Musica meticcia

Correggio jazz 2017, fra grandi nomi e nuovi talenti

Prende il via il prossimo 16 maggio la quindicesima edizione di Correggio Jazz. Ad Alessandro Pelli, direttore artistico della manifestazione, chiedo il carattere del progetto. «Sin dall’origine – mi spiega – è nato con la prospettiva della durata e della creazione di un proprio pubblico, anche attraverso nomi di richiamo; così quest’anno si potranno ascoltare Geri Allen e Enrico Rava, Carla Bley o Danilo Rea».

Cosa significa oggi il concetto di mainstream, ossia di corrente convenzionale, nell’attuale panorama del jazz?
«Il jazz è storicamente caratterizzato dalla propensione a fagocitare e a ri-offrire in forma differente qualunque tradizione musicale. Il jazz ha origine meticce: vi si sentono gli echi di esperienze diverse, quelle delle bande militari, delle melodie italiane, quelle del blues e della musica afroamericana, ovviamente. A questa tradizione, per così dire più interna al jazz, si rifanno ad esempio il duo Moroni-Ionata (in scena il 23 maggio con un omaggio a Stevie Wonder) ovvero il polistrumentista Jacob Collier (il 18 maggio); e ancora, con accenti più moderni, la stessa Geri Allen nel duo con Enrico Rava (il 17 maggio) o i quartetti di Roberto Gatto (31 maggio) e di Francesco Bearzatti (1 giugno)».

Avanzando nella modernità, i musicisti aggiungono complessità rivolgendosi a tradizioni musicali differenti, e lo stesso concetto di mainstream tende a evaporare. «In questa prospettiva si collocano diverse ricerche musicali che saranno presentate durante Correggio Jazz: l’ottetto “La fabbrica dei botti” con The Lomax Tapes (22 maggio); il quartetto Balke-Di Castri- Girotto-Gatto (25 maggio); il trio di Filippo Vignato (31 maggio); il quintetto di Cristiano Arcelli (20 maggio); o, infine, il solo di pianoforte di Danilo Rea (16 maggio)».

Parliamo dell’improvvisazione, l’operazione tipica del jazz, una forma di creazione estemporanea che non tollera la preventiva scrittura.
Alessandro mi cita due famose frasi, quella di Steve Lacy: «In 15 secondi la differenza tra composizione e improvvisazione è che nella composizione hai tutto il tempo che vuoi per decidere cosa dire in 15 secondi, mentre nell’improvvisazione hai 15 secondi»; e, poi, la raccomandazione di Miles Davis ai suoi musicisti: «Non suonare quello che c’è già, suona quello che non c’è».

Una linea curatoriale che ha caratterizzato Correggio Jazz, è quella del sostegno ai giovani musicisti che lavorano in Italia. «Quest’anno, per esempio si potrà ascoltare Filippo Vignato che è risultato vincitore del Top Jazz 2016 nuovi talenti». Concludo la conversazione con Alessandro parlando del seminario di musica proposto quest’anno per la quarta volta. «Il seminario è nato direttamente dalla proposta degli amici musicisti che da sempre lo dirigono: Marcello Allulli e Alessandro Paternesi. L’indirizzo è l’approfondimento della musica d’insieme: ai partecipanti viene richiesto di suonare e di ascoltarsi reciprocamente. Su questa base si approfondiscono poi le materie dell’improvvisazione ed è anche previsto un laboratorio ritmico. Con l’edizione dell’anno scorso è anche stata formata la “On Time band”, composta da quattro musicisti che si esibirà nella rassegna».

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