Le cose cambiano e si evolvono, a cominciare dal mondo del lavoro e dell’economia. Le botteghe di una volta sono rimaste poche, anche se in qualche laboratorio viene ancora praticata una vera e propria arte di settore. A Correggio resiste ormai da 40 anni la Tappezzeria Ferretti, fondata da Piero detto Pierino, ed ora condotta da suo figlio Roberto che ne ha ereditato la passione e l’arte di realizzare divani, poltrone, sedie e materassi.
«Ho iniziato negli anni ‘60 a lavorare all’APPLA come apprendista – ricorda Piero, ripercorrendo i suoi primi passi nel mondo del lavoro – poi negli anni ‘70 l’azienda ha utilizzato spesso la cassa integrazione e si lavorava solo 3 giorni a settimana; ed era dura andare avanti. Ho cominciato a guardarmi intorno, e ho trovato un piccolo negozio in via Jesi al numero 1, una ex stalla in cui ho pensato seriamente di avviare una attività di tappezziere per conto mio. Ma da solo non era facile, così ho proposto al mio amico e collega William Lazzaretti di unirsi a me, e lui ha accettato. Per un po’, mentre io di giorno ho continuato il mio lavoro all’APPLA, ha cominciato ad occuparsi della nostra bottega. Io investivo il mio stipendio nel negozio e davo una mano dopo il lavoro, con l’aiuto saltuario di mia moglie. Avevamo anche una piccola sala-mostra. Dopo qualche anno ci siamo trasferiti in via Carlo V. Qui il lavoro è cresciuto, tanto che nel ‘95 ci siamo trasferiti nel laboratorio attuale di Via Fosdondo. Quando il mio socio William ha deciso di lasciare, in totale armonia, ci tengo a precisare, ho chiesto a mio figlio Roberto, che ai tempi lavorava in fabbrica, di venire a darmi una mano e di imparare il mestiere; e lui fortunatamente ha accettato. Ed eccoci qua!»
Verso la fine del 2015 Piero si è concesso la sua meritata pensione ed al suo posto è subentrata come socio di Roberto la sua compagna, Martina. Da allora sono loro a portare avanti la tradizione e l’arte della tappezzeria artigianale. Il loro lavoro consiste soprattutto nel rifacimento, nella personalizzazione su misura di divani, poltrone e sedie antiche, con i materiali originali dell’epoca come ad esempio crine di cavallo, paglia, stoppa e lana di pecora. Questa è la differenza tra un artigiano e le grandi aziende del settore: naturalmente ne beneficia la qualità del prodotto e la durata nel tempo.
A questo proposito Roberto ci dice: «I vantaggi che i clienti ottengono con l’artigiano derivano dal rapporto famigliare che si crea: scegliamo i tessuti che ci piacciono di più ed insieme cerchiamo di creare il prodotto proprio su misura, a regola d’arte».
In vent’anni di attività molte cose sono mutate. «Sicuramente sono cambiati i materiali che usiamo. Quando ho cominciato usavamo soprattutto lana, cotone, lino che nel corso degli anni potevano dare segni di cedimento. Oggi usiamo soprattutto materiali sintetici derivati dal riciclaggio, come l’alcantara che è un prodotto antimacchia, non si scolora nel tempo ed è più duraturo. Per le imbottiture una volta si usavano paglia e molle, ora invece si usa molto di più la gomma piuma. Però ci capita di rifare pezzi antichi, quindi dobbiamo sostituire gli stessi materiali originali ed usiamo ecopelli anticate che riproducono le pelli di un tempo. Ci sono un paio di fabbriche in Italia che producono ancora le molle come una volta. Noi ridiamo il loro aspetto originale alle cose antiche che altrimenti andrebbero buttate: in questo periodo il “vintage” è ritornato di moda. Da quando ho cominciato a fare il tappezziere continuiamo ad usare sempre i soliti utensili, tipo il punteruolo, la leva punti, il martello bilanciato, le tenaglie ma soprattutto le nostre mani».
Oggi la vita dell’artigiano è dura, e tante attività tendono a soccombere di fronte alle grandi catene che offrono arredamento a poco prezzo. Piero commenta: «Purtroppo il rifacimento ha un costo più alto rispetto all’acquisto del nuovo di fascia medio-bassa, quindi le persone non si preoccupano di gettare il vecchio e acquistano il nuovo. Inoltre credo che non ci sia un ricambio generazionale, noi siamo un caso a parte!» Roberto aggiunge: «Abbiamo tante richieste di rifacimenti di divani o poltrone moderni ma il costo del nostro lavoro supera in alcuni casi il costo del divano stesso e quindi non sempre ne vale la pena. Però ci pervengono richieste per eseguire prodotti uguali a quelli delle grandi firme del design, che hanno costi proibitivi per i clienti, e allora noi riusciamo a riprodurli con la stessa qualità ma ad un costo molto, molto minore». E di certo le grandi catene non possono vantare, come invece può la Tappezzeria Ferretti, di aver realizzato, su commissione di don Varini, una sedia di un bel rosso cardinale per Papa Wojtila in visita a Sant’Ilario negli anni ’90!
Roberto e Pierino ci ricordano che il lavoro viene valorizzato soprattutto quando sono l’uomo o la donna a farlo, altrimenti diventa una produzione senz’anima.