Patti chiari, amicizia lunga

Finanza locale e bilancio comunale: Maino Marchi e Luca Dittamo ci spiegano l'essenziale

Riuscire a redigere i bilanci di previsione per il 2015 come Dio comanda, per i Comuni italiani è sempre più problematico.
Per molti, anche in Provincia di Reggio, l’enigma è ancora insoluto. Tanto che il Governo ha spostato dal 31 marzo al 31 maggio la data limite per la loro approvazione nei Consigli Comunali.

D’altronde la finanza locale è parte del mare magnum della finanza pubblica.
E che si tratti del mare italiano più agitato, non è una novità. Le dighe che cercano di contenerne i perniciosi effetti si chiamano “Patti”: c’è quello di Maastricht per lo Stato e c’è il PSI (il Patto di Stabilità Interna) per gli Enti locali.

«Prima in molti Comuni c’erano i soldi in cassa, ma i vincoli del PSI non consentivano di spenderli; adesso, con l’allentamento del PSI operato dalla Legge di stabilità 2015, c’è il rischio che ci siano meno vincoli, ma non ci siano poi soldi in cassa» prevede Maino Marchi.

Ad una riunione del Direttivo del PD di Correggio, l’on. Marchi, capogruppo in Commissione Bilancio alla Camera, ha illustrato, con chiarezza e dovizia di dati, gli effetti sulla finanza locale della Legge di Stabilità appena approvata dal Parlamento.

La ragione del possibile paradosso sta nei tagli disposti (1.200 milioni di euro) ai Comuni, come loro contributo alla riduzione di 18 miliardi delle tasse sul lavoro e le imprese.
Marchi è comunque speranzoso. Sembra che il Governo possa riuscire a coprire una parte di ciò che manca.

«A Correggio abbiamo un bilancio ancora in equilibrio, grazie all’addizionale IRPEF adottata nel 2014. Non è stata una scelta facile, ispirata, tuttavia, a un principio di equità. Con la sua forte progressività, ha inciso di più sui redditi elevati e molto meno su quelli medio/bassi (81% della popolazione), prevedendo anche delle esenzioni totali dall’imposta.
Quella scelta ci consente oggi di neutralizzare, anche con un rigoroso contenimento delle spese, il taglio di 577 mila euro delle entrate trasferite dallo Stato, senza pregiudicare il livello dei servizi» dice Luca Dittamo, l’assessore al bilancio.

A Correggio non c’è stato bisogno di sfruttare la proroga governativa per l’approvazione dei bilanci.
Il 27 marzo il preventivo 2015 è stato approvato in Consiglio Comunale.
Si sono così evitate le maglie della gestione della spesa “per dodicesimi” che scatta per legge nelle more dell’approvazione del bilancio e che toglie anche quel poco di autonomia di spesa che resta.
Ma la cosa più importante è che, ci dice l’assessore Dittamo «per il 2015 riusciamo ad evitare di ritoccare l’addizionale IRPEF stessa e non siamo costretti ad aumentare le altre tasse locali come l’IMU e la TASI».

Però non si può andare avanti così ancora a lungo. Sia Marchi che Dittamo la pensano allo stesso modo. Due le parole invocate all’unisono: riforma e semplificazione.
I princìpi ispiratori della LOCAL TAX, che dovrebbe vedere la luce finalmente nel 2016.

«Con la LOCAL TAX tutte le odierne tasse e compartecipazioni degli Enti locali dovrebbero confluire in un unico, organico, tributo di competenza comunale, che resta sul territorio di origine e che toglie al Comune quelle vesti di esattore per conto dello Stato, che ora indossa malamente» dice Marchi.

«I trasferimenti dallo Stato ci creano continuamente gravi difficoltà, non solo per la loro entità, ma per i tempi.
Se intervengono novità dalla Ragioneria dello Stato a bilancio comunale già chiuso e speso, siamo nei guai, perché non ci sono più margini di manovra. A noi è successo l’anno scorso» aggiunge Dittamo.

Insomma speriamo in un reset da LOCAL TAX, che ponga fine a questi incroci di flussi tra Roma e Correggio che complicano tutto e deresponsabilizzano gli attori-esattori sulla scena.
Chiarezza e responsabilità: ecco ciò che serve.
Ad ognuno il suo mestiere e i suoi compiti, chiari e definiti.
Viene in mente il sacro principio liberale “No taxation without representation”.
Tradotto: ad ogni tassa corrisponda una faccia, che ne risponda ai cittadini.
Ma una sola, per evitare confusione. Patti chiari, amicizia lunga.

 

Botta e Risposta

«Un Governo che, nella Legge di Stabilità, taglia le somme destinate agli Enti locali, non ha a cuore le politiche di welfare, che i Comuni con i loro servizi sociali perseguono».
È l’obiezione che si sente nella citata riunione del Direttivo del PD correggese.
«Con questa Legge si vara una manovra complessiva per ridurre le tasse sul lavoro e le imprese di proporzioni fin qui mai viste.
Creare lavoro e sostenere ammortizzatori sociali di più ampia portata rispetto a quelli attuali, allora che cosa è?
Dare occupazione stabile è la migliore politica di welfare che si possa concepire» è la risposta dell’on. Marchi.

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