Capita spesso di incontrare sotto ai portici di Corso Mazzini, nei pressi dell’orologio, Maria Luisa Luppolini e Tiziano Ghidorsi; qui hanno il loro studio e vanno e vengono dai cantieri.
Sono persone cordiali, mai banali. Esistono tanti modi per fare un mestiere: in edilizia ci sono professionisti impettiti, arrabbiati, accaniti, avidi, affaristi, immanicati, evanescenti… Maria Luisa e Tiziano hanno un loro stile, intriso di sapere antico, filosofia di vita, ironia: normalmente Tiziano brontola e Maria Luisa sorride.
Sono sempre in coppia, un po’ per il mestiere che fanno, un po’ perché hanno scelto di lavorare condividendo la gestione e le decisioni. Qualcuno dice che sembrano Carabinieri. Simpaticamente Ninni Bertacchini gli diceva:“A gh’è geometra e geometra…” C’è geometra e geometra. Giocando sul doppio senso: ci sono i due geometri… ma ci sono geometri tra loro diversi.
Salgo nei loro uffici per questa intervista e mi ritrovo in uno studio di grande fascino, su diversi livelli, un atelier parigino con piccole finestre su Corso Mazzini ed una grande vetrata sui tetti del centro storico che fa entrare la luce e il cielo. Bello e accogliente.
Come avete iniziato il vostro percorso professionale?
Tiziano: «Ho iniziato in Unicoop nel settore dei pannelli prefabbricati: è stata una esperienza molto interessante e formativa, ma mi obbligava a viaggiare per l’Italia. Dopo i cantieri in Toscana sarei dovuto andare in Calabria… allora ho deciso di smettere e di prendere un’altra strada. Come libero professionista mi sentivo competente e preparato, ma ho sempre desiderato aggiungere alla mia esperienza l’entusiasmo e il modo di vedere di una persona più giovane».
Maria Luisa: «Dopo il diploma mi ero iscritta alla facoltà di Ingegneria, ma i calcoli strutturali non era quello che volevo fare nella vita così ho rinunciato e mi sono dedicata al lavoro che più adoravo: la topografia. Ho fatto due anni di praticantato con Tiziano, nel 1998 mi sono abilitata e nel 2000 abbiamo costituito la nostra società».
Nel tempo il vostro settore ha subito profonde trasformazioni procedurali, normative… Il mestiere si è notevolmente complicato investendo ambiti strutturali, energetici: che impatto ha avuto questo sull’esercizio della professione?
Maria Luisa: «Tanti non si immaginano la complessità che sta dietro a certe scelte. Arrivano con idee che loro considerano semplici, di facile attuazione, non hanno la consapevolezza dei vincoli e delle normative. Devi fargli prendere coscienza, e qualcuno sbotta: “Mo me, a ca mia, posia mia fer col ch’am per?” Io, a casa mia, non posso fare quello che mi pare?». Tiziano: «Cerchiamo comunque di avere rapporti improntati al massimo della correttezza e della trasparenza. Per ogni lavoro illustriamo le complessità e gli iter necessari e formuliamo dei preventivi in modo da non avere sorprese e discussioni».
Dopo la crisi del 2008 sono fallite molte imprese e il settore delle costruzioni ha subito un drastico ridimensionamento: come l’avete vissuta voi?
Tiziano: «Noi ci siamo specializzati in topografia e catasto. Siamo stati i primi in zona ad avere la strumentazione satellitare GPS, utile per rilievi plano-altimetrici di terreni di grande estensione, strade ecc., e questo ci ha garantito una “nicchia” di mercato». Maria Luisa: «Abbiamo sempre mantenuto una nostra dimensione, una misura. Quando avevamo molto da fare venivamo a lavorare anche di sera: non abbiamo aumentato l’organico, così abbiamo assorbito senza traumi i momenti di flessione del mercato».
Questa pandemia ha reso ancora più complessi i rapporti. Sono necessarie maggiori cautele e più elevati livelli di sicurezza…
Maria Luisa: «Questo è anche un periodo strano, non so se per il Covid o per la progressiva esasperazione tecnologica: la gente spesso vuole risposte immediate, non analizza più il bisogno attraverso le proprie capacità, è spinta da false speranze indotte da notizie semplicistiche o essenziali ricavate dal web e poi… cambia idea».
Tiziano: «È anche difficile rapportarsi con le Amministrazioni: in passato venivano fatti incontri, vi erano maggiori relazioni e condivisioni. Adesso le amministrazioni si sono allontanate nei rapporti e nei tempi di risposta. Alcuni comuni fanno incontri on-line con i tecnici, forniscono informazioni sulla programmazione urbanistica (PUG) e sulle iniziative dell’Amministrazione: forse sarebbe auspicabile che anche da noi si attivassero queste iniziative».
Il vostro mestiere comporta il massimo della razionalità: “misurate terreni, strade, case, edifici…”. Descrivete il mondo con numeri, mappe e disegni precisi. Tutto questo coesiste in voi con un’anima poetica. Tiziano ha conseguito importanti risultati in ambito fotografico, ha vinto premi e sue opere sono esposte in diversi musei. Maria Luisa sviluppa una sua originale ricerca.
Tiziano: «Ho iniziato il mio percorso nella “fotografia teatrale” a 50 anni e, probabilmente, era il momento giusto. Avevo maturato la sensibilità necessaria ed un’autonoma capacità espressiva. Mi ha guidato in questo percorso un amico-maestro, Vasco Ascolini: i suoi consigli e le sue critiche mi hanno aiutato nel mio percorso e hanno reso la mia ricerca più articolata e matura».
Maria Luisa: «La mia passione nel tempo libero sono le arti marziali. Sono cintura nera terzo dan. Da diversi anni sto praticando lavoro interno, su di me e attraverso il confronto con gli altri, teso ad utilizzare il corpo nel modo più naturale e istintivo. Ricerco un’armonia attraverso il minimo sforzo fisico e questo mi permette di ampliare l’attenzione in senso multidirezionale sia nella pratica che nella normale vita quotidiana».
La soddisfazione più grande?
«La fiducia della gente. Siamo stimati e considerati molto esperti nella topografia e nelle pratiche catastali. Si rivolgono a noi imprese e famiglie. Per molti siamo i professionisti di fiducia. Lavorare con questa consapevolezza fornisce grande serenità».
Il futuro?
Tiziano: «A novembre posso andare in pensione, ma penso di lavorare ancora per un anno e poi, piano piano, smettere…».
Maria Luisa: «Io continuerò. Spero però che in futuro vi sia maggiore apertura mentale ed una effettiva accettazione del lavoro femminile in questo settore. Le famiglie ed in particolare le donne si relazionano con me e mi accettano come professionista competente, ma nei cantieri è molto difficile… a volte mi prendono per la moglie, la segretaria, la figlia. È un settore ancora governato da dinamiche vecchie, da preconcetti e atteggiamenti discriminatori. C’è ancora tanta strada da fare…».