Liliana Manfredi, unica superstite, racconta l’Eccidio della Bettola

Gli alunni dell’Andreoli la incontrano in aprile

«Com’è fatto l’inferno? Che odore ha? Che suono ha? che faccia ha? Che lingua parla?
Fa male tutto in un colpo? È buio o c’è il fuoco? È sordo o c’è il frastuono? Com’è fatto l’inferno?

Il mio inferno sono sei belve che spingono me e la mia mamma nella camera dei nonni, ci costringono ad andare verso di loro che sono seduti sul letto, si schierano in un secondo contro il muro. Hanno davanti agli occhi un anziano, un’anziana, una bambina e, a sinistra, una donna in piedi.

E sparano.
Sparano.
Sparano.
Sparano ancora».

 

Quella di Liliana Manfredi è una storia vera. È lei l’unica sopravvissuta a una strage nazista che ebbe luogo il 24 giugno del 1944. Aveva undici anni quella terribile notte, quando vennero uccisi per rappresaglia trentacinque civili innocenti alla Bettola di Vezzano, sulle colline di Reggio Emilia. La storia di Liliana ha un elemento in più, che la rende forse unica al mondo. Fucilata insieme alla mamma e ai nonni, ha avuto la fortuna di rimanere solo ferita, e l’audacia di tentare una fuga rocambolesca fino al fiume. Ed è lì, sul greto del torrente Crostolo, con una gamba spezzata e tre pallottole nel corpo sanguinante, che si è consumato il miracolo: il nazista addetto al giro di ricognizione dopo la strage, scopre Liliana nascosta nell’erba e invece di darle il colpo di grazia la porta di peso sulla strada principale, rischiando la corte marziale per salvarle la vita.

 La sua storia è diventata un libro dal titolo Il nazista e la bambina, uscito per Aliberti Editore nel 2008 e ripubblicato nel 2016 per Fabbri Editori. L’episodio da lei rievocato in queste pagine ha ispirato anche ai Modena City Ramblers l’intenso brano L’unica superstite. Ma anche il cinema ha ricordato l’eccidio della Bettola: lo scorso anno il regista Christian Spaggiari e la sceneggiatrice Samanta Melioli ne hanno tratto un film, intitolato La rugiada di San Giovanni.

Ad ascoltare Liliana Manfredi sabato 22 aprile saranno tutti gli alunni della scuola secondaria di primo grado “G. Andreoli”, che durante questo anno scolastico hanno approfondito insieme ai loro insegnanti e ai progetti sostenuti da Anpi di Correggio il periodo fascista e nazista nella storia nazionale e locale. Le organizzatrici Rina Zardetto e Monica Barlettai stanno valutando una sede idonea, che potrebbe essere il Teatro Asioli o la palestra della scuola stessa, per valorizzare l’iniziativa e garantire la più ampia partecipazione ad un pubblico che non sia solo quello studentesco. Durante l’incontro le lettrici volontarie del progetto Nati per leggere di Reggio Emilia, Claudia Montermini e Roberta Chesi, leggeranno i brani più espressivi del romanzo.

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Scroll to Top