Incontro le volontarie e i volontari di Nati per Leggere un venerdì pomeriggio, presso la biblioteca ragazzi Piccolo Principe: sono Mirca, bibliotecaria; Federica, Adelia e Carmelina, volontarie; Erik e Alice, giovani volontari del servizio civile. Tutti loro sono accomunati, ovviamente, dalla passione per la lettura e soprattutto dalla volontà di condividere questa loro passione con gli altri.
“Nati” o “Nate” per leggere, vista la preponderante presenza femminile nel gruppo. Le volontarie sorridono e confermano che, in effetti, la lettura ad alta voce, come l’accudimento personale, è ancora prerogativa principalmente femminile, anche se le cose stanno lentamente cambiando. «Non bisogna confondere il numero di chi si offre per le letture pubbliche con quello di chi legge in famiglia. Sappiamo, infatti, che fra le mura domestiche anche i padri condividono questa passione con i figli». Domando, allora, come si diventa volontari di Nati per Leggere. È Mirca a rispondermi: «All’inizio la formazione è tenuta da esperti accreditati, narratori professionisti come Alessia Napolitano, Monica Morini, Claudio Milani; ma anche da pediatri o musicisti. In seguito i volontari devono costantemente tenersi informati, leggere, studiare». Negli anni persone diverse si sono appassionate al progetto. «All’inizio erano soprattutto insegnanti di Nido e Scuole d’Infanzia. Poi si sono aggiunti sempre più genitori, in gran parte neomamme o nonni che ci frequentavano quando avevano i bimbi ancora piccoli. L’ultimo gruppo, quello che si è creato in seguito al corso del 2015, sembra molto più stabile e di questo siamo molto felici». I benefici della lettura ad alta voce sono tanti: «ha ricadute non solo sullo sviluppo linguistico e cognitivo del bambino, ma contribuisce anche all’acquisizione di abilità relazionali e sociali – continua Mirca. Nati per Leggere è fra i progetti più democratici e inclusivi che si possano concepire, perché serve a fornire strumenti di comprensione del mondo anche e soprattutto alle famiglie meno attrezzate culturalmente. Per questo la presenza dei pediatri è fondamentale, perché permettono di raggiungere anche quei soggetti che normalmente non frequenterebbero le biblioteche».
Gli appuntamenti con Nati per leggere sono tanti: «Gli incontri del venerdì pomeriggio alla biblioteca ragazzi sono rivolti alla fascia 3-6 anni, mentre quelli del sabato mattina sono per la fascia 0-3. Obiettivo di questi incontri è mostrare agli adulti le modalità corrette di lettura insieme ai propri figli. È un sostegno alla genitorialità, che non si esaurisce nel momento della lettura offerto dalle volontarie». A queste iniziative si aggiungono le letture per le scuole, a cadenza settimanale, la partecipazione a eventi come la notte di Rodari, le tende narranti, i bibliodays e le letture presso i centri vaccinali e i Nidi d’infanzia.
La passione di Mirca arriva da lontano: «Mio padre mi leggeva sempre delle storie prima di addormentarmi. Ogni sera terminava con la frase: “La fine della storia te la racconto domani, se me lo chiedi”. Il resto del tempo lo dedicavo a fantasticare sulla fine del racconto, in attesa di sapere cosa sarebbe successo». Per Federica è importante lasciare in casa un cesto di libri accessibile ai bambini, al quale possano attingere in ogni momento, secondo il loro gusto e il loro piacere. «Prendeteli in braccio e leggete con loro. Non preoccupatevi se chiedono sempre la stessa storia o se saltano le pagine. La lettura deve assecondare la curiosità e il desiderio di scoperta, anche fisico, dei bimbi. Come ci diceva il pediatra ai corsi preparto, non esistono parole difficili per i nostri figli, il loro cervello è come un libro ancora tutto da scrivere. Ci si può rivolgere ai bambini anche piccolissimi con un italiano corretto, alto, come se fossero già linguisticamente competenti».
«Perché le competenze di cittadinanza», conclude Mirca, «si costruiscono anche e soprattutto così».