È sempre molto facile, per chi scrive articoli, cavalcare polemiche.
Non è faticoso rintracciare argomenti che facciano scandalo, perché al giorno d’oggi immagini e frasi sono sottoposte ad una continua sovraesposizione.
Nessuna dichiarazione rimane impunita, tutto viene ritwittato, ripostato, commentato fino allo sfinimento.
Anche io, nel mio piccolissimo, non faccio eccezione.
È molto più semplice inserirsi nella scia dell’ultima polemica, piuttosto che cercare un argomento più originale.
Questo mese, mi ero messa in testa di dedicare il mio articolo ad Anna Tatangelo e alla fotografia che la ritrae seminuda per Nastro Rosa, la campagna di prevenzione della LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori). Era un bersaglio facile e mi dava occasione di parlare di un argomento che mi sta a cuore.
Andiamo per gradi.
Ad ottobre 2015 è stata lanciata la campagna Nastro Rosa dal titolo #proteggiloanchetu, la XXIII edizione LILT FOR WOMAN, che ha lo scopo di sensibilizzare le donne su una tematica molto delicata, quella del tumore al seno. Con 48.000 casi ogni anno (fonte LILT), questo cancro è il primo fra quelli che colpiscono il sesso femminile.
Gli strumenti di prevenzione contro il tumore sono ormai universalmente riconosciuti, ma vale la pena ribadirli: una corretta alimentazione, un movimento adeguato (30 minuti al giorno, magari concedendosi una passeggiata), astensione da fumo e alcool e una speciale attenzione alla diagnosi precoce.
Per quel che riguarda il cancro alla mammella, è di fondamentale importanza l’autopalpazione, un esame molto semplice che ciascuna donna può eseguire.
Ricordo che la prima volta che mia madre me ne parlò –andavo alle scuole medie ed ero piccola e sciocca, lo dico a mia discolpa– questa parola suscitò in me un’immediata ilarità: non perché non fossi sensibile al problema, ma perché mi sembrava una cosa strana ed imbarazzante.
A distanza di anni ringrazio mia madre per avermi parlato di questo argomento senza reticenze, perché so che tanti genitori tendono ad ignorarlo per un assurdo pudore.
Ora so che non è mai troppo presto per parlare di cancro al seno e degli strumenti che abbiamo per cercare di sorprenderlo in tempo.
E so anche che non ha senso scagliarsi contro la LILT o Anna Tatangelo per la foto, che magari risulta troppo ammiccante o per qualcuno non adeguata.
Anche io l’ho guardata con un certo fastidio, devo ammetterlo. Poi mi sono accorta che in America, per parlare dello stesso argomento, avevano utilizzato Kate Moss.
In definitiva, credo che la nostra voce debba sentirsi non solo quando si tratta di scagliarci contro il personaggio famoso di turno, ma anche per sostenere progetti importanti.
Donne e uomini, lasciamo in pace Anna (della quale non sono fan, per inciso) e anziché perder tempo a scrivere commenti sarcastici su di lei, facciamo una donazione a una delle tantissime associazioni che si occupano di questi temi.