L’onda delle sardine arriva a correggio

Le voci e i pensieri dei giovani scesi in piazza

Sono il fenomeno più discusso degli ultimi mesi, la voce inaspettata che ha contribuito, forse in modo decisivo, alle elezioni dello scorso 26 gennaio: le Sardine. Nei loro pochi ma intensi mesi di vita hanno trasformato le piazze in quello che hanno definito un “mare aperto” e hanno riempito quel mare con le voci e i corpi di molti che in piazza non erano mai stati. Parliamo di migliaia di italiani, di emiliani, di reggiani, e perfino di correggesi. L’onda delle Sardine si è infatti spinta fino alla nostra città, raccogliendo consensi e portando nelle piazze alcuni giovanissimi. È proprio con un gruppo di tre ventenni correggesi, Lorenzo, Gabriele e Andrea, che abbiamo parlato per capire che cosa li abbia spinti a uscire in mare aperto e a prendere parte alle manifestazioni. I tre erano andati insieme a Bibbiano il 23 gennaio, quando al termine della campagna elettorale per le regionali le Sardine si erano date appuntamento a pochi metri di distanza dal comizio della Lega.

 

Cosa ha spinto i tre ragazzi a unirsi alle tremila Sardine di Bibbiano? «Quella sera sono andato a manifestare perché ritengo che nella politica attuale ci sia un grande impoverimento, nei contenuti e nel modo di esprimerli» commenta Lorenzo Iori. «Alcuni uomini politici cercano di abbindolare le persone con slogan e frasi fatte, mancando di rispetto all’intelligenza degli elettori». Scendere in piazza, ricorda Lorenzo, diventa a volte un “dovere morale” per il popolo. Ed è proprio questo che ha animato anche Andrea Perego, che era già stato con le Sardine a Reggio Emilia qualche settimana prima: «Se a Reggio mi sono recato per curiosità, a Bibbiano ci sono andato per necessità: trovo ripugnante il modo in cui i partiti di destra abbiano strumentalizzato Bibbiano. Sono sceso in piazza per essere rassicurato e anche, in parte, per rassicurare». È forse proprio questa la lezione più significativa delle Sardine: che migliaia di giovani si siano fatti avanti con tutto il desiderio di rassicurare, di far sapere che loro ci sono e non hanno paura di prendere parte alla vita politica del paese. È quello che ricorda Gabriele De Nisco, che in poche parole centra un concetto di primaria importanza: «È informandosi prima e poi agendo in prima persona che si cambiano le cose. La politica non va ignorata e bisogna credere nella possibilità di cambiare le cose».

 

È questo il mare delle Sardine. Un mare di giovani, adulti e anziani. Di persone che vogliono cambiare le cose. E forse la definizione migliore che abbiamo trovato qui, a Correggio, è quella di Roberta Urselli, anche lei in piazza a Bibbiano quel 23 gennaio: «Io ho trentasette anni e quel giorno ho visto persone molto più giovani e molto più grandi di me, anche dei settantenni. Penso che i giovanissimi abbiano avuto modo di scoprire qualcosa di nuovo, mentre chi è più grande abbia ritrovato qualcosa che gli mancava da un po’. Durante la routine quotidiana uno fa tantissime cose per il lavoro, la famiglia, e quando si ferma a guardare le notizie è frustrato e si chiede: “da solo che cosa faccio?” Così uno rimane lì, nella sua routine. Ma le Sardine ci hanno fatto capire che se siamo in tanti allora ce la possiamo fare, possiamo metterci insieme e uscire dalla routine dove ci siamo assopiti. Le Sardine ci hanno svegliato».

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