Molière per tre, per non parlar del cane

Un mio professore delle superiori amava spesso ripetere che non esiste nulla di più attuale del passato.
Questa frase, che suona come un ossimoro, mi è tornata alla mente durante la visione dello spettacolo Molière: la recita di Versailles, in scena all’Asioli nelle giornate di martedì 26 e mercoledì 27 gennaio scorso. 

La riscrittura della commedia di Molière L’improvvisazione di Versailles proposta da Stefano Massini, Paolo Rossi e Giampiero Solari è, infatti, un continuo rimbalzo nel tempo, dal passato al presente, dal ‘600 ad oggi, e gli attori recitano a volte loro stessi, a volte i personaggi di Molière e a volte: «non sanno più nemmeno loro chi sono!».

Il fatto interessante è che quanto viene detto/rappresentato dai protagonisti nel momento in cui mettono in scena Molière trova una sua attualità anche per gli attori di oggi, segno evidente questo del fatto che i copioni, tanto della finzione quanto della realtà, tendono a ripetersi con una sorprendente regolarità.
In questo modo, la distinzione tra ciò che è stato e ciò che è non risulta mai così netta; constatazione questa che, se alle volte può apparire confortante, altre risulta di una tristezza profondamente avvilente.
Ma, d’altra parte, come sottolineato dallo stesso Rossi ad inizio spettacolo, il teatro, come la vita del resto, è fatto di momenti nei quali si ride, momenti nei quali si piange e momenti nei quali non resta che: «appoggiarci sulla spalla del vicino e dormirci un po’ su!».

A questo punto vorrei tanto poter porre una domanda ai registi, ma siccome questo non mi è possibile, la faccio a chi tra voi ha assistito allo spettacolo: il cane -quel simpatico bulldog francese che ogni tanto calcava la scena- incarna forse il ruolo che tocca a noi spettatori e protagonisti (non solo di teatro, ma della vita in generale) che ci ritroviamo spesso dibattuti tra la voglia di assistere o partecipare a quanto succede e il desiderio di darcela a gambe, uscendo quatti quatti dalla scena per rifugiarci altrove? 

Per fortuna, durante lo spettacolo di Rossi io la tentazione di filarmela non l’ho avuta (io no, ma il cane sì) e, anzi, l’ho trovato una splendida occasione per riflettere divertendomi, il ché non è cosa da poco…

Domenica 10 gennaio è iniziata la rassegna di teatro per famiglie “A teatro con i grandi”. 

Lo spettacolo di apertura è stato “Voci” del bravissimo Claudio Milani il quale è stato meritatamente accolto da un teatro gremito da un pubblico composto da adulti e bambini.
In questo caso, l’incantevole scenografia fatta di leggere case di carta pronte a liberarsi in aria pareva sottolineare il potere delle storie narrate, capaci di accompagnare i bambini in un altrove magico, dove tutto è possibile e tutto può accadere.
E i bambini presenti, ma non solo loro, non hanno opposto resistenza, accogliendo prontamente l’invito a “volare” via, almeno per il tempo della capace narrazione di Milani.

Il calendario di spettacoli per le famiglie prevede altri appuntamenti: Nella stanza di Max (domenica 7 febbraio); La gallinella rossa (domenica 21 febbraio); Altrimenti arriva l’uomo nero (domenica 6 marzo); Pin’occhio (mostra-spettacolo allestita nelle giornate di sabato 7, domenica 8, sabato 14 e domenica 15 maggio). 

Per info: Teatro Asioli tel. 0522-637813.

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