Loris Malaguzzi nasceva qui, cent’anni fa

Diede vita alle Scuole dell'infanzia più belle del mondo

Loris Malaguzzi nasce a Correggio il 23 Febbraio 1920: cento anni fa!
Torna alla mente una sua poesia “Invece il cento c’é”. Laureatosi in pedagogia a Urbino nel ‘46 esordisce come giovane insegnante a Sologno, Reggiolo e Guastalla. Subito dopo la Liberazione, parallelamente, avvia una intensa attività educativa, coordinando i primi “asili del popolo”. Nel 1950 fonda il Centro Medico Psico-Pedagogico Comunale e nel 1963 diventa Direttore delle scuole comunali dell’infanzia di Reggio Emilia.

La prima scuola fu il Robinson (chi scrive vi ha lavorato 34 anni). Oggi le scuole sono venti, con accanto alcuni servizi educativi a gestione privata. Il primo Nido, intitolato a Genoeffa Cervi, madre dei Sette Fratelli, è del 1971; attualmente la rete dei Nidi ne comprende 12 a diretta gestione comunale e 13 convenzionati.

Il dr. Malaguzzi è stato indubbiamente tra i più importanti pedagogisti del nostro tempo. Suoi speciali interlocutori furono Bruno Ciari, Gianni Rodari (che dedica la sua Grammatica Della Fantasia a Reggio Emilia), David Hawkins, Paulo Freire e Mario Lodi.
Malaguzzi introduce nelle scuole dell’infanzia la figura maschile e i due insegnanti in ogni sezione, gli atelieristi, la gestione sociale; apre alle delegazioni di tutto il mondo e dirige una rivista per l’infanzia “Zerosei”, che diventerà in seguito “Bambini”.

Nel 1991 la rivista americana Newsweek indica le scuole di Reggio Emilia tra le più belle del mondo. Malaguzzi comprende
che l’esperienza va tutelata e sviluppata sempre meglio; così nasce Reggio Children s.r.l., che gestisce una fitta rete di scambi culturali nazionali ed internazionali, organizza seminari, mostre, iniziative di divulgazione dell’esperienza reggiana, realizza e commercializza libri, cataloghi, audiovisivi, newsletters.
É del 1992 il prestigioso Premio Lego, mentre l’anno successivo Malaguzzi riceve a Chicago (USA) il Premio Kohl.

Loris se ne va improvvisamente, stroncato da un infarto, il 30 gennaio 1994. Il 23 febbraio 2001, al teatro La Cavallerizza di Reggio Emilia, il ministro Tullio De Mauro conferisce la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla memoria di Loris Malaguzzi “Al Merito di Scuola, Cultura e Arte”.[/vc_column_text][vc_empty_space height=”30px”][vc_single_image image=”20427″ img_size=”full” alignment=”center” qode_css_animation=””][vc_empty_space height=”30px”][vc_column_text]Giovedì 13 Febbraio, presso il Centro Sociale 25 Aprile, si è svolto un incontro aperto alle famiglie e agli operatori di Nidi e Scuole dell’Infanzia nel centenario dalla nascita di Loris Malaguzzi.
La serata è stata introdotta dal sindaco Ilenia Malavasi, che ha fatto gli onori di casa, e condotta dalla pedagogista Ilaria Mussini, che ha presentato i pedagogisti Sergio Spaggiari, Lino Rossi e la prof. Sandra Piccinini, invitandoli a narrarci alcuni loro ricordi col dr. Malaguzzi.
Dr. Sergio Spaggiari: «Ho conosciuto Malaguzzi a 23 anni dopo aver vinto il concorso da pedagogista e ho iniziato a lavorare nell’agosto del 1974. Ho capito subito che Malaguzzi scommetteva sulle capacità dei bambini: sottolineava spesso che il bambino ha delle potenzialità, che noi dobbiamo essere in grado di far emergere. Facevo parte di un gruppo di quattro nuovi pedagogisti che si univano contemporaneamente all’equipe di Loris, ma era difficile scambiarsi idee ed opinioni. «Benissimo – disse lui – allora vi incontrerete una volta la settimana per discutere e confrontarvi». Nacque così l’aggiornamento settimanale. Dopo tre settimane ci chiese come procedeva il lavoro e ci invitò a ricordare la favola di Esopo, La volpe e l’uva. La volpe non voleva ammettere che non era l’uva ad essere acerba, ma era lei che non arrivava a quella altezza. Morale: il bambino è molto intelligente, fortemente dotato, capace di inventare, esplorare, socializzare; siamo noi adulti che dobbiamo adeguarci, perché il bambino ha 100 linguaggi. Malaguzzi, da sempre capace di guardare al futuro, spesso lo anticipò, superando il muro dell’ovvio e del banale. Nacque la mostra “L’occhio se salta il muro”, che diventerà “I cento linguaggi dei bambini” e viaggerà in tutto il mondo. Per Malaguzzi tutto era possibile o almeno tutto poteva essere indagato».

Dr. Lino Rossi: «Il mio incontro con Loris fu di grande emozione. Mi chiese, un po’ brusco, cosa volessi fare. Gli parlai dei miei studi di medicina e di teologia e del desiderio di fare pedagogia. Il primo suggerimento fu di avere grandi occhi, grandi orecchie per ascoltare, osservare senza dar nulla per scontato, stando ben svegli sui bambini e sulle cose. Mi invitò ai primi incontri che teneva col personale insegnante di Nidi e Scuole e mi trovai davanti 400 persone! Dopo essermi laureato scelsi il servizio civile nelle scuole comunali e Malaguzzi mi avvertì: “Bada che tu stai salendo su un treno che è già in corsa e non può fermarsi; sei tu che devi correre con lui”. Non potevi stare a scodinzolare intorno a lui: odiava l’ipocrisia. Agiva sempre in un contesto politico prima che pedagogico, per costruire una comunità coesa ed educante. La scuola che voleva non aveva il tetto e l’insegnante non poteva mettere un tappo ai bambini, perché essi sono i costruttori del futuro».

Prof. Sandra Piccinini. «Malaguzzi è nato qua ed è importante ricordarlo, studiarlo, conoscerlo oggi a cento anni dalla nascita; riprendere in mano le cose che ha detto e fatto. Non sono cose raggiunte e consolidate; purtroppo tante realtà sono ancora ferme.
Ci viene davanti spesso una scuola che delude prima di tutto i bambini e chi voleva una scuola diversa. Vengo al mio ricordo personale. Io arrivo a fare l’assessore nel 1990; Loris se ne andrà nel gennaio del ‘94. Sono stati anni molto intensi. Allora non c’era un buon clima intorno alle nostre scuole. Si diceva costassero troppo, si parlava addirittura di alcune privatizzazioni. In Consiglio Comunale ci furono accese discussioni. Loris aveva lasciato la direzione delle scuole a Sergio Spaggiari, ma continuava a lavorare gratuitamente dietro le quinte, teneva relazioni importanti con le varie realtà nazionali
ed internazionali. Ci furono tagli da parte del Ministero ed io ebbi un collasso.
Loris mi diede da studiare “I Cento Linguaggi dei bambini” dicendomi:“Studia, che poi ne parliamo”. Leggeva molto. Scriveva anche, con un linguaggio non semplice, non stereotipato. Era il periodo in cui riceveva premi e riconoscimenti internazionali. Diceva che occorreva aprire un centro internazionale, dovevamo immaginarlo, ci impegnava a guardare avanti trent’anni. Capite che idea di futuro aveva?!».

Oggi il Centro Internazionale, che è stato intitolato a Loris, è capace di confrontare la filosofia pedagogica all’avanguardia di Reggio Emilia con le esperienze innovative della cultura internazionale, per proporre e divulgare il Reggio Emilia Approach. Qualcuno si chiederà cos’è. Direi saper considerare le moltepliciricchezze e potenzialità delle bambine e dei bambini, la loro capacità di stupirsi, ricercare, esplorare con tutti i sensi, costruire insieme conoscenze, in un ambiente ricco di occasioni e solidale verso i loro bisogni.

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