Ortofrutta: perché piace la vendita diretta

La frutta e la verdura comprate direttamente dal produttore sono più buone. È un dato di fatto inconfutabile. D’altro canto, un frutto totalmente maturato sull’albero è sempre stato la massima espressione organolettica dello stesso, visto che solo la maturazione in campo permette il migliore e totale affinamento dei sapori e dei profumi. La vera differenza sta quindi nel gusto, anche se un frutto più buono, dolce e succoso finisce con il dare l’impressione di essere addirittura più salubre e più naturale. Solo chi attua la vendita diretta può far coincidere la maturazione di raccolta con quella di consumo, mentre negli altri casi il distacco dei frutti deve essere necessariamente anticipato. Questo per le comprensibili esigenze logistiche caratteristiche per esempio della grande distribuzione che deve soddisfare le proprie esigenze di reperimento della materia prima, conservazione, confezionamento e trasporto dei prodotti freschi. La maggior parte della produzione ortofrutticola deve necessariamente seguire queste logiche e per questo viene raccolta secondo indici di maturazione tecnologici che nella maggioranza dei casi prevedono il completamento della maturazione successivo al momento del distacco del frutto. Questa a sua volta dipenderà dal tipo di conservazione e gestione delle produzioni. La salubrità è identica, la sapidità non sempre.

È quindi una questione di piacevolezza nel gusto che può addirittura favorire l’abitudine a fare un maggiore consumo di frutta e verdura di cui tutti conosciamo l’importanza. Se è buona la mangiano più volentieri anche i bambini. Il vantaggio della vendita diretta consiste quindi nella possibilità, da parte del produttore, di raccogliere quotidianamente i frutti o gli ortaggi pronti per essere consumati. Magari valorizzando addirittura le differenze che possono esistere nell’ambito di uno stesso frutteto, nel quale per esempio i frutti delle piante più deboli maturano prima rispetto a quelli degli alberi più vigorosi. Il coltivatore queste cose le conosce bene e grazie a questi strumenti che gli mette a disposizione la natura riesce a creare un minimo di scalarità nella gamma dell’offerta. Offerta che tuttavia resterà limitata alle produzioni di stagione e non sarà mai così ampia come quelle della grande distribuzione, dove è possibile trovare il cocomero anche a Natale. Un aspetto, questo della stagionalità delle produzioni, non certo di poco conto visto che ha anche una forte incidenza economica sul prezzo al consumo. Le primizie al supermercato il più delle volte hanno un costo esagerato e deludono le aspettative al palato. Per averne la conferma basta aspettare una decina di giorni e fare il confronto sia di prezzo che di gusto. La vendita diretta da questo punto di vista ha anche una funzione educativa perché permette al consumatore, ed in particolar modo ai bambini, di comprendere che ogni frutto ha la sua stagione e che ogni annata non è mai uguale ad un’altra per cui può capitare che una volta le mele possano essere più grosse ed un’altra più dolci.

La vendita diretta favorisce il riavvicinamento alla campagna e la conoscenza del settore primario. Poi, non da ultimo, la riduzione degli sprechi. Un frutto maturo per i più volenterosi può essere destinato alla preparazione di torte o di confetture. Ovviamente incide molto anche il tipo di gestione self-service del prodotto che grazie ad un guanto infilato in una mano autorizza chiunque a palpeggiare e movimentare frutta e verdura senza le dovute competenze ed il necessario rispetto.

Condividi:

Rubriche

Scroll to Top