passione. L’età media aziendale supera di poco i 30 anni e le nostre donne lavoratrici apprezzano molto la possibilità che diamo di usufruire di orario ridotto per tre anni dopo il parto».

Così conclude Stefania, pronta a diventare mamma per la seconda volta tra poco. Sarà un maschietto, dopo la sorellina Allegra.
Sebbene io non sappia ancora tutto di Pibiplast, credo di avere evidenze sufficienti per ritenere che la stima nutrita dai dipendenti verso il suo management sia reale e fondata su attività concrete.
Non ci credete ancora? Guardate il video sul sito aziendale e non perdetevi il finale.

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