Più di mezzo secolo fa, il destino porta un nostro concittadino correggese, Gianfranco Franceschini, ad abbandonare lo studio del pianoforte e a diventare elettricista. Si metterà in proprio con un negozio, poi nel 1965 comincerà a costruire artigianalmente motori elettrici, prima nel garage di casa e poi in un capannone a Reggio. Si trattava di piccole motorizzazioni personalizzate per veneziane, tapparelle e cancelli.
Lorella Franceschini, la figlia maggiore di Gianfranco, già nota ai lettori di Primo Piano per la sua passione per l’alta quota e per il ruolo di vicepresidente nazionale del CAI, ci riceve gentilmente in Mini Motor, assieme al fratello Andrea. Le veneziane motorizzate di papà Gianfranco sono all’origine di questa bella azienda industriale che sforna soluzioni meccatroniche per clienti di tutto il mondo. La sede si trova in un curatissimo edificio che svetta in altezza nel panorama piuttosto pianeggiante della circonvallazione di Bagnolo (non a caso … in Piano) dove l’azienda si è trasferita nel 1987, ampliandosi poi nel 2008. Il segreto del successo aziendale è l’integrazione tra elettricità e meccanica, ci spiegano i due fratelli. Un mix tecnologico che offre costante impulso al core business, la produzione di motori per azionare le macchine industriali. L’avvento dell’automazione per Mini Motor ha rappresentato quindi uno sbocco naturale: nel primo robot al mondo a guida laser, prodotto dalla reggiana Elettric80 nel 1992, batte il motore costruito da Mini Motor. Così l’azienda si è successivamente evoluta verso l’elettronica e l’informatica integrandole nei propri motori, mentre la miniaturizzazione del prodotto era legata fin dall’inizio all’attività primigenia.
Oggi la S.r.l. Mini Motor di Bagnolo è diretta dai Franceschini di seconda generazione, cresciuti da sempre nell’impresa, nati e residenti entrambi, come il padre, in quel di Correggio. Lorella, oltre ad essere il Presidente della Società, gestisce personale, amministrazione, controllo e fornitori; Andrea, nel ruolo di Direttore generale è responsabile della ricerca, della produzione e dell’indirizzo commerciale. Una impresa familiare tipica dell’Emilia, che è passata senza traumi attraverso generazioni e rivoluzioni tecnologiche. Una presenza di prestigio nel cuore della motor valley nostrana, che non teme rivali in qualità e affidabilità.
«Il territorio per noi è una risorsa» assicura la Presidente «perché ci consente di avere come partner imprese artigianali specializzate che forniscono i componenti alla nostra produzione. Questo ci garantisce flessibilità e competenze tecniche. Internamente investiamo in ricerca e sviluppo, per cui lavorano 8 ingegneri, e in tecnologie robotizzate. Non è per nulla facile trovare laureati disponibili a formarsi e crescere con noi».
«È dal 2012 che incorporiamo l’elettronica in motori ad altissima tecnologia» dice Andrea. «I nostri competitor sono soprattutto tedeschi, mentre i produttori orientali hanno un livello qualitativo assai basso. “Qualità” per noi vuol dire garantire le massime prestazioni per efficienza, durata, resistenza, rumorosità, con anche un ottimo livello estetico. Noi ad esempio usiamo metallo; le materie plastiche solo quando hanno una funzione isolante».
Facciamo il tour dello stabilimento. Ci sono una miriade di macchine robotizzate, l’ambiente è luminoso, in totale sicurezza e perfettamente insonorizzato, il riscaldamento è a pavimento. Il controllo qualità avviene pezzo per pezzo, e gli errori riscontrati sono ben al di sotto dello 0,2%. Della vecchia immagine di impresa manifatturiera resta poco o nulla. La meccatronica di precisione regna sovrana e raggiunge vette molto alte. «Da un campo base all’Everest, una guida del CAI, mia collega ed amica, mi mandò una foto di un nostro motore che azionava macchine di registrazione della stazione di ricerca del CNR che sta lassù» racconta Lorella, sorridente. Anche nei satelliti artificiali che girano attorno al nostro pianeta, si trovano congegni made in Mini Motor, aggiunge.
Andrea Franceschini, che al contrario della sorella predilige il mare, ci spiega come Mini Motor riesca a navigare con successo nell’oceano della concorrenza. «Cura del cliente vuol dire offrire soluzioni meccatroniche su misura: ogni motore è un pezzo unico. In catalogo abbiamo oltre 10.000 combinazioni dei nostri prodotti, per rispondere a tutte le tipologie di motorizzazione. La nostra ricerca è rivolta a soddisfare settori industriali con esigenze particolarmente sfidanti. I nostri sistemi–motore muovono i robot del packaging e i veicoli a guida automatica di ultima generazione della movimentazione merci. Per l’industria casearia e quella vitivinicola progettiamo motori specifici in grado di lavorare ad immersione, in condizioni critiche di pressione, utilizzando acciai inox di totale sicurezza e resistenti ai processi di sanificazione. Da questo stabilimento sono usciti fino ad oggi un milione e mezzo di motori: i nostri clienti sanno che una volta che ci hanno scelto non sarà facile sostituirci. Abbiamo appena brevettato un prodotto rivoluzionario: un motore per la robotistica privo di cavi, con collegamento wireless, dotato di una batteria a lunga durata che si ricarica a distanza e che assicura quindi una totale libertà di movimento».
«La continua ricerca di efficientamento» conclude la Presidente «ci ha consentito di incrementare la produzione senza aumentare la manodopera operativa. Ma la nostra attenzione alle persone, come avete visto in stabilimento, è massima. Abbiamo personale multietnico anche ai livelli dirigenziali e, in maggioranza, donne. Partecipiamo con convinzione, per responsabilità sociale, alle iniziative culturali e benefiche del territorio. Abbiamo sponsorizzato le due giornate “Oltremodo oltre” che hanno riunito atleti con disabilità da tutta Italia e partecipato al restauro del Torrazzo di Bagnolo, colpito dal terremoto. Siamo soci sostenitori del FAI (Fondo Ambiente Italiano). In collaborazione con l’Associazione “Mountain Wilderness” siamo impegnati in un progetto per la tutela del territorio e per lo sviluppo dell’economia in Pakistan: nascita di un parco nazionale, trekking d’alta quota, formazione di guide ambientali e escursionistiche locali. Speriamo siano soprattutto donne, vista la situazione ancora problematica che vivono in quel paese».
MINI MOTOR s.r.l. occupa 50 dipendenti nello stabilimento di Bagnolo e arriva a 90 con le partecipate. Sviluppa un fatturato di 12 milioni di euro, di cui il 35% con clienti europei e il 25% con clienti USA. Ha 5 filiali nel mondo: quella di New York opera anche con servizi tecnici e di assistenza. La flessibilità e la personalizzazione della produzione ha fatto assorbire dall’azienda senza troppi problemi il periodo della crisi economica e negli ultimi 5 anni le ha consentito di raddoppiare il fatturato.