Madonna della Rosa, genesi del primo cimitero

Fin dai primi tempi i cristiani seppellirono i loro morti nelle necropoli delle città, insieme a quelle dei pagani; poi ebbero spazi di sepoltura riservati, fin da allora considerati “luoghi sacri”. Presto, però, s’incominciò a seppellire nelle chiese e nelle basiliche cosiddette cimiteriali, costruite sulle tombe dei Martiri. Non potendo le chiese accogliere tutti, l’inumazione si trasferì nelle immediate vicinanze, in spazi di terreno contigui alla chiesa: si vennero così a creare i cimiteri intorno ad essa. Anticamente il morto doveva essere messo nella fossa con i piedi rivolti a oriente; se si trattava di un religioso sepolto all’interno della chiesa, il capo doveva trovarsi dalla parte dell’altare maggiore. Il Concilio di Trento (1545) ribadì definitivamente la proibizione di seppellire all’interno delle chiese, facendo eccezione per gli alti prelati e per le persone di rilievo, affidando poi ai vescovi il potere di concedere autorizzazioni straordinarie. Per ancora due secoli, tuttavia, questa situazione non subì variazioni, fino a quando gli invasori francesi, con la promulgazione di nuove norme ai primi dell’Ottocento, riformarono radicalmente la legge sui cimiteri e stabilirono che essi dovevano trovarsi fuori della cerchia urbana, mantenendo nelle campagne una distanza superiore ai duecento metri dalle case. Per secoli questo luogo benedetto è stato sempre interdetto ai non cattolici, agli scomunicati, agli apòstati, ai suicidi e ai divorziati risposati, per i quali doveva esserci uno spazio al di fuori del cimitero. Persino i bambini nati morti e non battezzati dovevano essere deposti al di fuori del recinto, ma spesso questa norma fu disattesa.

A metà Settecento, anche a Correggio soffia il vento di cambiamento relativo alle sepolture, governato dal sovrano estense Duca di Modena e Reggio. Il 30 marzo 1774 Francesco III d’Este emana un decreto sulle nuove disposizioni attinenti a funerali e tumulazioni dei deceduti. Si vieta la sepoltura (a eccezione dei Principi, del Vescovo e delle Comunità regolari cattoliche), nelle chiese del Ducato, urbane e non, deliberando le norme per la costruzione dei cimiteri pubblici all’esterno delle mura cittadine. A Correggio, Principato soggetto agli estensi dal 1635, l’incarico di occuparsi del Progetto viene delegato dal Duca Ercole III d’Este al Governatore della città, Vincenzo Fabrizi. Il luogo che s’individua più adatto per il cimitero è il terreno extraurbano ubicato in direzione di Porta Reggio, che contorna in parte l’oratorio della Madonna della Rosa (da cui deriverà l’intitolazione), di proprietà delle monache del Corpus Domini fin dal XV secolo quando vi sorgeva il loro antico monastero (atterrato per motivi militari nel 1557), che servirà per le officiature funebri. Il 15 marzo 1782 il cimitero è pronto e la popolazione è invitata all’inaugurazione solenne, con autorità civili ed ecclesiastiche, che avviene alle ore dieci mattutine. Nel frattempo il Duca emana una Grida in cui, oltre a ringraziare il Governatore per la cura, lo zelo e l’attenzione profusi per l’esecuzione dell’opera, invita anche i cittadini a partecipare all’inaugurazione e a “riconoscere con atti di religione quel luogo serbato al riposo delle ceneri dei cittadini trapassati”. La Grida riporta anche le nuove regole da seguire, stabilendo per gli inosservanti pene pecuniarie da devolvere all’Ospedale degli infermi di Correggio.

  1. Il cimitero è a spese pubbliche, dipende dal Governo locale che veglierà sulla manutenzione e stabilirà i metodi più adatti per evitare le infezioni. Lo dirige il Provvisore pro tempore della Comunità.
  2. Affinché tal luogo risvegli sentimenti di pietà e religione verso i defunti, si celebreranno nella chiesa due messe al giorno, gli uffici solenni per i morti, e si pubblicheranno, con Editto pastorale, le indulgenze.
  3. Sono vietati i sepolcri nella chiesa del cimitero, perché non diventi ricettacolo di pestifere esalazioni che si vogliono eliminare.
  4. Nelle campagne si seppellisce nei cimiteri intorno alle chiese, a meno che non si abbiano sepolcri privati.
  5. Tutti i cadaveri sepolti in città dovranno essere esumati e traslati nel cimitero pubblico, ad eccezione del Rappresentante ducale che potrà avere particolare deposito o nella chiesa parrocchiale o in qualunque altra, a beneplacito degli eredi.
  6. Si permetterà al Capitolo della collegiata di san Quirino di avere sepolcri appartati e divisi per sesso, da farsi con intelligenza e approvazione del Governo.
  7. Si permette la sepoltura dei nobili e cittadini benestanti nei sepolcri fuori dal comune cimitero, costruiti o da costruirsi anche nelle chiese di campagna, con approvazione del Governo locale. Il trasporto e la tumulazione saranno a carico privato.
  8. I cadaveri non potranno essere disposti nell’ingresso delle case, se non dentro alla cassa coperta con panno nero, comprata dalla famiglia o concessa gratis dalla parrocchia che ne tiene una scorta per i bisognosi (all’atto della sepoltura verranno restituite, ndr). I cadaveri saranno portati in chiesa, poi al cimitero dove, estratti dalla cassa (l’uso della quale conserva più lungamente la putredine) verranno sepolti.
  9. Dopo il suffragio in chiesa, il cadavere sarà riposto in un luogo apposito fino all’ora permessa per il trasporto al cimitero: prima delle ore 8 nei mesi novembre, dicembre, gennaio, febbraio; prima delle ore 7 nei mesi di marzo, aprile, settembre, ottobre; e prima delle ore 5 nei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto. Non si potrà seppellire prima delle 24 ore dalla morte, o di più secondo il giudizio dei medici, e il cadavere dovrà essere custodito e sorvegliato per tutto il periodo.
  10. Entro due mesi dalla pubblicazione del seguente Piano, si dovranno interrire (colmare di terra) tutti i sepolcri esistenti nelle chiese di Correggio. Le lapidi o iscrizioni ad essi riferite, si potranno portare a casa o, nel caso siano riconosciute come storiche, potranno essere poste sui muri della chiesa del cimitero o di altre.

Il cimitero della Madonna della Rosa fu definitivamente smantellato nel 1966, ma parallelamente funzionava da tempo il nuovo cimitero urbano costruito nel 1872 e ubicato nella confluenza tra viale Saltini e via Carpi.

 

Il nuovo cimitero ebraico

Le nuove disposizioni emanate dal Duca Francesco III d’Este, che nel 1774 decretavano la costruzione di un cimitero extra moenia per i cristiani, valevano pure per la popolazione ebraica che, ai primi dell’Ottocento, contava 228 individui su una popolazione complessiva di 2.157 unità. Costretti ad abbandonare il loro antico luogo di sepoltura, ubicato sul retro della Rocchetta (oggi via Cavour), i maggiorenti della comunità ebraica ottennero di poterne edificare uno nuovo vicinissimo al cimitero cristiano della Madonna della Rosa. La prima inumazione in quel cimitero risale al 1828, l’ultima al 1958. Il cimitero ebraico non fu mai smantellato: tra il 1997 ed il 1999 il luogo e soprattutto le lapidi sono stati oggetto di restauro a cura dell’Amministrazione Comunale. Le lapidi conservate sono sessantanove, ove predominano le epigrafi in caratteri ebraici fino al 1873-1874, mentre nei decenni seguenti le iscrizioni sono in italiano.

Uno scorcio del cimitero ebraico a Correggio.

 

Condividi:

Rubriche

Torna in alto