Non urlare le notizie, prima regola DI Telereggio

Mattia Mariani, direttore della TV più amata dai reggiani

Più di trent’anni della mia vita trascorsi nella redazione, tra gli studi, davanti alle telecamere: per me Telereggio è stata una seconda casa, una famiglia che ancora oggi sento vicina. La prima domanda per Mattia Mariani, Direttore dell’emittente televisiva privata più seguita sul nostro territorio, non può che essere amichevole e premurosa: come state? «Se ti può rassicurare siamo in forma anche se i problemi non mancano, come in tutte le famiglie e tutte le aziende», mi risponde.

Mattia Mariani guida Telereggio dal 2014; prima di lui furono direttori Paolo Bonacini e Paolo Pessina. Mi ricorda subito che fra due anni l’emittente celebrerà il cinquantesimo anniversario della nascita: la testata fu registrata in Tribunale nel 1973. Proprio in questo periodo sta vivendo una nuova importante tappa della propria esistenza: il cambiamento delle modalità di trasmissione del digitale terrestre dalla tecnologia Mpeg-2 alla tecnologia Mpeg-4.

In questi decenni molte cose sono state trasformate dalle tecnologie, ma una rimane ferma anche oggi: Telereggio è la televisione privata locale italiana più capillare. Il suo segnale arriva con buona potenza in tutti gli angoli della nostra provincia e non solo, la si vede bene in tutta la regione e anche nel mantovano.

Raccontiamo la Telereggio di oggi in cifre?

«Siamo sempre orgogliosi della quantità di reggiani che ogni giorno ci guardano: una media di 95.000. Oltre al TG diretto da Gabriele Franzini, il più seguito di tutte le televisioni private della regione, autoproduciamo diverse trasmissioni settimanali e ogni mattina c’è la diretta di BuongiornoReggio, condotto e curato da Susanna Ferrari. Tra giornalisti e tecnici, i nostri dipendenti sono 21. Dal 2017 siamo parte di Trmedia, società che fa capo a Coop Alleanza 3.0  e che raggruppa anche TRCModena e TRCBologna».

Le cifre citate dal Direttore, anche se significative, non rendono a pieno cosa sia diventata negli anni Telereggio: un punto di riferimento per buona parte della comunità, che cerca un’informazione completa e corretta. «Ci sentiamo addosso – spiega Mariani – la grande responsabilità di chi entra ogni giorno nelle case e comunica con le persone. Dobbiamo cercare di essere precisi, fornire dati, attenerci ai fatti e non urlare le notizie, in un mondo che è sempre più sommerso da linguaggi e messaggi violenti. Dobbiamo essere centro di ascolto delle esigenze e cercare di far crescere il confronto tra cittadini e istituzioni».

 

Il rapporto con le amministrazioni locali è fondamentale per una televisione così radicata sul territorio. Come lo state vivendo in questa fase?

«Raccontare la vita nei nostri Comuni, ascoltare la gente nei mercati locali, sentire le opinioni degli artigiani, degli agricoltori è sempre stata una delle caratteristiche di Telereggio. Le amministrazioni locali sanno che siamo uno strumento che conosce profondamente la storia e lo sviluppo della nostra realtà provinciale, molto utile quindi nella promozione dell’immagine delle diverse realtà, così vorremmo che anche da parte loro ci fosse un’attenzione maggiore nei nostri confronti».

 

Uno dei punti deboli di Telereggio come di tutte le televisioni private locali è l’età media molto alta del pubblico: nel vostro caso il 64% è costituito da ultrasessantenni. Questo scarso appeal  nei confronti dei giovani è ormai inevitabile?

«L’informazione attraverso Internet mette in crisi la stampa e l’emittenza televisiva tradizionale. Sono i giovani a trainare questa tendenza. La televisione, anche locale, può comunque trovare proprie strade per mantenere un ruolo ed interessare anche il pubblico giovanile. Noi in questi anni abbiamo invitato tante scuole a visitare i nostri studi per far capire cosa significa fare giornalismo televisivo. Ospitiamo spesso studenti con stage e collaborazioni. La nostra redazione è relativamente giovane, tra i 40 e i 50 anni. Insomma, non ci arrendiamo».

 

Con il suo archivio Telereggio offre alla comunità reggiana anche un notevole patrimonio storico: immagini e testimonianze a partire dalla fine degli anni ‘70, la maggior parte (90%) digitalizzata. È una grande ricchezza, come viene utilizzata?

«È una risorsa unica, che ovviamente usiamo per arricchire la nostra programmazione. Abbiamo riscosso un bel successo con la trasmissione “La Clessidra”, che ha attinto abbondantemente dal nostro archivio. Ora siamo al lavoro per una nuova trasmissione dedicata agli anni ‘80: cinque puntate, dal titolo “Reggio ‘80”, che racconteranno personaggi e vicende della cronaca, della politica, della cultura e dell’economia di quel periodo storico nella nostra provincia».

 

Essere Direttore di Telereggio non è facile. Una televisione locale è ancora uno strumento potente e complesso da governare. Mattia Mariani ne è alla guida da sette anni: il suo sorriso e il suo ottimismo trasmettono fiducia. Accanto ha una squadra solida e io, da ex collega, auguro a tutti di continuare ad essere “la televisione dei reggiani”.

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Torna in alto