Domenica 18 dicembre 2016, in un’affollata Sala Recordati di Palazzo Principi, Laura Artioli e Elisa Guerra hanno presentato Eva racconta, una pubblicazione del Centro Culturale L.L. Radice a cura di Marta Garosi, Franca Pinnizzotto e Laura Testi del Gruppo Disfarefare
Il libro racconta la vita di Eva Lini, nata a Canolo di Correggio nel 1924, terzultima degli undici figli di Oreste Lini e Annunciata Cocconi, una famiglia permeata dei valori di radicata opposizione al fascismo, di amore per la cultura e di attenzione generosa alle necessità degli altri.
Una famiglia così è una sorta di “società in miniatura” che, come dice Laura Artioli, «protegge, plasma, indirizza […] ma i rischi dell’indistinzione sono sempre in agguato».
E così Eva, bambina girovaga e birichina “sgattaiola via ogni volta che può”. Cresce nella libertà delle sue scelte personali e esistenziali. Ama lo studio e consegue la maturità magistrale, quella scientifica e infine la laurea in farmacia. Aderisce alla Resistenza e fa la staffetta partigiana, ma non impugna mai un’arma: «No, non ero adatta io, credevo più nel collegamento, nella persuasione».
È piena di speranza in una ricostruzione post-bellica basata sulla giustizia e si ritrova Consigliera comunale a Correggio: una delle poche donne elette in Italia con le prime elezioni a suffragio universale del marzo 1946. Esercita la professione di farmacista, ma dopo il matrimonio e la nascita dei figli sceglie di fare la maestra elementare per seguire meglio la famiglia.
Raccogliere il racconto di Eva ha dato risposta, ancora una volta, al nostro desiderio di mettere in luce la storia di una donna nella sua singolarità di esperienza e pensiero, e di entrare così in contatto, dopo i tre precedenti, con un altro libro della vita.
Era il mese di febbraio 2016 quando Eva Lini ci ha aperto la sua casa e con fiducia ha iniziato a raccontarci la sua lunga e bella vita. Di Eva abbiamo ammirato la consapevolezza di sé, l’intelligenza, la gentilezza, la vivacità, l’arguzia e l’autoironia, ma anche la ritrosia a farsi protagonista con quel suo «ma che non sembri un vanto, non ho fatto niente di speciale».
Nel libro trova spazio anche una seconda parte dedicata a illustrare i tratti che costituiscono la cifra distintiva di Eva Lini: curiosità e sollecitudine per l’esistente, gentilezza e forza d’animo, buonumore e ospitalità, speranza e generosità. Nell’appendice tentiamo di approfondire argomenti emersi dal suo racconto: le tre donne, Alda Ferrari, Lucia Sarzi e Maria Beltrami, che l’hanno sollecitata all’azione e le loro diverse modalità di partecipazione alla Resistenza; le lotte per ottenere il diritto di voto sostenute da donne coraggiose, anche italiane, già dalla fine dell’800; la straordinaria catena di solidarietà civile organizzata dalle donne dell’Udi dall’ottobre 1945 per ospitare presso famiglie del centro-nord i bambini del sud Italia devastato dalla guerra.
Marta Garosi, Franca Pinnizzotto, Laura Testi