Mah… (l’emoticon di una volta)

Mah…

È una parola molto utilizzata nel parlato comune e serve per esprimere incertezza, delusione, rassegnazione.

Viene normalmente accompagnata da un sospiro e da una profonda pausa.

Dopo aver dibattuto un po’ con l’interlocutore, le argomentazioni non hanno convinto, rimangono dubbi… Non si sa più cosa dire…

La situazione è sospesa… non si sa aggiungere altro a quanto già argomentato.

 

Mah… s’ra po’ vera?…

Mah… sarà poi vero?…

 

Il semplice Ma è una congiunzione coordinativa avversativa, che spesso accompagna uno stato d’animo triste, infelice. Il saggio ricorda che:

 

Chi dice ma

cuor contento non ha.

Chi ma dice

non è felice.

 

Se si aggiunge “h” la parola Mah diventa una interiezione propria, utilizzata perlopiù per esprimere emozione.

Le interiezioni sono “utilizzate come veri e propri segnali discorsivi, ovvero espressioni che informano sullo svolgimento del discorso… una sorta di intuizione quindi, che i partecipanti allo scambio si comunicano a vicenda”.

Nella cultura popolare, a volte, ad alcune parole vengono accompagnate espressioni con valore emblematico prive di un reale significato.

Inserite nella pausa di un ragionamento creano stupore ed esaltano i concetti che erano stati in precedenza espressi.

Normalmente sono “frasi musicali”, hanno cioè rime o assonanze che le rendono piacevoli e contengono dei paradossi o dei giochi di parole utili a creare curiosità e interesse.

 

Mah…

e po’ la piansiva

insema al pechi ed la cooperativa.

Mah…

e poi piangeva

sui gradini della cooperativa.

 

Non è dato a sapersi perché piangesse…

e perché fosse sui gradini …

La cooperativa, nelle frazioni e nei paesi, era un classico luogo di incontro e di socializzazione, un luogo ben connotato con una forte identità.

Sui motivi che hanno condotto al pianto intorno alla espressione originale sono fiorite una serie di varianti che introducono ulteriore ironia e qualche possibile ipotesi.

Mah…

E po’ la piansiva

mo l’an saiva gnan col ch’l’a gh’iva.

Mah… e poi piangeva / ma non sapeva nemmeno quello che aveva.

 

Mah…

E po’ la piansiva

l’era orba e s’l’an ghe v’diva.

Mah… e poi piangeva / era cieca e non ci vedeva.

Mah…

E po’ la piansiva

l’era ed set mes e nisun a la vriva.

Mah… e poi piangeva / era di sette mesi e nessuno la voleva.

 

Mah…

E po’ la piansiva

l’era incinta e gnan l’al saiva.

Mah… e poi piangeva / era incinta e non lo sapeva.

Mah…

E po’ la piansiva

l’era orba e la gh’diva

l’era sorda e la gh’sintiva

la sintiva al gust e gnan la gniva

la gh’iva sei e la n’d’biva

la s’alveva e s’la durmiva

… sota al portegh ed la cooperativa.

Mah… e poi piangeva / era cieca e ci vedeva / era sorda e ci sentiva

provava il gusto e non veniva / aveva sete e non beveva / si alzava e dormiva

… sotto al portico della cooperativa.

 

Di fronte a questa varietà di situazioni, a queste affermazioni inverosimili, a queste incongruenze, si rimane stupiti e perplessi.

Mah…

sa s’a da dir?…

Mah…cosa si deve dire?…

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